Di là dall'acqua
Testata: LETTERATURA TRADIZIONE
Data: marzo 2004Autore: Paolo Zuccolo Arrigoni
Tipologia: Recensione
Locazione in archivio
Stato:CopiaLocazione: ASMA,RS2-0018,26
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"Di là dall'acqua"
CD della -Compagnia dell'Anello –
di Paolo Zuccolo Arrigoni
Da qualche tempo sollecitavo la Compagnia dell'Anello per un'intervista. La risposta però era sempre la stessa: quando il nuovo CD sarà pronto, allora potremo parlarne. Dal 9 novembre scorso l'ultimo lavoro “DI LÀ DALL'ACQUA” è in distribuzione e, puntuale, qualche giorno prima, arriva la telefonata: “Il lavoro è finito, c'è spazio per l'intervista su Letteratura e Tradizione?”. Rispondo provocatoriamente dicendo: “è l'ennesima volta che ne parliamo...” ma poi dichiaro: “certo che c'è spazio per voi, per la Compagnia dell'Anello!” Bene, allora m'invitano a casa loro per ascoltare il master e subito premettono: “scusa per il disordine ma abbiamo appena finito le prove per il concerto di Milano”. In effetti, mi muovo a fatica fra amplificatori, casse. audio, mixer e grovigli di cavi. Un enorme gatto di nome Sir Wallace sonnecchia accovacciato su una tastiera. Con un sorriso Marinella Di Nunzio dice: “Noi lavoriamo in casa, non abbiamo una vera e propria sala prove”. Quest'immediata schiettezza mi fa pensare all'autenticità della loro passione. Subito dopo Mario Bortoluzzi, voce e autore del gruppo, accende lo stereo e mi porge sia le prove grafiche per la copertina, sia i testi dei brani per poter meglio seguire l'ascolto. La prima canzone, “di là dall'acqua” dedicata alle terre italiane d'Istria e Dalmazia è già stata suonata in pubblico in occasione del Concerto del Ventennale tenutosi a Monza nel 1997. La passione di Mario per quei luoghi è smisurata. Non sopporta l'oblio ufficiale della Madrepatria nei testi scolastici durato per cinquant'anni, non sopporta che nelle carte geografiche italiane i nomi delle località dalmate siano scritti in croato. E lo canta, per far conoscere alle giovani generazioni una storia che non si può dimenticare. Brontolo un po': “sempre le stesse storie sui confini che la gente vuoi cambiare”.
La risposta: “nessuno vuol cambiare i confini imposti da una sconfitta militare: si tratta semplicemente di imporre a Croazia e Slovenia, se vogliono entrare in Europa, di restituire le case confiscate ai nostri esuli e di chiedere scusa per i ventimila italiani infoibati dai titini. Credo che un governo di centrodestra dovrebbe almeno provare a farlo”. Leggo i testi, in particolare “il volo del falco”. Esordisco: “anche Grignani ha scritto una cosa simile”. Nessuna risposta affrettata. “Ci .siamo ispirati ad esperienze personali e agli scritti sull'alpinismo esoterico di Evola,.Dùmal e Rudatis, lo scopo è di suscitare in chi ascolta il senso dell'ascesa che è fisica ma soprattutto spirituale e punta al superamento delle condizioni meramente materiali per tendere al divino che è in ogni uomo. Il falco è il simbolo di quest'ascesa, quasi uno spirito che dall'alto osserva con calma il progressivo miglioramento di chi sale”.
Interviene Marinella: “ne il volo del falco abbiamo usato un quartetto d'archi: viola, violoncello, due violini e un piano acustico a coda perciò l'ascolto del brano è leggero, evanescente e stilisticamente essenziale”. Nel brano Millo, Mario parla del fratello e dice: “in fondo siamo simili, lui dipinge ed esprime le sue emozioni sulla tela io provo a trasmetterle con le canzoni”. E aggiunge: “ nelle nostre canzoni parliamo per metafore e tentiamo di farlo in modo semplice, senza messaggi subliminali, soprattutto oggi che la gente è convinta che per comunicare bisogna avere, mostrare o peggio ostentare, per noi è più importante essere”. Ascoltiamo il brano strumentale per chitarra, Pro aquis una musica tradizionale celtica arrangiata dal filosofo-musicista Massimo Di Nunzio fratello maggiore di Marinella. Ancora il tema dell'acqua presente nel titolo del CD e in alcune canzoni, a condurre l'ascoltatore in un viaggio del mito e del sogno.
