“3 domande a…”: intervista a Mario Bortoluzzi (Compagnia dell’Anello) e Persiko (Aurora)
Testata: CONCERTO PER CARLO 2013
Data:17 ottobre 2013Tipologia: Intervista
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Concerto per Carlo 2013,Concerto per Carlo 2013 2013-10-17
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Mario Bortoluzzi
1) Tu hai conosciuto Carlo Venturino: che ricordo ne hai?
Un ragazzo dal carattere fermo ma, al tempo stesso, gentile e sempre pronto ad ascoltare gli altri. Generoso e accogliente, educatissimo (dote piuttosto rara al giorno d’oggi ma anche negli anni ’80). Possedeva il dono di saper usare bene le parole: i testi delle sue canzoni sono sempre stati un capolavoro di equilibrio, buon gusto e sapevano offrire grandi emozioni. Lo incontrai l’ultima volta a Milano, di ritorno da una visita in Piemonte. Passammo alcune ore liete insieme con lui, Marco, Guido, Cristina e mia moglie (noi appena sposati). La notizia della sua scomparsa ci lasciò attoniti e orfani di una delle voci più belle della canzone alternativa.
2) Come ti stai trovato a dover “reinterpretare” due canzoni degli Amici del Vento
Una grande responsabilità… Tentare di evocare le emozioni che sapeva creare Carlo è un’impresa. Faremo del nostro meglio.
3) Che significato ha per te questo Concerto, dal punto di vista personale, politico o comunitario?
Questo concerto soprattutto deve essere un omaggio a Carlo a trent’anni dalla sua scomparsa. Non mi sfugge certo il significato politico che un tale tributo può rappresentare per il “nostro mondo”. Un mondo tradito, umiliato, frantumato in mille parrocchie ma pur sempre vivo e pronto ancora a sperare. La musica alternativa ha saputo, in questi anni bui, tenere accesa la fiaccola della speranza di fronte a una classe politica dimostratasi ignava e indegna. Nel complesso e variegato universo alternativo sono rimasti intatti i nostri valori e i nostri sogni, ciò che di più bello ha espresso la nostra comunità nazionale. Questo patrimonio, grazie anche alla Lorien, non è andato perduto e indica alle nuove generazioni la strada da seguire. Parafrasando C.Z.C. e Tolkien: «la nostra Patria non ha bisogno di programmi ma di Uomini. Uomini nuovi» e… «dalle ceneri rinascerà un Fuoco…». Coraggio ragazzi ! Non è ancora finita…
Persiko
1) Quando hai ascoltato la tua prima canzone di Carlo Venturino e che ricordo ne hai?
La prima canzone di Carlo Venturino l’ho ascoltata più o meno a 13/14 anni, grazie ad un amico del gruppo scout che allorafrequentavo. Il mio amico, come se si trattasse di merce rara e proibita, (l’AGESCI ha la pregiudiziale antifascista e i capi non dimenticavano mai di sottolinearlo) mi aveva passato una cassetta da 120 minuti con una compilation “casareccia” di musica alternativa. La cassetta conteneva un po’ di tutto: Amici del Vento, Compagnia dell’Anello, alcune canzoni interpretate dal FdG di Trieste… Tra le tante ricordo bene sia “Amici del Vento” che “Ritorno”. Essendo una compilation fatta in casa mancavano sia i titoli delle canzoni che i nomi degli artisti ma, a quei tempi, la musica alternativa, per lo meno a Roma, viaggiava così. Di lì a breve iniziai a frequentare dapprima le riunioni di Fare Fronte e poi il Fronte della Gioventù della Garbatella. In quella storica sezione del MSI la musica alternativa era anche un mezzo per formare i ragazzi, così potei, nel tempo, dare dei titoli alle canzoni, dei nomi ai gruppi e capire meglio di cosa trattassero. Pur non avendo più un mangianastri, conservo ancora in una scatola sopra un armadio quella cassetta.
2) Come vi trovate a dover “reinterpretare” due canzoni degli Amici del Vento
Reinterpretare gli Amici del Vento è stata una bella sfida dal punto di vista artistico. Ci siamo confrontati con canzoni di uno stile molto diverso da quello degli Aurora e non volendo fare una semplice esecuzione abbiamo lavorato parecchio per reinterpretarle e avvicinarle a qualcosa che potessimo sentire “nostro” senza snaturare l’elemento originale. Su “Il nostro tempo”, una canzone che già prevedeva ritmi serrati, abbiamo lavorato per esplicitare la componente più rock e graffiante, scoprendo ed esaltando delle inaspettate assonanze. Discorso ben più complesso è stato l’arrangiamento di “Lettera a un ragazzo”, canzone più lunga, lenta e ricca di enfasi. Non potendo riproporre il riff di tastiera che la caratterizzava e l’alleggeriva e non volendo incorrere nel pericolo di ripresentare la canzone così com’era, abbiamo effettuato un ri-arrangiamento più radicale. Ne è emerso un pezzo che richiama con forza melodie, ritmi e suoni della musica pop italiana anni ’80.
3) Che significato ha per voi questo Concerto, dal punto di vista personale, politico o comunitario?
Questo è un concerto importante, lo è per il mondo della musica alternativa che si riunisce per celebrare uno dei suoi artisti più importanti e lo è per gli Aurora che, nel loro piccolo, sono cresciuti anche con le canzoni di Carlo Venturino e si sentono orgogliosi di partecipare al concerto del trentennale. Una delle cose che abbiamo imparato in 15 anni di attività è che in ogni concerto, che sia un piccolo o un grande evento, che si suoni per una ristretta cerchia di fratelli o in una pubblica piazza durante una sagra paesana, ci sono delle emozioni e delle sensazioni che si trasmettono reciprocamente tra il pubblico e la band. Si tratta di emozioni che possono essere positive o negative e sono emozioni che crescono con l’aumentare della partecipazione emotiva che c’è tra il pubblico e la band. Questo è un concerto che approcciamo nella consapevolezza che ci lascerà tanto e al quale, nel nostro piccolo, vogliamo dare tanto.