Rassegna Stampa

Caso Vattani: Catone (PT), sospendere richiamo in attesa di sentenza

Testata: AGENPARL

Data:22 maggio 2012

Tipologia: Specifico

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Agenparl,Agenparl 2012-05-22

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(AGENPARL) - Roma, 22 mag - Sospendere il richiamo in Italia del console di Osaka Mario Vattani, finito nella bufera per aver partecipato ad un concerto di estrema destra. Lo chiede Giampiero Catone, deputato di Popolo e Territorio, in un'interrogazione parlamentare al Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi. Per Catone bisogna aspettare la sentenza collegiale del Consiglio di Stato prevista per il 29 maggio. "Il console a Osaka Mario Vattani è stato oggetto di un circo mediatico giudiziario che si è messo in moto il 29 dicembre 2011 con un video pubblicato dall'Unità che lo ritraeva nella sede romana di Casapound, sul palco sotto pseudonimo a cantare canzoni di gioventù", scrive Catone. "Il console di Osaka è stato prima richiamato dalla Farnesina, poi reintegrato da una sentenza del Tar ed ora di nuovo richiamato in Italia dopo una decisione monocratica del Consiglio di Stato; il nuovo richiamo in Italia avviene senza alcuna decisione della commissione di disciplina". Far rientrare Vattani senza attendere la sentenza del Consiglio di Stato, secondo Catone, "significherebbe anche non ottemperare ad impegni istituzionali già programmati con autorità giapponesi cosa che rappresenterebbe un grave sgarbo".
“Personalmente- prosegue l’esponente di Fli- ritengo offesa la mia dignità come persona e come rappresentante istituzionale e mi attendo perciò immediatamente le pubbliche scuse da chi ha redatto e autorizzato la suddetta memoria”. “Non solo- ancora Raisi-, ricordo ai rappresentanti dell'avvocatura dello Stato e del Ministero degli Esteri che la legge italiana prevede per qualsiasi discriminazione relativa a razza, religione e idee politiche gravi pene, e nel caso queste scuse ufficiali non arrivassero in tempi congrui mi vedrò costretto a tutelare la mia immagine nelle sedi giudiziarie competenti penali e civili”.


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