Rassegna Stampa

Incubo teste rasate. Ma è solo un «party»

Testata: IL TEMPO IT

Data:29 novembre 2015
Autore: Alessio De Pedroni
Tipologia: Reportage concerto

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Il Tempo,Il Tempo 2015-11-29

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Raduno Skinhead a Milano. Sette pullman dalla Germania altri dall’Est Europa

Alla fine Milano non è stata "invasa" dagli skinhead, non fosse altro perché il raduno tanto contestato si è svolto ben lontano dal centro della città. Sono arrivati da tutta Europa per l’evento che ha celebrato il ventennale degli Hammerskin Italia, una delle sezioni del network internazionale del movimento skinhead nazionalista nato nel Sud degli Stati Uniti alla fine degli anni Ottanta. Come spesso accade ogni qualvolta si parla di concerti nazionalisti a Milano è scattato l’allarme mediatico così come il "giallo" sulla location dell’evento (tenuta riservata dagli organizzatori per evitare eventuali contromanifestazioni).

IL CONCERTO DEI MARTELLI INCROCIATI
Alla fine il concerto si è svolto regolarmente in un ex locale a via Toffetti 75, zona Rogoredo, lo stesso di un’altra iniziativa targata Hammerskin. I numeri ufficiali della manifestazione non ci sono (l'evento, come da tradizione di questa subcultura, è stato rigorosamente a porte chiuse e off limits per la stampa) ma si stimano tra le mille e le millecinquecento presenze con arrivi dalla Germania, dalla Spagna e dall’Est Europa. Di che cosa si è trattato? Di un concerto che ha visto la partecipazione di sei band - di cui tre italiane - del cosiddetto circuito R.a.c. (Rock against communism) e Oi! organizzato per officiare una delle realtà del circuito della "fratellanza", come si definisce il movimento radicale che ha come effigie i martelli incrociati in marcia (ripresi dall’iconografia dei Pink Floyd) che rappresentano, come rivendicano gli Hammer, un "simbolo di forza, orgoglio e solidarietà".


LA POLEMICA DEL PD E LA RICHIESTA AD ALFANO
Come da copione la vigilia della manifestazione musicale è stata caratterizzata da allarmi, denunce e richieste di sospensione (che provengono sempre dall'Osservatorio democratico sulle nuove destre): a ciò si aggiunge la tensione oggettiva che dopo gli attacchi terroristici di Parigi coinvolge i centri delle maggiori città, tra cui ovviamente Milano.

Da parte del Pd - appurato per l’ennesima volta che come evento privato la questura ha confermato l'autorizzazione perché non esistono pericoli per l'ordine pubblico - è stato Stefano Pedica a chiamare in causa direttamente il ministro dell'Interno Angelino Alfano: «Mi chiedo come mai sia stata autorizzata una simile manifestazione - ha attaccato - È una decisione che lascia a dir poco sconcertati e perciò chiedo al ministro Alfano di riferire in Parlamento sui motivi che hanno portato ad autorizzare il raduno".


EVENTO AUTORIZZATO COME DUE ANNI FA
Eppure è tutt’altro che una novità il raduno degli Hammerskin in Lombardia, dove registrano storicamente il maggior radicamento in Italia e dove hanno anche una sede: l’ultima volta che l’evento fu ospitato a Milano è stato appunto nel 2013. Anche allora il caso sollevò un polverone politico con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia che a quel punto prendeva le distanze ma da parte delle forze dell'ordine non si riscontrava alcun motivo per vietare un evento privato (svoltosi, poi, senza alcun incidente).


IL COMUNE HA SCELTOUN BASSO PROFILO
Per l’edizione di quest’anno il Comune di Milano ha scelto un profilo basso: solo controlli ma nessuna particolare misura richiesta così come aveva agito la Prefettura due anni fa ritenendo che ogni allarme fosse ingiustificato. Trattandosi di un evento squisitamente musicale e underground a suscitare polemica, come si legge sulla stampa e sulle dichiarazioni, sono più che altro i testi "scorrettissimi" delle band che partecipano tutti all’impronta del forte richiamo identitario e della storia patria ed europea, contro la società multiculturale e contro l’immigrazione.


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Concerti:

HAMMERFEST 2015