La Leggenda della città di Ys
Testata: SETTIMO SIGILLO
Data:2016 febbraio 2016Tipologia: Specifico
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Settimo Sigillo,Settimo Sigillo 2016-02-02_07
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La Leggenda della Città di Ys
“La leggenda della città di Ys” è un’antica leggenda bretone, che affonda le sue radici nell’epoca che assiste al passaggio, spesso tormentato, dal paganesimo al cristianesimo. Re Grallon e san Corentin sono personaggi storici, vissuti nella prima metà del V secolo. La cattedrale di Quimper è dedicata al santo e custodisce la sua tomba.
Durante un viaggio in Bretagna, nel 1996, passeggiando lungo quelle scogliere, respirando l’aria frizzante dell’oceano, con l’animo cullato dall’atmosfera celtica, abbiamo scoperto questa leggenda. I pescatori della baia di Douarnenez narrano che ancora oggi, quando il mare è tranquillo, possono intravedere le rovine della città di Ys in fondo al mare e sentono da lontano il lamento dei defunti di quella città. Per secoli i sacerdoti hanno celebrato Messe sul mare, per i defunti della città inabissata. La Rivoluzione Francese ha soppresso anche questa pia pratica.
Le leggenda, che ora vi raccontiamo, ha ispirato il testo a Susanna e la musica ad Andrea.
Il regno bretone di Cornovaglia era governato da un re buono e saggio, Grallon, ma la sua bellissima figlia Dahut era una giovane dedita ai piaceri e all’arte della stregoneria. Per sottrarsi alla sorveglianza del padre andò a vivere a Ys, una splendida città posta nella baia di Douarnenez: la città si trovava sotto il livello del mare e attorno ad essa era stato costruito un sistema di dighe che la proteggevano dalle acque dell’oceano. Dahut conservava gelosamente appese al collo le chiavi che permettevano di aprire le dighe della città.
Un giorno re Grallon andò con tutto il suo seguito a cacciare nel bosco e giunse al romitaggio dell’eremita Corentin. Questi li pregò di fermarsi a mangiare con lui e miracolosamente moltiplicò un pesce e trasformò l’acqua in vino. Tutti mangiarono con abbondanza e re Grallon, colpito dal miracolo ma ancora più dalla saggezza e santità del monaco, lo invitò a trasferirsi con lui a Quimper, capitale del suo regno, per divenirne vescovo e guida del suo popolo.
Intanto a Ys la bella Dahut conduceva una vita dissoluta, tra piaceri, feste e magie. San Corentin sapeva tutto questo e metteva in guardia Grallon, che nel frattempo si era a sua volta trasferito nella città di Ys, per stare accanto alla figlia. Ma questa non dava retta ai saggi ammonimenti del vecchio padre.
Un giorno un giovane straniero giunto all’isola cominciò a corteggiare Dahut: era bello, riccamente vestito e abilissimo nelle magie e nei sortilegi. La principessa era affascinata da lui e totalmente in suo potere. Egli in realtà era il Demonio. Trascinò la fanciulla in una danza forsennata e senza che lei se ne accorgesse le sottrasse le chiavi delle dighe e le aprì, permettendo così che il mare si riversasse sulla città.
San Corentin corse a chiamare Grallon e gli disse di fuggire, finchè era ancora in tempo, perché ormai la città di Ys era in balia del Demonio. Mentre le onde del mare avanzavano minacciose, il re salì a cavallo e rapidamente si allontanò. Passando accanto al palazzo di Dahut la vide comparire su una scalinata: essa si getto in groppa al cavallo del padre. Ma l’animale si bloccò e non riuscì più a procedere, era come paralizzato. Il santo gridò al re: «Gettate via i peccati che portate dietro di voi!» ma Grallon non osava abbandonare la figlia. Allora Corentin toccò Dahut con il suo pastorale, la fanciulla cadde in acqua, il cavallo balzò in avanti veloce e portò in salvo il re. La città di Ys sprofondò in mare, perduta per sempre.
La leggenda mette in guardia il cristiano: il peccato distrugge le persone e anche le città che si consacrano al male. La Grazia di Dio è la sola forza che ci permette di abbandonare il peccato: perché se rimaniamo attaccati ad esso non riusciamo a correre senza indugio verso la salvezza.