Il rock fuori dal sistema
Testata: VOCE DEL SUD
Data:1 aprile 1978Autore: Gip
Tipologia: Intervista
Locazione in archivio
Stato:CopiaLocazione: ASMA,RS2-0005,15
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Musica leggera e pop " IL ROCK FUORI DAL SISTEMA"– Intervista esclusiva con gli Janus
Questa settimana abbiamo una primizia da offrirvi. Precedentemente vi avevamo parlato più volte del gruppo nazional rivoluzionario degli Janus e del loro rock fuori dal sistema, mettendo in evidenza la loro musica, che ne fa non solo l’espressione oggettivamente più valida fra gli autori della giovane destra, ma in assoluto un’esperienza creativa notevole nell’intero panorama italiano ed europeo. Adesso vi proponiamo l’intervista rilasciata a "Vento del Sud" da Mario Ladich, batterista del gruppo: visti i discorsi toccati ne è venuto fuori un documento di grande interesse.
D: - Chi siete? Come avete cominciato a suonare?
R: - Il gruppo rock Janus è attualmente formato da un chitarrista cantante, da un bassista e da un batterista. Abbiamo cominciato a suonare con la prima formazione nel ’76. Con questo organico è uscito un 45 giri dal vivo. Dopo una breve interruzione, la formazione si ricostituiva poco prima di Campo Hobbit I. Con il gruppo attuale abbiamo inciso un 33 giri comprendente 5 brani. Vogliamo dimostrare che in un campo culturale così importante specie per i giovani quale quello della musica rock e d’avanguardia, era possibile una presenza della destra, anche per smentire la propaganda di sinistra che ha sempre tentato di far credere che questa musica fosse di suo esclusivo appannaggio
D: - Quale era la vostra preparazione? Quali gli autori che ascoltavate?
R: - Ognuno di noi ha avuto delle esperienze personali precedenti in campo musicale, non ci consideriamo certo dei mostri siamo dei camerati che suonano, speriamo certo col tempo di affinare le nostre capacità tecniche. Personalmente mi piace l’hard rock inglese ma anche il rock romantico
D: - Che accoglienza avete incontrato negli ambienti politici di destra?
R: - All’inizio siamo stati guardati con incredulità, poi siamo riusciti a crearci un certo spazio anche per merito dell’interesse che ha mostrato nei nostri confronti la "Voce della Fogna" con i suoi articoli. Purtroppo ancora adesso ci sono molti elementi che schiavi di vecchi pregiudizi e di una buona dose di disinformazione ci attaccano per la scelta musicale che abbiamo fatto. Dalle torri d’avorio si divertono a definirci sovversivi, non comprendendo il significato politico della nostra scelta e non rendendosi conto nemmeno degli sforzi materiali sostenuti: d’altronde è molto facile lanciare strali senza proporre nulla dal tavolino di una sala di conferenze. Abbiamo scelto questa musica perché è d’urto, capace di far passare con facilità il messaggio politico, insomma musica forza e d’altra parte musica d’elite.
D: - Cosa hanno detto di voi gli altri? .. Che reazione avete suscitato?
R: - E’ stato molto positivo il fatto che avversari politici ascoltando il nostro disco siano rimasti sbalorditi che a destra esistesse un gruppo rock. Naturalmente se la musica è piaciuta a quasi tutti, i testi non hanno naturalmente avuto lo stesso successo.
D: - Un giudizio sui gruppi italiani ..
R: - Sicuramente non vedo molti gruppi italiani autonomi rispetto al sound anglosassone: la Premiata Forneria Marconi deve molto ai primi King Crimson, il Banco del Mutuo Soccorso ai Gentle Giant e le Orme agli Emerson Lake & Palmer. Credo che non ci siano problemi di origine della musica d’avanguardia, il tutto va inquadrato in un discorso europeo: molti pezzi rock risentono di influenze musicali celtiche, provenzali, barocco unite all’uso di strumenti moderni in un tutto che potremo definire il folk del XX secolo.
D: - Parliamo del punk..
R: - E’ un fenomeno complesso da esaminare con molta attenzione cisti i suoi molteplici aspetti: Da un punto di vista musicale molti brani sono trascinanti e vivi nella loro violenza elettronica, ma se vogliamo, questo tipo di musica più che una novità è il riadattamento delle vecchie formule dell’hard rock, il fatto che la maggior parte di musicisti rock punk sia a livelli tecnici bassi non impedisce che i risultati musicali siano quasi sempre gradevoli, anzi in alcuni casi una ingenuità tecnica fa da contraltare a molta freschezza musicale. Dal punto di vista del costume ci sono troppi momenti di esibizionismo fine a se stesso anche se ci troviamo di fronte a un fenomeno di rivolta che potrebbe portare in alcuni casi a conclusioni favorevoli a nostri punti di vista sebbene non manchino pure tendenze nichiliste e anarchiche. Invece in Italia il punk ha preso solo gli aspetti più negativi istrionici e deteriori.
D: - Che significato ha il vostro slogan "rock fuori dal sistema"
R: - Rock fuori dal sistema perché ci poniamo contro la commercializzazione di questa musica fatta dalle case discografiche; crediamo che l’unica musica sia quella dei musicisti di destra che realizzano e producono la propria musica da soli ed espressamente per un certo pubblico. I falsi alternativi di sinistra abbondano di mezzi e anche quando fanno un discorso politico non disdegnano di cercare un contatto con il grosso pubblico, commercializzandosi il più possibile. Rock fuori dal sistema anche per il nostro discorso politico contro la massificazione economica dell’occidente filoamericano e schiavizzazione dell’oriente marxista.
D: - Che cosa credete che manchi oggi per imporre definitivamente la musica degli autori della giovane destra?
R: - Da un punto di vista qualificativo credo che alcuni dei nostri cantautori facciano troppo il verso ai loro colleghi italiani impegnati a sinistra. Si sentono troppi de Andrè, Bennato ecc. Bisogna non farsi influenzare dagli altri nell’uso della voce comunque credo che sia anche comprensibile questo fatto, non si può dopo anni e anni di disinteresse musicale trovare subito molti esecutori senza alcun difetto. Per la diffusione dei dischi e delle cassette degli autori di destra bisognerebbe potenziare la distribuzione in tutt’Italia, ci sono migliaia di sezioni del Partito e del Fronte. Per le radio private mi sembra che già molto si sia ottenuto e si stia ottenendo. Un altro punto da risolvere potrebbe essere la nascita di un’etichetta che unisse tutti i gruppi e i cantautori di destra. Ad ogni modo credo che le basi per un lancio politico della giovane destra già ci siano.
D: - Che progetti avete per il futuro?
R: - In tempi lunghi speriamo nell’incisione di un LP, che vorremmo realizzare in modo tecnicamente perfetto al 100%. Per inciso vorremmo aggiungere che sia dal primo sia del secondo disco abbiamo venduto copie, oltre che in Italia, in Francia, Germania, Belgio e Spagna. Un giornale della Gioventù nazional-rivoluzionaria tedesca Trend, ci ha addirittura dedicato un articolo con foto. Dobbiamo anche risolvere il problema dell’amplificazione la cui insufficienza rischia di rendere vani tutti i nostri progetti. I costi di queste attrezzature sono altissimi e certo nel nostro stesso ambiente nessuno può aiutarci, ma il fatto di dibattersi in difficoltà economiche quando si realizza un discorso politico mi sembra un buon segno, vuol dire non essersi venduti a nessuno.