Nessuna resa - Le Stagioni della Vita
Testata: PERIMETRO (BLOG)
Data:4 luglio 2015Autore: Archivio non Conforme
Tipologia: Recensione
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Perimetro,Perimetro 2015-07-04
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Dopo una serie di split, demo e compilation, ecco finalmente uscire il debut album dei Nessuna Resa, intitolato "Le stagioni della vita". Uscito il 13 settembre 2014 ed interamente prodotto da Black Shirts Records, il lavoro si presenta come un concept album "in antitesi ai dogmi precostituiti imperanti nell'attuale mondo di rovine, siano essi di natura etica, politica o religiosa" (come spiegato nella prefazione). L'album si apre con l'evocativa "Memorie dall'esilio", un brano di matrice punk, ma con un testo chiave che ci introduce ai temi che andremo a toccare nell'opera. Interessante la parte finale parlata del brano che in un verso elenca e spiega tutti i titoli presenti ne "Le stagioni della vita". "Ultimi guerrieri" è una ballad dedicata a tutte le figure del soldato-guerriero che nel corso del '900 hanno animato la storia: dal soldato tedesco all’aviatore nipponico, ai giovani cuori della Repubblica Sociale Italiana. Segue "L'anticristo" con vaghi richiami al black metal, con tanto di outro estratta da "The crying orc" di Burzum, la one-man band del "conte" Varg Vikernes, dove si rilegge l'omonimo saggio di Friedrich Nietzsche. Si passa alla bellissima "La città del silenzio" (che già da sola vale l'acquisto dell'intero disco), dove una linea di sassofono la fa da padrona. Ci ricordano molto i 270 Bis per questa scelta ed il risultato non manca! "La città del silenzio" è una delle tracce più importanti dell'album, dove si parla di Lucca e dei suoi guai. "La fredda luce del giorno" è una canzone dedicata alla seconda guerra mondiale con un testo mistico dove si evidenzia il valore ed il sacrificio del soldato in trincea. L'imponente "Cavalcare la tigre" è lo spartiacque del disco: sempre dedicata ad una visione mistica del secondo conflitto mondiale, paragona i camerati caduti negli anni di piombo con i ragazzi della Repubblica Sociale Italiana. Riemerge il concetto evoliano di affrontare le difficoltà nonostante la sfida sia impossibile, appunto di cavalcare la tigre, affrotare ciò che è considerato follia. Con "Frammenti" si raggiunge una buona linea melodica piena di cori che la fanno da padrona per tutta la durata della traccia; ottimi inoltre gli assoli di chitarra e l'arrangiamento. "Siberia" non è altro che un'ottima cover dei Diaframma di Federico Fiumani che ben si amalgama con gli argomenti ed i suoni presenti nell'album. Si arriva a "La linea d'ombra", un brano dedicato all'omonimo romanzo breve di Joseph Conrad. Carismatica la parte finale parlata, tratta direttamente dai dialoghi del libro. Segue il secondo capitolo di "Autunno", più acustica e melodica rispetto al precedente capitolo presente sullo split album "Tempo che non ritorna - ... Au bout de la nuit, au cœur de l'ombre..." coi francesi Lemovice del 2013. Il masterpiece si conclude con la title track strumentale, omaggio del musicista Davide Prew, che lascia all'ascoltatore il compito di tirare le somme, il compito di decidere se il viaggio è terminato oppure se proseguire oltre, cadendo nella V stagione, la stagione della lotta e dell'attaccamento ai propri sogni ed ai propri ideali. Nel complesso un gran disco hard rock variegato nei suoni, con buoni assoli di chitarra, interessanti passaggi di basso-batteria ed un giusto uso di pianole e strumenti a fiato. Discreta la registrazione ed il mixaggio presso La Tana Del Lupo Studio, accattivante la grafica di copertina e l'intero artwork del booklet curata da Vix J-Kat. L'album è disponibile sia in formato CD che in formato vinile, quest'ultimo in edizione limitata a 400 copie (di cui 200 di colore rosso) con poster in omaggio.
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