Rassegna Stampa

Concerto per Carlo firmato Amici del Vento

Testata: SECOLO D'ITALIA

Data:15 dicembre 1993
Autore: Federico Gennaccari
Tipologia: Reportage concerto

Locazione in archivio

Stato:Smontato originale
Locazione: ASMA,RS2-0006,35

Torna alla Rassegna Stampa
Il popolare gruppo di musica alternativa è tornato ad esibirsi a Milano a 10 anni dalla scomparsa del suo leader. Una serata di canzoni degli anni '70 e di oggi per far rivivere il passato guardando il futuro.

Lo striscione con scritto sullo sfondo Carlo e in primo piano "Note di lotta e di fede" che campeggiava in galleria al teatro Rosetum di Milano ha sintetizzato meglio di qualsiasi discorso il concerto tenuto dagli Amici del Vento per ricordare il leader, il creatore, voce e anima del gruppo a dieci anni dalla scomparsa avvenuta nel dicembre 1983 in un incidente stadale. Un concerto che ha voluto presentare non solo le più belle canzoni del gruppo milanese, ma anche di altri esponenti della musica alternativa per raccontare una storia e ripercorrere un itinerario. Canzoni che meglio di tanti discorsi e immagini hanno riportato la memoria indietro negli anni, ricostruendone immediatamente l'atmosfera, ma non solo canzoni amarcord, poiché sono quelle stesse parole in musica che hanno poi accompagnato l'impegno delle generazioni successive negli anni Ottanta ed anche in questi anni Novanta, come hanno dimostrato i giovanissimi presenti che hanno cantato tutti i brani, sia i quattro scritti negli ultimi anni, sia tutti gli altri che risalgono al 1975-1980. Certo, alcune canzoni si sono dimostrate decisamente sorpassate appartenenti ad un'era ormai lontana, però questo lo possiamo dire oggi col senno del poi, mentre allora, oltre ad essere tragicamente attuali, erano utopistiche profetiche, poiché il comunismo e la partitocrazia sembravano davvero due nemici invincibili ed invece oggi, nel 1993 sono stati tutti e due definitavente sconfitti, adesso l'impegno sta nel far si che non vengano restaurati in nessun modo oltre che contro i nuovi nemici: il materialismo, il consumismo, l'edonismo, e il mondialismo. Quindi grande attesa per questo concerto, soprattutto alla luce di un silenzio di anni da parte degli Amici del Vento, seguito alla morte di Carlo Venturino, avvenuta il 27 Dicembre 1983. Un silenzio interrotto solo due volte in maniera ufficiale, 1986 per un concerto al cinema Argentina di Milano e nel 1988 a Verona, quando è stata inaugurata una strada a Segio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù di Milano barbaramento massacrato a colpi di spranga da estremisti di sinistra nel 1975, e una ufficiosa qualche settimana fa alla Festa del Secolo, di Milano in una breve partecipazione alla serata con Leo Valeriano, Walter Jeder e Fabrizio Marzi, altri esponenti della musica alternativa degli anni Settanta. Il concerto del 1986 venne presentato da Marco Venturino, fratello di Carlo, con queste parole "Abbiamo deciso di suonare ancora per due motici precisi. Il primo motivo: per i vecchi camerati, per quelli che ci hanno visto nascere, per quelli che hanno combattuto con noi. Vorremmo che queste canzoni fossero il nostro modo per dire grazie a tutti loro, a tutti voi. Il secondo motivo non meno importante è per i giovani camerati. Per quelli che forse non ci hanno mai sentito o forse hanno solo sentito parlare di noi. Ecco vorremmo a loro regalare un pensiero che dice che si può credere in un'idea, si può avere una fede, senza essere dei fanatici; che si può essere coraggiosi senza essere violenti, che soprattutto non si può essere dei camerati si prima non si impara a diventare degli uomini":
Parole che potevano essere utilazzate anche questa volta, tanto più che in questo 1993 sono state ripubblicate in versione rimasterizzata le due cassette originali del gruppo "Trama nera" e "Girotondo" e poi proprio per la passione senza età dimostrata nei confronti di tale iniziativa che ha accontentato in parte il bisogno
nuovo di canzoni impegnate e di lotta da parte soprattuitti dei giovanissimi, nuove generazioni che in ogni parte d'Italia s'impegnano politicamente nella scuola e nel lavoro, marco Venturino si è convinto a tornare in sala per realizzare "Vecchi ribelle" la musicassetta che contiene le quattro canzoni scritte da Carlo rimaste inedite e le cinque nuove scritte da Marco in questi ultimi anni. Invece, stavolta più che lo spazio alle parole, hanno preferito lasciarlo alla musica, alle canzoni presentate da Guido Giraudo, che come al solito, è sempre stato il suo ruolo nel gruppo, ha avuto il compito di accompagnare gli oltre 600 spettatori, la sala era per 400 ma ce n'erano dappertutto, persino sul palco ai lati e dietro gli Amici del Vento, in questo viaggio canoro con Marco Venturino e Fabio Constantinescu alle chitarre, Cristina Costantinescu alla voce e i nuovi Davide alla chitarra elettrica e Gianluca alla batteria. Un viaggio partito con Ritorno (il rientro a casa di un reduce della Rsi) e Jean (canzone degli ZPM dedicata ai volontari francesi e di altre nazioni europee che andarono a morire a Berlino nel maggio 1945 per difendere l'Europa) Itali, Europa