Ada, voce politicamente scorretta
Testata: LINEA
Data:5 marzo 2010Autore: Teresa Alquati
Tipologia: Specifico
Locazione in archivio
Stato:PdfLocazione: File+ASMA,RS5-0001,14
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Ada, voce politicamente scorretta
La ventunenne cantautrice monzese e il suo modo di far musica: un approccio veramente “militante”
«La musica non conforme avrà un futuro, ma deve guardare avanti, sperimentare». Ada Oppedisano è giovanissima, appena 21 anni, ma è già una musicista sperimentata, voce quasi “storica” di quella galassia politico-creativa che gravita attorno a Casa Pound. Eppure Ada, monzese che studia Storia contemporanea alla Cattolica di Milano, ha iniziato ad apprezzare la musica alternativa grazie ad uno zio che le propinava Amici del Vento, Compagnia dell’Anello, Fabrizio Marzi, Massimino. E quello di Ada, inevitabilmente, è stato un approccio musicale alla politica. Testi che la intrigavano, che la spingevano a studiare, ad approfondire, a capire. Mentre la sua abilità musicale continuava a crescere. «Ho iniziato a suonare la chitarra a 7 anni. I miei genitori la suonavano entrambi, me l’hanno regalata e sono stati i miei primi insegnanti». La voglia di sperimentare non è mai mancata alla ragazza monzese, trasmigrata dal rock melodico al folk celtico per arrivare al metal prima di riscoprire la sua “anima irlandese” nonostante le origini familiari del sud Italia.
Sicuramente precoce come musicista, lo è stata anche come compositrice. Ha infatti relizzato le prime canzoni all’età di 15-16 anni. E l’incontro con altre ragazze di area ha portato Ada a far parte di Esperia, gruppo interamente femminile con cui ha inciso il disco “La terra dei padri” (edizioni Lorien). Un’esperienza breve, interrotta non per beghe personali ma per dissapori politici. Inconvenienti della militanza (Fiamma e poi Casa Pound), sicuramente preferibili alle sceneggiate da jet set.
Ada ha ripreso a suonare e cantare da sola, poi una breve parentesi con un percussionista e cantante milanese con cui si è esibita a Madrid e nelle Fiandre, quindi di nuovo come solista. Anche se proprio il tipo di serate militanti la porta spesso a cantare con altri gruppi che incontra in giro per l’Italia. Come con l’Asso Band ed i Ribelli d’Indastria, domani sera all’Asso di Bastoni a Torino. «Mi piace suonare la musica alternativa degli altri gruppi» assicura Ada. Che predilige ora gli Zetazeroalfa, Ultima Frontiera, 270 bis mentre tra i gruppi ed i cantanti degli anni 70-80 sceglierebbe, a livello musicale, Massimino. Ovviamente, però, nelle serate propone la sua rivisitazione di ballate come l’irlandese “Fields of Athernay”, resa più vivace. E, soprattutto, canta e suona le sue canzoni (concedendosi pure qualche citazione di Rino Gaetano). Un repertorio che spazia da “La Terra dei padri” a “Me ne frego”, da “Etruria” a “Fuoco nella notte”, da “Fino alla vittoria” a “Magna Grecia”. Già i titoli sono indicativi di un tipo particolare di canzone. Di un modo di far musica realmente militante. Dove i testi non sono quelli di Sanremo né di Amici o di X Factor. «Me ne frego del tuo mondo corrotto, me ne frego del tuo consumismo, me ne frego del tuo dio denaro, me ne frego ho spiccato il volo... Me ne frego del comunismo, me ne frego degli americani, me ne frego della società, me ne frego sono fascista». Politicamente scorretta, giovanilmente arrabbiata, coraggiosamente militante. Chitarra e voce, come negli Anni 70. Ma sicuramente con il bagaglio dell’esperienza maturata dai gruppi storici, con una professionalità cresciuta nel tempo in tutta l’area non conforme. E, per Ada, anche la fortuna di possedere una voce stupenda, in grado di interpretare magicamente non solo i propri brani ma anche le canzoni altrui.
Teresa Alquati