Concerto «skin» per pochi
Testata: LA NUOVA SARDEGNA
Data:5 agosto 2007Autore: Laura Lusso
Tipologia: Specifico
Locazione in archivio
Stato:RecuperatoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Recuperati,La Nuova sardegna 2007-08-05
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A Capoterra clima d’assedio ma niente disordini. Diserzioni tra le band invitate
CAPOTERRA. Un clima da stato d’assedio. Un paese blindato. Così è apparsa Capoterra al pubblico (per nulla numeroso) del concerto dell’ultra-destra. Numerosi posti di blocco, divisi tra polizia e carabinieri, hanno presidiato i punti di accesso. Alla fine il concerto organizzato da Sardegna Skinheads, Blocco Studentesco e Rock in fiamme, segnato in questi giorni da polemiche accese e con preoccupazioni per la segretezza del luogo e dell’ora del rave, ha ceduto il passo a un triste caseggiato in campagna di proprietà di una famiglia capoterrese.
Nella località di Santa Lucia, poco prima del bivio per la chiesetta campestre, un cancello presidiato da un gruppo di teste rasate magliette nere ed enormi tatuaggi sulle braccia. Dal cancello a uno spiazzo all’aperto dove sono parcheggiate non più di settantacinque auto. L’aria che si respira è caratterizzata da squadre di servizio d’ordine che bloccano ogni sconosciuto con richieste del tenore «Chi siete? Da dove venite? Siete giornalisti?». Il clima è di pesante diffidenza, traspare una forte tensione dovuta certamente alla vigilia movimementata. All’interno del capannone tavoli e panche con ragazzi che chiacchierano tra loro in attesa delle band musicali. Apparentemente è tutto sereno e ordinato, quasi a dimostrare quello che gli organizzatori hanno detto sin dall’inizio; sarà un raduno pacifico. Due dell’organizzazione pretendono quello che accade in ogni concerto: 10 euro per il biglietto, e si alza la protesta di altri giovani. Il sito web Seidiventatanera, faceva sapere che l’ingresso sarebbe stato gratuito: «Abbiamo avuto problemi con la Siae, dobbiamo recuperare un po’ di soldi», questa la risposta. Nel frattempo, circola la voce, subito confermata, che due delle sette band musicali non ci saranno: “La Peggio Gioventù” di Roma e il gruppo sassarese Kuntra hanno dato forfait. I sassaresi avrebbero disertato dopo le accese polemiche degli ultimi giorni, fa sapere uno degli organizzatori.
Alla stessa ora, in piazza Brigata Sassari, c’è un’altra manifestazione: è il sit-in organizzato da Rifondazione Comunista, Ds, Comunisti Italiani e Sardisti. E’ la risposta della Sinistra unita contro il concerto delle della frange neofasciste.
«Non vogliamo che Capoterra diventi la capitale di certi raduni. La nostra è una comunità pacifica che si richiama a valori della resistenza e della lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo. Non a caso abbiamo organizzato l’incontro in questa piazza, di fronte al monumento ai Caduti, per onorare la loro memoria e il loro sacrificio per la libertà del paese», dichiara Efisio Demuro, segretario dei Democratici di Sinistra di Cagliari.
Tanti i politici presenti al sit in, che ha chiesto con forza che il concerto fosse fosse annullato. «Non permetteremo che gruppi di neofascisti occupino le nostre piazze e i nostri paesi», sbotta secco Mariano Strazzeri, vicesindaco di Elmas. I sardisti, con il consigliere comunale Oreste Pili, ricordano la lotta partigiana contro il nazifascismo: «Questi sono i nipoti dei fascisti della prima ora che, come sappiamo, dal manganello e olio di ricino sono passati ai gravissimi eventi del ventennio fascista con la privazione di massa delle libertà costituzionali». Non ci sono stati incidenti. Tutti sono rimasti dalla loro parte. Gli skin chiusi nel capannone per il loro «Mussolini rock», il popolo della Sinistra all’aria aperta e liberi, a cantare «O bella ciao».