Rassegna Stampa

E' il console italiano a Osaka il leader del gruppo fascio-rock

Testata: L'UNITA'

Data:29 dicembre 2011
Autore: Mariagrazia Gerina
Tipologia: Generico

Locazione in archivio

Stato:Pdf Rivista completa
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Reduperati,Lunità 2011-11-29

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Per anni ha lasciato che i cantori della destra “identitaria” celebrassero la sua musica, magari con qualche ammiccamento, ma senza mai svelarsi pubblicamente. Alla fine però anche lui non ha resistito a mostrarsi, senza veli. Per il battesimo del pubblico, a maggio scorso, ha scelto la scena fascio-rock più in vista del momento. La «Tana delle tigri», il raduno organizzato da Casapound, dietro allo stadio Olimpico di Roma, nella ex stazione di Italia ‘90, occupata tre anni fa. I padroni di casa, Casapound appunto, lo hanno presentato sul palco «non conforme» come «l’evento della serata». Il tutto documentato con tanto di video ufficiale diffuso su youtube.
«È la prima volta che Sotto fascia semplice suona dal vivo», si celebra dal palco lo stesso ospite misterioso: «Grazie a voi non è più un gruppo fantasma». «Il vero volto dei Sotto fascia semplice», come viene apostrofato in un altro video-omaggio, diffuso sempre su youtube. Katanga per il pubblico che da sotto al palco tende le braccia. Chi invece frequenta ambienti più istituzionali, non stenta a riconoscere in quel volto, in quella voce dal timbro basso Mario Vattani, 45 anni appena compiuti, già consigliere diplomatico del sindaco Alemanno e da luglio volato in Giappone dove è stato promosso console generale d’Italia a Osaka.
Mario Vattani è figlio d’arte: il fedelissimo di Alemanno è il primogenito di Umberto, uno dei diplomatici più importanti d’Italia. Ma ha anche un passato di “testa calda” della destra italiana. Giovanissimo, finisce su tutti i giornali, insieme all’amico Stefano Andrini – che poi “ritroverà” in Campidoglio – e ad altri militanti dell’estrema destra in seguito al pestaggio di due giovani di sinistra davanti al cinema Capranica. Viene prosciolto. E due anni dopo si spalancano per lui le porte della diplomazia. Inizia così questa specie di doppia vita di Mario Vattani, al servizio dello Stato come diplomatico, legato ai vecchi amici della destra “identitaria” attraverso il filo della musica.
Sulla scena fascio-rock, del resto, Katanga è molto conosciuto, prima come voce degliIntolleranza, poi dal 1996 come fondatore dei Sotto fascia semplice. Anche prima della esibizione-evento di maggio nell’ambiente, senza tradire l’anonimato, in tanti sembrano conoscere bene «quell’entità brillante che si cela» dietro ai due gruppi («un altissimo funzionario pubblico», aggiunge quasi il nome all’identikit Ugo Maria Tassinari, massimo esperto del campo, sul suo blog Fascinazione) e che si toglie tutti gli sfizi dell’artista nero, sfornando uno dopo l’altro i suoi album di musica identitaria, con tanto di testi tradotti in giapponese. L’ultimo,Filospinato, inciso nel 2007, con la casa discografica Rupe Tarpea dell’amico Flavio Nardi (anche lui prosciolto per la storia del Capranica). E si merita la recensione del “maestro” di Casapound, Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, che lo definisce addirittura «un evento di Rivoluzione culturale».

VITE PARALLELE
Mario Vattani, intanto, percorre le tappe di una carriera diplomatica, che oscilla tra il Giappone e Roma, dove Alemanno lo chiama due volte accanto a sé come consigliere per le Relazioni internazionali, prima al ministero dell’Agricoltura e poi in Campidoglio. Vattani è accanto al sindaco in molti viaggi, da Auschwitz a Hiroshima. Con un compenso che supera i 200mila euro l’anno.
Le vite parallele sono continuate fino a quando Mario Vattani ha deciso di dare un volto ai Sotto fascia semplice, salendo sul palco della Tana delle tigri. Forse un assaggio ci fu già nel 2010, ne parlano in rete i suoi fan. Nel 2011 comunque il “debutto” vero e proprio è stato documentato nel video in cui lo si vede duettare con Gianluca Iannone, voce degli Zeta Zero Alfa, contro i pacifisti e i disobbedienti. «Come mai», cantano insieme. Quasi un inno per la nuova destra cresciuta all’ombra di Casapound. E del Campidoglio. Firmato Sotto fascia semplice. E poi via con gli omaggi «all’altra Repubblica», che è quella romana, ma anche quella di Salò, contrapposta alla Repubblica italiana che è tutto un «vivere in mezzo alla merda dei cani». Dedicato a «tutti quelli che non hanno avuto modo/tempo di cambiare idea».
E pazienza se l’altra vita lo sta per portare di nuovo lontano, in Giappone. «Io so che tra cinque anni – ha cantato il futuro console, per il pubblico di Casapound in delirio – tra cinque annia primavera alzerò la bandiera nera».


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