I rifugi oscuri
Testata: SETTIMO SIGILLO
Data:2016 febbraio 2016Tipologia: Specifico
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Settimo Sigillo,Settimo Sigillo 2016-02-02_08
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Joy Margaret Hill (1936 – 1991) diventò Segretaria di J.R.R. Tolkien nel corso degli anni 60, dal momento che lavorava presso l’editore del grande filologo e scrittore inglese, George Allen & Unwin fin da quando era una ragazza. Nel 1966 (secondo altri nel 1968) Joy trovò tra le carte di Tolkien la poesia intitolata Bilbo’s last song, un breve componimento che narra della partenza di Bilbo Baggins dai Porti Grigi (o Rifugi Oscuri) per l’ultimo viaggio che lo avrebbe condotto per sempre fuori dalla Terra di Mezzo in compagnia degli Elfi.
Lo scrittore fece omaggio della poesia e dei relativi diritti a Joy Margaret Hill, la quale nel 1974, l’anno dopo la morte del Maestro, decise di pubblicare presso Allen & Unwin il testo in forma di poster illustrato da Pauline Baynes.
Il testo di Bilbo’s last song è stato più volte pubblicato (anche in diverse lingue) e messo in musica da vari artisti.
Dai Rifugi Oscuri (o Porti Grigi) partivano le navi degli Elfi che lasciavano la Terra di Mezzo per raggiungere l’Estremo Occidente, Valinor, la Terra dei Beati. Come spiega lo stesso Tolkien nelle sue lettere, raccolte nel volume “La realtà in trasparenza”, solo agli Elfi era concesso questo privilegio, ma con alcune eccezioni: alcuni mortali «che hanno giocato un ruolo importante nelle vicende degli Elfi possono andare con loro alla casa degli Elfi. Così Frodo e Bilbo. Un modo per guarire e per liberarsi di tutte le sofferenze.» «Ahimè! Ci sono ferite che non possono mai guarire completamente» dice Gandalf a Frodo. Gli Hobbit portatori dell’Anello, segnati dal dolore per quanto hanno dovuto affrontare, ma nello stesso tempo amati e stimati dagli Elfi per l’eroismo delle loro imprese, si sono guadagnati così «un periodo di riflessione e di pace, per conquistare una consapevolezza più vera della loro posizione, trascorso del tempo in mezzo alle bellezze naturali di Arda Unmarred, la terra che non è guastata dal male».
Bilbo si era conquistato una profonda amicizia da parte degli Elfi e di Gandalf. Come scrive Tolkien: «E’ difficile pensare che la sua vita sarebbe stata completa senza un’esperienza di “elficità pura” e senza l’opportunità di sentire le leggende e le storie complete, i cui frammenti gli piacevano tanto.» Quel viaggio con gli Elfi verso le terre incontaminate era un suo grande desiderio. Lo dice Arwen a Frodo, invitandolo a partire anche lui, per sanare le sue ferite.
Leggete l’ultimo capitolo del Signore degli Anelli. C’è il lungo e struggente racconto della partenza dai Rifugi Oscuri, con il toccante saluto a Sam, al quale peraltro viene rivelato che un giorno anche a lui sarà concesso quel privilegio.
Nel testo della poesia c’è malinconia ma anche ansia di partire, nostalgia verso la Terra di Mezzo che si abbandona ma anche spirito d’avventura e soprattutto ricerca di un luogo di pace, dove finalmente poter trovare sollievo alle proprie fatiche. Metafora della morte, con la sofferenza del passaggio ma anche il desiderio di eternità, bellezza, e pace.