Quando musica e poesia toccavano le verità profonde
Testata: SECOLO D'ITALIA
Data:7 gennaio 2003Autore: Nicola Vacca
Tipologia: Recensione
Locazione in archivio
Stato:OriginaleLocazione: ASMA,RS2-0018,15
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Quando musica e poesia toccano le verità profonde
NICOLA VACCA
La musica .e la poesia sono gli unici linguaggi che avvicinano i cuori degli esseri umani. Ho ascoltato in silenzio le verità profonde delle parole in musica del nuovo cd della Compagnia dell'Anello Di là dall'acqua e subito sono venute fuori emozioni difficili da trattenere. La voce delle onde del cuore, sulla rotta di Jünger, segue il volo del falco: dal «grigio quotidiano» ci libera la memoria antica di poemi rivelati e pensati ad alta quota. Dagli angoli nascosti dei pensieri nasce la poesia e «pensare con chiarezza / cercare di capire / fra i tanti falsi miti / qualcosa di più vero» è la forte sensazione che fa battere i cuori desiderosi di stupirsi sempre di fronte al Creato. Il richiamo alla Bellezza del paesaggio naturale incontaminato ci fa riscoprire l'origine dell'esser nati antichi, pronti, oggi come ieri, a difendere «le lagune intossicate / dai veleni dei moderni».
Oggi come ieri, fedeli, cantiamo le passioni, i sentimenti, i valori di sensazioni ritrovate di paesaggi scomparsi. Uguali nella nostra immutata identità di ideali sfidiamo le maschere di chi ha rinnegato il passato stregato dal falso mito della ruota del La voce delle onde che porta verità profonde oggi è oscurata dal rumore del caos e la terra piange perché «contro l'uomo no / andare non si può». Bisogna svegliarsi dal sonno della modernità, tornare a riscoprire quella fede antica, quelle ragioni più vere, gli ideali che hanno fatto diventare il sentire delle emozioni bandiere del cuore da sventolare con orgoglio. Non lasciamo spirare completamente la voce del nostro cuore nel deserto del tempo che fugge, ascoltiamo la musica della poesia pensata ad alta quota che ci suggerisce il volo del falco, ritroveremo la strada smarrita dai predicatori della memoria corta, sconfiggeremo «la feccia giacobina che ubriaca, impazza e diventa assassina».
Agli uomini che dimenticano risponderemo con la passione e la coerenza delle idee ancora vive, che, antiche e immortali, parlano al mondo con il linguaggio della Bellezza e dell'Eternità. Applausi ai vegliardi. Ovazioni alle sentinelle che non tradiscono le loro consegne. Nessuno dorma, altrimenti la notte dell'intelligenza sarà eterna. tempo che segue il nuovo anonimo che avanza. La poesia in musica della Compagnia dell'Anello ci avverte che «Stiamo buttando alle ortiche / per inseguire il potere / la nostra fede più antica / e le ragioni più vere». Il nemico invisibile cela le sue falsità annidato nel nascondiglio delle apparenze del presente che senza cuore assassina le memorie ideali di un passato denso di valori e tradizioni. Avete ragione, cari amici, quando cantate che «c'è qualcosa che stona / in questo ragionamento». È la memoria corta di coloro che hanno dimenticato la poesia sincera delle emozioni vere, quelle diventate bandiere perché conservate nella mente e nel cuore. Senza il segreto vincente della lealtà di un cuore puro, aperto a credere, non è possibile attraversare percorsi interiori. Riscopriamo, con il sentimento della profonda nostalgia, il desiderio di essere nati antichi, seguiamo in silenzio il volo del falco che ci condurrà in cima alla montagna ritrovata dove sarà facile ascoltare la Bellezza dei poemi pensati ad alta quota. Smascheriamo insieme i mestieranti dell'ambiguità, predicatori del falso vero che per il sensazionalismo di una storia da copertina disarmano desideri e identità.