Rassegna Stampa

La musica identitaria: alternativa, emergente e controvento

Testata: IL GIORNALE D'ITALIA (online)

Data:19 febbraio 2017
Autore: Cristina Di Giorgi
Tipologia: Generico

Locazione in archivio

Stato:Pdf Rivista completa
Locazione: ASDI-Archivio digitale RS,Il Giornale d'Italia,IlGiornaledItalia_20170219

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Musica alternativa. E' questa la definizione con cui i primi cantautori militanti hanno descritto le loro canzoni, per sottolineare che il loro modo di esprimere in note idee, valori, storie, sentimenti e sogni era appunto alternativo alla musica leggera comunemente intesa. E lo era sia per quanto riguarda gli argomenti trattati, sia per quanto riguarda la diffusione, totalmente avulsa dai circuiti commerciali tradizionali. Oggi alcune cose – per fortuna – sono cambiate, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di accedere a spazi di divulgazione prima impensabili. Ad essere rimasta immutata – sempre per fortuna – è l'omogeneità dei messaggi ideali trasmessi dai musicisti della giovane destra, che in maniera sorprendentemente costante continuano ad alternarsi sulla scena.
Per chi ha intenzione di soddisfare la sua curiosità su artisti, canzoni e aneddoti relativi alla musica identitaria – come si preferisce definirla oggi - internet è una miniera di informazioni: nei meandri della rete si possono trovare infatti diversi siti dedicati all'argomento (tra essi quello di Lorien – Canti ribelli, che consente di accedere all'immensa mole di materiale dell'archivio storico dell'associazione). Senza contare la possibilità di ascoltare brani e vedere video di concerti e serate. Ci sono poi anche, per gli appassionati della carta stampata e delle pagine da sfogliare, almeno tre volumi di qualche anno fa, interamente dedicati al fenomeno in questione.
Il primo, in tutti i sensi perché di antecedente ad esso non c'è nulla, è “Note alternative” (Edizioni Trecento, 2008). Un lavoro che nasce dalla tesi di laurea dell'autrice Cristina Di Giorgi in Scienze politiche e che ripercorre la storia del fenomeno musicale alternativo proponendosi – si legge nella quarta di copertina – come “punto di partenza nell'analisi e nella conservazione di un patrimonio musicale e ideale senza precedenti nella storia del nostro Paese”. Sfogliandolo, si scoprono le storie “su e giù dal palco” dei musicisti identitari che hanno iniziato negli anni Settanta, proseguendo con quelle di coloro che ne hanno raccolto il testimone negli anni Ottanta e nel periodo che va dagli anni Novanta all'inizio del Terzo millennio, inquadrate nel periodo in cui sono nate e cresciute. Poi si passa a descrivere, per capitoli tematici, i contenuti delle canzoni. E il senso che esse hanno avuto (e continuano ad avere) nella trasmissione di valori, personaggi e momenti storici ritenuti di grande rilevanza e impatto ideale.
Sempre a firma di Cristina Di Giorgi, questa volta in collaborazione con Ippolito Edmondo Ferrario, nel 2010 è uscito per la Castelvecchi editore “Il nostro canto libero”. Che ha come sottotitolo illustrativo dei contenuti del volume “Il neofascismo e la musica alternativa. Lotta politica e conflitto generazionale negli anni di Piombo”. Si tratta di un percorso, preceduto da adeguata descrizione del contesto storico, tra coloro che hanno fatto musica in uno dei decenni più difficili della storia del Paese. Intervistati dagli autori, hanno raccontato la loro esperienza umana ed artistica quattordici tra singoli e componenti dei principali gruppi nati e cresciuti nella fase iniziale del fenomeno musicale alternativo.
Va ricordato in questa sede, infine, “Voci controvento” (Ed. Fergen 2012), il corposo volume curato da Federico Gennaccari, Claudio Volante e Guido Giraudo che, con allegato cd contenente 150 brani in formato mp3, riporta tra l'altro quasi 400 testi di canzoni e oltre 200 immagini, tra copertine, foto, manifesti e articoli di giornale sulla musica alternativa dalle origini ai primi anni Ottanta. Un libro questo che racconta “la cronaca e la vita quotidiana nella stagione degli anni di piombo, divisi tra l'impegno politico e i sentimenti di amore e di rabbia, i morti da piangere e le inchieste giudiziarie, le speranze e i sogni, l'anticomunismo e l'Europa nazione”. Tutti espressi in canzoni “divise tra rock e ballate, tradizione e satira, diffuse dalle prime radio libere e protagoniste dei Campi Hobbit” (i raduni della giovane destra). Canzoni che, come ha detto Emanuele D'Angelo (Acroama – Radio University), se ascoltate con le orecchie e il sentire dell'animo, fanno sembrare di cavalcare al cospetto del sole. Alto e sempre limpido.


Gruppi citati



Bibliografia:

IL NOSTRO CANTO LIBEROVOCI CONTROVENTONOTE ALTERNATIVE