“Fornelli bollenti”: questo il titolo scelto per una particolarissima ed interessante iniziativa la cui prima edizione, recentemente conclusa, ha riunito attorno a tavole imbandite con i piatti tradizionali romani e veneti, uomini e donne che stanno facendo, nel proprio quotidiano, un percorso politico e ideale molto simile. Una gara culinaria dunque, accompagnata da un confronto musicale tra i gruppi identitari di riferimento delle comunità che si sono sfidate. Una gara che, oltre all’entusiasmo e alla voglia di divertirsi insieme, aveva anche l’importante scopo di raccogliere fondi per sostenere il Campo della Memoria di Nettuno e la Piccola Caprera di Ponti sul Mincio, luoghi simbolo di una storia patria gloriosa da proteggere e diffondere.
“L’idea – spiegano le ragazze di Raido e VenetArditamente – è nata nel corso di una semplice chiacchierata in occasione dell’annuale incontro con le ausiliarie del Saf”. Detto fatto: lanciato il guanto di sfida, la Capitale ha visto svolgersi, nel corso di una serata che resterà nella memoria di tutti come una delle più belle bandiere dello spirito comunitario, la prima parte della gara. Donne al lavoro in cucina, con risultati decisamente di rilievo per entrambe le agguerrite formazioni, e gruppi musicali (La vecchia Sezione per i romani e i Topi Neri per il Veneto) che, dopo aver mangiato e bevuto insieme, si sono alternati sul palco a fare da colonna sonora e non solo a scambi di idee e confronto tra i molti presenti. Dato il livello (assai alto!) di entrambe le formazioni, sia in cucina sia sul palco, è risultato praticamente impossibile decretare un vincitore.
Fatto questo che non ha comunque impedito che nel corso della disputa di ritorno, in quel di Verona, si respirasse una sana tensione agonistica, frutto della voglia di confrontarsi e di un orgoglioso e positivo campanilismo tradizionale. “Il cibo – scrivono ancora le ragazze – a detta dei giurati era all’altezza delle aspettative ed il tocco musicale non era certo da meno. Ma ciò che contava era il clima di fratellanza e la voglia di imparare, perché anche la conoscenza di un piatto nuovo e il dialetto che è sinonimo di radici, mettono in luce una parte delle origini di noi tutti”. Alla serata hanno partecipato anche l’ausiliaria della GNR Gina Romeo e Stelvio dal Piaz (Fiamme bianche e oggi tra i creatori della Fondazione RSI): “la loro presenza ci ha fatto molto onore – dicono i protagonisti della gara – perché li consideriamo inossidabili colonne e punti di riferimento fondamentali per tutti noi”.
Ed anche in questo secondo incontro è stato più che arduo stabilire quale fosse la squadra vincente: “intorno alle 2 di notte, con il concerto che non accennava a voler finire – raccontano gli sfidanti – con il benestare di Stelvio si è giunti alla conclusione che nulla fosse più corretto di concludere la gara con una stretta di mano e con la promessa di ritrovarsi il prossimo anno, coinvolgendo altre realtà che volessero mettersi in gioco per far conoscere la propria terra, la tavola, il dialetto. Il tutto supportato dalla propria band di riferimento”.
Cristina Di Giorgi
(Il Giornale d’Italia, 10 maggio 2015)