La Voce del Popolo interviste … Nereo Zeper
Testata: LA VOCE DEL POPOLO
Data: febbraio 1981Autore: La voce del popolo
Tipologia: Intervista
Locazione in archivio
Stato:Rivista completaLocazione: ASDI,RI02C-0001,2
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La voce del popolo intervista.. NEREO ZEPER
- Quali sono le caratteristiche che ti differenziano da cantanti come Michele di Fiò, Fabrizio Marzi, Roberto Scocco?
- In senso negativo la mia interpretazione musicale, in senso positivo il maggior impegno letterario che metto nei testi e una volontà “interpretativa” più colta.
- Il fatti di fare musica costituisce per te un atto di militanza politica o un’espressione artistica fine a se stessa?
- No, è un’espressione artistica con fine metapolitico
- “Storie di eroi”, “L’aquilone”, “Per conoscere la strada”, “Il paracadutista”: quali sono i punti di riferimento culturale nella tua ricerca musicale?
- Sono i classici, i romantici e quello moderno è mio. Non ho intenzione di ritener superata l’esperienza classica e l’esperienza romantica, né pretendo di apportare un’esperienza moderna, ma ritengo di essere un raccoglitore di momenti classici, di momenti romantici e momenti miei.
- Come ti definisci musicalmente?
- Un cantautore, cioè un autore che canta i suoi testi
- Paragonabile a Branduardi?
- Il fatto è che sia Branduardi che io abbiamo attinto da una stessa tradizione musicale, cioè “la Ars Nova”: il ‘400. Lui con una preparazione musicale specifica un po’ fine a se stessa, io attraverso degli echi spontanei per un recupero “sentimentale”.
- Le tue prossime attività?
- Una cassetta in primavera e poi..
- Campo Hobbit IV?
- .. Se si farà io ci sarò, è logico
- Qual è il tuo motto nella vita?
- Dove c’è il doloro il luogo è sacro.
- L’hai messo in pratica?
- Sempre.