ovvero Patria seguita da Il nostro tempo e Il nero si volta.. Di Loris Lombroni per delineare un poì l'identikit di chi ha scelto di schierarsi a destra. Una scelta controcorrene che del Sessantotto ricorda soprattutto l'invasione della Cvecoslovacchia e il sacrificio di Jan Palach, ovvero Praga '68 degli ZPM. Una scelta che in venticinque hanno pagato con al vita, da Uo Venturini, ucciso a Genova nel 1970, a Paolo Di Nella, sprangato a morte a Roma nel 1083, passando per tutte le altre vittime degli anni di piombo, da Carlo Falvella ai fratelli Mattei, da Mario Zicchieri a Mikis Mantakas, alla memoria del quale venne scritta "Nel suo nome" . Canzoni tristi, tragiche, di rabbia ma anche piene di ironia per sbeffeggiare gli avversari con l'arma della satira come avevano insegnato giornalisti come Guareschi e il suo Candido o cabaret controcorrente come il Bagaglino e il Giardino dei Supplizi. Ironia del mix di Trama nera (dedicata ai giornali democratici che ovunque vedevano golpe) "La ballata del compagno" (impietosa analisi per evidenziare non solo le loro contraddizioni politiche ma soprattutto la loro falsità e meschinità umana) e "Forchette nazionali" (le denunce di Tangentopoli di 20 anni fa rimaste ovviamente inascoltate) Quindi dopo una pausa, come tutte le esibizioni in teatro, il concerto è ripreso con la lettura del telegramma inviato a Marco e Guido dal segretario del Msi-Dn Gianfranco Fini impossibilitato a partecipare di persona a causa della campagna elettorale, per ricordare un amico come Carlo (messaggi sono stati inviati anche da altri ragazzi degli anni Settanta e dei Campi Hobbit, come Maurizio Gasparri, Roberto Menia ecc anche loro impegnati a Roma, Trieste, Napoli, Latina, Chieti e in altre città per l'affermazione della destra e dei suoi candidati) L'impegno, la militanza politica spesso hanno significato carcere (Canto di galera) qualcuno si è poi lasciato coinvolgere andando oltre una vita ribelle (Come Pietro) di Fabrizio Marzi vivendo un conflitto interno per la scelta tra una vita in azione e una vita quotidiana. Ma si può essere impegnati anche nella vita quiotidiana, come hanno fatto sia Carlo che Marco, entrambi medici (oltre chhe militanti e cantautori) e per questo molto sensibili alla cultura della vita contro quella della morte, contro l'aborto e le sostanze stupefacenti, divenute battaglie politiche. Battaglie politiche che hanno portato morti vere come le guerre e non metaforiche che hanno visto lottare contro il comunismo milioni di persone in ogni parte del mondo (il mix di Saigon, Afghanistan e Vecchi amici) Sono arrivati cos' gli anni '80 che hanno permesso di leggere il decennio precedente con una chiave di lettura diversa, alla luce di quelle rivelazioni come quella dell'omicidio di Sergio Ramelli (Anni settanta) e del prezzo pagato per una militanza politica in anni di riflusso (Vecchio ribelle) un impegno che però coincide con quelli di tanti altri (Amici miei) pronti a giocarsi la vita per ciò che si crede per un sì o per un no anche per testimoniare la grande speranza che "Il domani appartiene a noi" come recitava la nota canzone della Compagnia dell'Anello eseguita a luci accese e pubblico tutto in piedi. Però una serata così non poteva finire senza i cosiddetti bis ed il sipario si è riaperto prima per la bellissima "A Carlo" eseguita da Marco in un religioso silenzio e poi la corale Amici del Vento, l'inno del gruppo cantato anche da alcuni presenti illustri in sala come Fabrizio Marzi, Walter Jeder e Mario Bortoluzzi della Compagnia dell'Anello. Una bellissima serata, un bellissimo concerto nonostante qualche piccola imperfezione tecnica e Guido troppo teso, emozionato costretto a leggere. Marco da parte sua ce l'ha messa tutta, in più di un'occasione applaudito a scena aperta, anche per la grinta e la dolcezza con cui ha cantato, sentimenti che i cantanti professioisti non lasciano trapelare, queste canzoni scritte con il cuore e vissute sulla propria pelle, creando un feeling particolare con il pubblico coinvolto dall'inizio alla fine. Si perché abbiamo cantato titti bene o male, non importa se in un orecchio ci ha cantato a squarciagola, in maniera non perfettamente intonata uno dei ragazzi di Verona, guidati da Nicola Pasetto per il servizio d'ordine, Fuori il termometro misurarava zero gradi ma dentro il teatro sprigionava un calore incredibile, il calore di un concerto che speriamo non resti un evento unico, soprattutto perché i tempi stanno cambiando, ci stanno dando ragione, come ha scritto Guido Giraudo nella premessa del libretto venduto in sala per autofinanziare, il concerto ovviamente era gratuito, "Ecco perché abbiamo sentito ancora il dovere di parlare di Carlo, di reincidere le sue canzoni, di riscrivere questo libretto, di tornare a cantare non solo le lòacrime, non solo gli ideali bellissimi ma ora forse anche un grande sogno che si avvererà per le generazioni future, al rinascita della nostra Patria" Grazie Carlo, grazie Guido, grazie Marco, grazie a tutti noi.. Amici del Vento


Gruppi citati

AMICI DEL VENTO

Concerti:

LE PIÙ BELLE CANZONI CONTRO DEGLI ANNI ‘70