Colonna sonora di una generazione
Testata: SECOLO D'ITALIA
Data:22 novembre 2002Autore: Federico Gennaccari
Tipologia: Specifico
Locazione in archivio
Stato:OriginaleLocazione: ASMA,RS2-0017,18
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Cosa ha rappresentato per la giovane destra il gruppo padovano
Colonna sonora di una generazione
FEDERICO GENNACCARI
SENZA alcun dubbio parlare della Compagnia dell'Anello equivale a raccontare 30 annidi musica alternativa Infatti il gruppo padovano di Mario Bortoluzzi vanta almeno sette "record" che contano per l'ambiente politico della giovane destra. Il primo è quello di essere stato il primo complesso di musica alternativa Era il 1973 e Mario con Roberto Meconcelli, Gigi Toso, Fabio Ragno e Loris Lombroni formò il Gruppo Padovano di Protesta nazionale. Secondo: aver composto la prima canzone, "Padova 17 giugno", scritta dopo l'assalto omicida delle Brigate Rosse alla federazione del MSI-DN, in cui vennero uccisi Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola Terzo: aver inciso "Il domani appartiene a noi" ovvero l'inno della giovane destra. Quattro: essere stati fedeli al nome di Compagnia dell'Anello, assunto nel 1977 (con Mario c'era Junio Guariento). Infatti la formazione di almeno sei elementi è sempre cambiata, da vera Compagnia dato che intorno a Mario si sono alternate negli anni circa una ventina di persone, provenienti da tutta Italia: non solo Padova, ma anche Palestrina, Rimini, Milano (speriamo di non aver dimenticato qualche altra città). Quinto: gruppo più "prolifico" come album. La Compagnia ha inciso una musicassetta ("Dedicato all'Europa" nel 1977) e due dischi ("Terra di Thule" nel 1983 e "In rotta per Bisanzio" nel 1990), oltre a due album "live": "Concerto per Almerigo" (registrata a Trieste il 28 giugno 1987, omaggio all'indimenticabile Almerigo Grilz, prima dirigente del FdG e poi brillante fotoreporter, ucciso in Mozambico mentre documentava una delle guerre scomode e dimenticate di quegli anni) e "Concerto del Ventennale" (registrato a Monza l'8 dicembre 1996 assieme agli Amici del Vento per festeggiare i vent'anni dalle prime registrazioni di musica alternativa). Sesto: il gruppo più "riflessivo" (e qui non ce ne vorranno Mario, Marinella e gli altri) dato che tra un lavoro e l'altro le pause sono state assai lunghe dato che sono occorsi 6,7 e 10 anni (10 anni è anche il divario tra i due album live). Il settimo, infine, è il record più bello; quello che in fondo ce li fa dimenticare tutti: la Compagnia dell'Anello è stato l'unico gruppo che in questi 30 anni è sempre stato in attività.
Magari un'attività non esasperata, spesso col "contagocce" dato che in alcuni anni i concerti tenuti SI sono potuti contare sulle dita di una mano.
Non ci si deve meravigliare perché la Compagnia non è un gruppo di musicisti professionisti, ma un gruppo di musicisti dilettanti (ma non si deve pensare aduna qualità inferiore) ed essendo una Compagnia non sono mai mancati i problemi "logistici"per combinare le esigenze di tutti. E per il resto parlano le loro canzoni, brani che hanno accompagnato gli ultimi trent'anni (e almeno tre generazioni) della giovane destra come del resto quelle degli Amici del vento, degli Zetapiemme, di Fabrizio Marzi, di Michele Di Fiò etc. Brani che inizialmente hanno raccontato gli anni '70, gli "Anni di porfido" riprendendo l'aspetto cabarettistico ("Boris e Ivan"), oppure raccontando le inchieste contro i giovani missini con un filo di ironia come nel caso di "Police's blues" e "La ballata del nero" e anche senza come "A Piero" o "La rivolta degli atenei" o con la poesia de "La canzone del lago" per superare gli odi della guerra civile nel 1943-45. Canzoni per guardare oltreconfine come "Dedicato all'Europa", "La foiba di San Giuliano", "Jan Palach" e "Alato Escoffier", il giovane francese che come Palach SI bruciò a Parigi davanti alla sede delle linee aeree sovietiche per protestare contro le dittature comuniste. Canzoni semplici da voce e chitarre, poi seguite da elaborazioni sempre più complete con l'utilizzo di strumenti come il flauto o addirittura la cornamusa per descrivere al meglio le atmosfere medievaleggianti (e tolkieniane) di "Terra di Thule", "Il costume del cervo bianco", "li contadino, il monaco, il guerriero" oppure quelle più sofisticate de "In rotta per Bisanzio" con le suggestive note di "Bag Pipe March" e "Al largo della laguna" oppure le storie di "Gahel" e "Canto di un cavaliere errante" e la ricerca filosofico-spirituale di "Giornate di settembre" e "Lhasa". Canzoni per stare sempre "Sulla strada" della vita e dell'impegno, come cantano in questo brano che può essere considerato il loro manifesto: "Strade d'Europa, stanchi, sporchi, ma felici, prendi dalla vita ciò che puoi, porta il tuo canto fino in Romania, bacia il grano di Budapest Cerca fra le rocce grigie di Stonehenge, braci nella notte, bevi il the, parla con i venti che vanno verso nord canta con il lama di Rikon.. Fiori e sorrisi sulla strada verso il sud, indica il leone "Tibi Pax", danza nel castello sulla rocca di Cison, poeti e cavalieri insieme a te... Strade d'Europa, nello zaino libertà, forse un giorno l'ombra fuggirà, le sue mani sporche dal sole leverà, un'aquila è nel cielo sopra te".