Rassegna Stampa

“3 domande a…”: intervista a Gabriele Marconi e Francesco Mancinelli

Testata: CONCERTO PER CARLO 2013

Data:15 ottobre 2013

Tipologia: Intervista

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Concerto per Carlo 2013,Concerto per Carlo 2013 2013-10-15

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Gabriele Marconi

1) Quando hai ascoltato la tua prima canzone di Carlo Venturino e che ricordo ne hai?
La prima che ho ascoltato è stata “Noi” (meglio conosciuta come “Ragazzo biondo”), ed è stata la prima canzone di musica alternativa che ho imparato alla chitarra. Per la precisione, io la facevo con accordi sbagliati: la stavamo cantando davanti al liceo Azzarita, a Roma, e Marcello de Angelis (che ancora non conoscevo, era il 1977) mi corresse, insegnandomi quelli giusti.

2) Come ti sei trovato a dover "reinterpretare" due canzoni degli Amici del Vento?
Non essendo un gran cantante non le ho proprio “reinterpretate”: per la verità ho cercato più che altro di non rovinarle… Con “Incontro” non ho potuto fare a meno di intercalarla con “Laganà!”. Perché? Perché quando la ascoltai la prima volta in un concerto a Roma - sarà stato il 1978 – c’erano i ragazzi della sezione Monteverde che gridavano il nome del loro segretario (appunto, Bruno Laganà) ogni volta che gli Amici del Vento cantavano qualcosa che facesse rima con “à”. E appunto: “chi era in verità”...

3) Che significato ha per te questo Concerto, dal punto di vista personale, politico o comunitario?
Personalmente, è un salto indietro nel tempo. Per quanto riguarda i livelli politico e comunitario, per me coincidono e, attualmente, trovano un senso soltanto in occasioni come questa.


Francesco Mancinelli

1) Tu hai conosciuto Carlo Venturino: che ricordo ne hai?
Non personalmente, lo ricordo bene in un paio di concerti degli anni 70. Io ho iniziato a fare politica nel 1976 e a suonare la chitarra intorno al 1979. Ricordo perfettamente che le prime esercitazioni erano per l'appunto sulle canzoni di Leo Valeriano, degli Amici del Vento e della Compagnia dell'Anello. Gli Amici del Vento e Carlo fanno parte della mia storia personale sul piano umano e della mia crescita e maturazione sul piano politico.

2) Come ti sei trovato a dover "reinterpretare" due canzoni degli Amici del Vento
Non ho avuto grosse difficoltà , perché nel mio patrimonio di cover sono state due canzoni sempre presenti. “La luna e il cavaliere del sole” l'avevo inserita, a metà degli anni ‘80, in un recital dal titolo “Al muro del tempo”; “Scuderio” invece era un brano da me ripreso a metà degli anni 90 nel laboratorio musicale con “Terre di Mezzo”.

3) Che significato ha per te questo Concerto, dal punto di vista personale, politico o comunitario?
Le note ribelli sono rimaste l'ultimo patrimonio trasversale, "non corrotto e non disgregato", dalla mutazione antropologica e culturale al ribasso e del trasformismo levantino degli ultimi 20 anni. La musica alternativa e il ricordo degli anni ‘70 sono, al contrario, una fonte di identità e di radicamento, anche per le giovani generazioni che si affacciano oggi alla lotta politica. Note ribelli e anni ribelli, quindi, che si contrappongono con un immaginario forte e incorrotto, allo sfacelo post-ideologico che ha colpito anche il nostro ambiente dalla caduta del Muro. Che si conservi una memoria collettiva attraverso questo concerto è essenziale, nonostante il tentativo di provocazione dei soliti infami dell'antifascismo militante e, direi, anche alla faccia delle “destre nuove” che vorrebbero gettare questo patrimonio militante nel dimenticatoio della storia.


Gruppi citati

FRANCESCO MANCINELLI - GABRIELE MARCONI

Concerti:

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