Domando: “come mai l'uso simbolico dell'acqua e del viaggio in tutte le vostre produzioni dal 1983 ad oggi ?” Rispondono: “Thule è un'isola e ha ispirato il titolo del primo LP ufficiale della Compagnia poi, ci siamo rimessi in viaggio con il secondo lavoro - per nave - in rotta per Bisanzio, sulle orme della IV^ crociata, infine, con di la dall'acqua abbiamo completato la trilogia cercando le radici del nostro essere veneti e italiani attraverso un atto di amore per le terre d'oltremare provando a ripristinare la funzione tradizionale di coloro che con il canto trasmettono la memoria. L'acqua è l'elemento comune che unisce questi tre viaggi intorno alla ricerca dei valori perenni che non hanno età perché sono antichi quanto l'uomo.” La mia domanda sorge spontanea : “ ma questi valori come sono stati scelti?”. Ancora Mario: “A partire dall'adolescenza e via via maturando negli anni abbiamo avuto l'occasione di formarci una comune visione della vita basata sull'idea che parole come onore, coraggio, fedeltà, spirito di servizio, lealtà non possono essere lasciate immobili ad ammuffire sullo scaffale delle buone intenzioni ma devono invece essere praticate nel vivere quotidiano. A volte anche combattendo contro noi stessi e i nostri limiti. Ammetto che molto hanno contribuito le letture giovanili a cominciare dai romanzi del ciclo arturiano e dalle opere di Scott, Dumas e Tolkien, gli scritti di Guenòn e di Evola e, sul versante politico-religioso, la scoperta di Codreanu che, per quanto mi riguarda, ha rappresentato e continua a rappresentare un esempio inimitabile di ciò che dovrebbe essere l'approccio ideale alla politica”. Di brano in brano ascoltiamo anche Volo su Zara dedicato alla città dalmata distrutta da un bombardamento alleato su richiesta del Maresciallo Tito per cancellare ogni traccia di italianità da quei luoghi. Il parallelo con Dresda sorge spontaneo.
“La musica, dice Marinella, è stata scritta per dare il senso del volo a chi ascolta, immaginando di sorvolare la città quando ancora era intatta; prima della distruzione. Anche l'uso della cornamusa è stato deciso per rendere più leggero l'intero brano”. Dopo aver ascoltato Anche se tutti... noi no!, atto di denuncia contro certe dichiarazioni neo liberiste a volte rilasciate da esponenti del maggior partito della Destra italiana, arriviamo all'ultima canzone dell'album Solstitium. “Nel mondo attuale siamo troppo abituati a vivere in case calde e accoglienti, dimenticando spesso il significato che gli antichi davano alla notte più lunga dell'anno. Quando l'attesa per il ritorno della luce era vissuta con trepidazione e con speranza dalle famiglie riunite attorno ai focolare. Anche il Natale cristiano andrebbe vissuto nella consapevolezza della preesistente tradizione solstiziale che poi si è fusa con la nascita del Cristo - Sole del mondo”. Ultima domanda per Mario: “Ma tu hai un sogno, quello famoso, chiuso nel cassetto, che ogni tanto ritorna, ogni tanto ti assale?” “Naturalmente. Mi piacerebbe vivere di più vicino alla natura, magari in un piccolo eremo in mezzo ad un bosco, seguendo in pace l'avvicendarsi delle stagioni e lontano dalla frenesia di un vivere quotidiano votato all'autodistruzione. A volte, per brevi periodi, riesco a realizzare questo sogno e allora sono proprio felice”. “Assurdo - obbietto - una persona che scrive canzoni per comunicarle agli altri si rintana nella natura?”. “Certo, ma è solo così che trovo l'ispirazione perché il contatto con l'io interiore è favorito anche dalle condizioni esterne La calma e il silenzio ti purificano meglio di ogni medicina, disintossicandoti dai veleni del mondo moderno. Spero che Di la dall'acqua possa offrire a chi l'ascolta energia e solarità utili, per dirla con Gianfranco De Turris, per sopravvivere alla modernità