Rassegna Stampa

Pensieri e parole dedicati a Michele

Testata: IL GIORNALE D'ITALIA (online)

Data:19 settembre 2013
Autore: Cristina Di Giorgi
Tipologia: Specifico

Locazione in archivio

Stato:Pdf Rivista completa
Locazione: ASDI-Archivio digitale RS,Il Giornale d'Italia,IlGiornaledItalia_20130919

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“Michele era una grande persona. Non mollava mai. Era sempre disponibile con tutti. Anche nelle difficoltà che ha incontrato nella vita, è sempre riuscito a tenersi a galla. Ha affrontato tutti i problemi che si è trovato di fronte a testa alta. Sempre presente, sempre in movimento. Solo la morte, arrivata improvvisamente, è riuscita a fermarlo”.
Stefano Pantini

“Aveva una personalità vulcanica. Era pieno di iniziative e di idee, sia a livello imprenditoriale sia musicale. Una delle sue più grandi qualità era la coerenza: durante il suo percorso Michele è infatti sempre rimasto fedele alle nostre Idee e ha mantenuto impegni e promesse anche quando risultava difficile. Di fronte ad una persona così, bisogna solo togliersi il cappello. E andare fieri della sua preziosa amicizia”.
Fabrizio Pancini “Marzi”

“Quello che faceva, spesso era sopra le righe. E tutto condito da ironia. Lui amava provocare, ma al tempo stesso aveva capacità di impresa e una poesia che viene fuori, delicata e forte, dalle sue canzoni”.
Giovanni Belfiori

“Il suo stile era melodico ma nello stesso tempo arrabbiato. Era molto bravo con la chitarra. Affrontava non solo temi strettamente politici, ma nelle sue ballate parlava di amore, di aborto, di società, di femminismo, di emigrazione, di decadenza del sistema, ma soprattutto di speranza. Il suo più grande cruccio fu sempre quello di essere stato lasciato solo dalle strutture del partito, l’allora MSI, i cui dirigenti non ebbero la lungimiranza per capire di quale utilità sarebbe stata la creazione di un circuito musicale giovanile alternativo, con tanto di casa discografica, rivista e quant’altro. Chi lo capì, ma non fu ugualmente ascoltato, fu Teodoro Buontempo, che con la sua Radio Alternativa causò un epocale cambiamento nel costume giovanile missino”.
Antonio Pannullo (Il Secolo d’Italia)


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