“3 Domande a…”: intervista a Fabio Constantinescu e Fabrizio Marzi
Testata: CONCERTO PER CARLO 2013
Data:14 ottobre 2013Tipologia: Intervista
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Concerto per Carlo 2013,Concerto per Carlo 2013 2013-10-14
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Fabio Consantinescu
1) Tu hai conosciuto Carlo Venturino: che ricordo ne hai?
Quando penso a Carlo la prima cosa che mi viene in mente è quanto mi faceva piacere incontrarlo. Era una persona solare, sorridente, gentile, spiritosa, attenta verso gli altri. Possibile che avesse anche ombre ma non ho ricordi personali negativi. Per me, allora adolescente, era soprattutto un punto di riferimento. Era carismatico, una persona da imitare. E ancora oggi è così: quando penso a come dovrei essere ho lui tra gli esempi da seguire. Poi era un autore e musicista di prima categoria.
2) Come ti stai trovato a dover "reinterpretare" due canzoni degli Amici del Vento?
Ho già avuto occasione di cantare il brano contro l’aborto nei concerti degli Amici del Vento, in passato, per cui batto un sentiero già conosciuto: cercherò di darne una versione spigliata. Provare a cantare “Vecchi amici” è stata invece una vera sorpresa: solo ora mi accorgo della grande e profonda bellezza di questo brano, è davvero emozionante interpretarlo.
3) Che significato ha per te questo Concerto, dal punto di vista personale, politico o comunitario?
Ci sono diversi motivi personali. Il piacere di suonare per e con gli Amici del Vento, naturalmente. Questa volta sembra speciale: grazie ai ragazzi che si sono aggiunti c’è un’atmosfera che va al di là della comunicazione esclusivamente musicale, un’energia molto bella. Poi questa è l’occasione di salutare tanti “colleghi” con i quali ho suonato in giro per l’Italia: con alcuni di loro ho stretto una bella amicizia. Non ultimo, rivedere un po’ di persone che ho incontrato durante le varie serate: ho conosciuto davvero tanti ragazzi in gamba. Il modo per ringraziare tutti è ricambiare con l’unica moneta di valore che ho: la musica. Sperando di essere all’altezza.
Fabrizio Marzi
1) Tu hai conosciuto Carlo Venturino: che ricordo ne hai?
È stata una persona splendida, solare, colta, disponibile, dal carattere mite. Sempre sorridente. Un vero camerata nel senso pieno del termine. Purtroppo non l'ho conosciuto approfonditamente come mi sarebbe piaciuto. Le mie frequentazioni con Carlo, infatti, sono coincise con i concerti e gli eventi a cui abbiamo partecipato assieme, a cominciare dal primo campo Hobbit, anche se ebbi modo di conoscerlo personalmente qualche mese prima, nella sede del MSI di Via Mancini a Milano e a Radio University.
2) Come ti stai trovato a dover "reinterpretare" due canzoni degli Amici del Vento?
Conosco le canzoni degli AdV fin dal primo momento, addirittura ancor prima di decidere di creare un repertorio del tutto mio con l'indispensabile e preziosa collaborazione di Walter Jeder. Fa fede anche una mia versione di "Fior tra i capelli" incisa in quel periodo di cui avevo perso le tracce e che solo con la tenacia di amici dell’Associazione Lorien non è andata perduta. Ora, a distanza di oltre trent'anni, mi ritrovo a reinterpretare due pezzi degli AdV che conosco molto bene anche se non ti nascondo che l'emozione e la responsabilità è davvero tanta. Spero di essere all'altezza di questo compito e dell'onore che questo comporta ma, con l'aiuto di Marco Venturino, che mi accompagnerà con la sua chitarra, sono certo di poter trasmettere le stesse emozioni che proverò sul palco... E poi, da lassù, Carlo saprà guidarci da par suo...
3) Che significato ha per te questo Concerto, dal punto di vista personale, politico o comunitario?
Questo concerto sarà l'essenza di tutto un movimento musicale che si è evoluto e trasformato. Una sorta di passaggio generazionale tra il "vecchio" e il "nuovo" attraverso le canzoni di Carlo. Un tributo a lui che se lo merita ma anche la conferma che, indipendentemente dalle differenze anagrafiche, siamo ancora qui a diffondere la nostra musica nel ricordo di chi non c'è più. A questo proposito, sono certo che Massimo Morsello, Roberto Scocco e Michele di Fiò, avrebbero testimoniato anche loro condividendo con tutti noi questa che sarà, anche se con qualche melanconia, una festa per tutti.