Rassegna Stampa

Con Leo Valeriano (ricordando)

Testata: NOI EUROPA

Data: 1968
Autore: Emilio Carbone
Tipologia: Specifico

Locazione in archivio

Stato:Copia
Locazione: ASMA,RS2-0002,26

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Con Leo Valeriano
(ricordando)

Ho rivisto Leo Valeriano al "Giardino dei Supplizi" di piazza Rondani, nello nuova veste di «Cantautore» nello spettacolo di Cirri, Jacopetti e Prosperi: «Occidente, good-bye». Lo conoscevo come cantautore impegnato a destra - vera mosca bianca nel sempre più sinistro mondo rto dei canzonai italiani: sono piacevolmente sorpreso - scoprendolo anche attore, e buon attore. La satira del contestatore cretino - fatalmente un tantino epilettico - fa ridere di gusto, la canzone «Piccola Danka» la bambina ceca di cinque anni straziata a Praga nell'agosto scorso dai carri-armati di fronte ad una Università spettatrice di contestazioni assai più virili di qulle qui oggi tanto alla moda - ispira ben altri sentimenti: tristezza per la coscienza della impotenza di europei traditi, odio _ per il tiranno dell'est, speranza di un risveglio Europeo. Nella breve pausa . dello spettacolo Valeriano mi riconosce - fu píù volte a Genova al Circolo "Il Quadrato" un recital appuuditissimodai goliardi del FUAN, amanti come l'antico camerata Villon - Villon il maledetto - di belle canzoni, belle donne, buon vino e il gusto della mischia. Siede per quattro chiacchere. Mi parla del passato e del futuro; c'è un episodio al quale tiene assai: la sfida rivolta la notte del 31 dicembre 1965 ai miliziani rossi, di fronte al muro che divide in due la città che resta il cuore d'Europa: Berlino. Si era a Check Point Charlie, proprio ove cadde crivellato dai mitra il giovane operaio Peter Fechter, lasciato per ore ad agonizzare sotto gli sguardi sadici dei famigerati vopos, e la indifferenza dei polizziotti alleati. Per una volta la milizia popolare non sparò, mentre il vento portava, sempre più lontano, quelle parole di libertà… «Fate parlare la Friederichstras se / Fate parlare Brandebur Tor / Racconteranno di Seideil /Racconteranno di Fechter »... Rìcorda i «tempi eroici», del - primo - Bagaglino e. del Cormorarano e mi dice che «Budapest» - la canzone che accompagnava lo spettacolo lo scorso anno - ha avuto un buon successo: ora verrà l'incisione di «Piccola Danka » e poi forse un 33 giri coi pezzi migliori. Vorrebbe, visitare di più gli amici nei loro circoli giovanili fuori Roma: «Il Giardino dei Supplizi» ha però un unico giorno di riposo. Mi chiede un parere sugli ultimi dischi: «M... come illusione» e «Generazione 2000». Personalmente mi sono molto piaciuti anzi la seconda canzone sta diventando un po' come l'inno di quegli studenti precursori - anche se in ben altro senso - della contestazione, che da sempre hanno frontalmente combattuto il sistema nelle file della "Giovane Italia" e del FUAN. Le parole di Gianna Preda - indicano perfettamente cause e rimedi una situazione che può sembrare senza via d'uscita: «.. Dateci una una Patria da non tradire / miti e religioni da non bestemmiare / odi sacrosanti da allimentare / E motivi buoni anche per morire / senza vergognose piccole paure / E questo nulla finirà…».«M... come illusione» parla invece di uomo e di un'èra che i «nostalgici» (??) della mia età non hanno neppur anagraficamente conosciuto e che sembrano accuratamente cancellati dalle pagine della Storia...

EMILIO CARBONE


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