La Vandeana
Testata: SETTIMO SIGILLO
Data:2016 febbraio 2016Tipologia: Specifico
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Settimo Sigillo,Settimo Sigillo 2016-02-02_10
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Come detto presentando Canto di Bretagna, sono le regioni dell’Ovest a ribellarsi subito, in modo massiccio anche se spesso improvvisato e disorganizzato, al nuovo ordine che la potente macchina della Rivoluzione giacobina intende imporre con l’uso della forza e talvolta con l’arma orrenda del genocidio, come avvenne nel Dipartimento della Vandea.
Vi sono motivazioni di ordine sociale e religioso alla radice del profondo malcontento che sfocia in rivolta così come vi sono motivazioni altrettanto profonde, anzitutto di ordine ideologico e filosofico, a sostegno dell’orrendo genocidio di cui la neonata Repubblica francese si macchiò in modo indelebile. Non era possibile tollerare che il popolo, in nome del quale la Rivoluzione era stata fatta, potesse opporvisi; un popolo del genere costituiva un’offesa e un controsenso e, quindi, doveva essere radicalmente tolto di mezzo. Ed è esattamente quello che fu fatto.
Fortificata dalla entusiasmante predicazione di San Luigi Maria Grignion di Montfort, di alcuni decenni prima, la Vandea non può accettare questo sconvolgimento aberrante. E’ il momento della fortezza, del coraggio e del martirio.
San Giovanni Paolo II che ha proclamato la santità di 99 martiri vandeani nel 1984 e poi di 64 sacerdoti martiri di questa regione nel 1995, ha scritto che «La Rivoluzione francese, durante il Terrore, ha abbattuto gli altari dedicati a Cristo, ha buttato i crocifissi nelle strade e ha invece introdotto il culto della dea ragione. In base al quale venivano proclamate la libertà, l’uguaglianza e la fraternità. In questo modo il patrimonio spirituale, e in particolare quello morale, del cristianesimo era strappato dal suo fondamento evangelico, al quale è necessario riportarlo perché ritrovi la sua piena vitalità».
A differenza della Bretagna, che fu caratterizzata dal fenomeno della guerriglia contadina, la Vandea seppe esprimere la propria reazione popolare contro la barbarie del “Blues” rivoluzionari dando vita ad un esercito vero e proprio, quello dei “Blancs”, l’Armata Cattolica e Reale che seppe tenere testa alle più numerose e meglio armate truppe avversarie e ottenere importanti successi bellici (soprattutto la vittoria di Cholet), prima di soccombere alle colonne infernali inviate da Parigi con lo scopo di uccidere tutti gli abitanti di questo Dipartimento e raderne al suolo ogni risorsa, fino a farlo scomparire dalle carte geografiche.
Il card. Giacomo Biffi ha sottolineato la drammatica attualità di quei fatti quando ha detto che «due secoli fa, con l’instancabile attività della ghigliottina e con il genocidio vandeano fu applicato per la prima volta il principio che fosse lecito sopprimere intere categorie di persone solo perché ritenute ostacoli oggettivi all’imposizione di un’ideologia. I frutti più amari di questo seme si sono avuti nel secolo XX, il più insanguinato che si conosca».