Caso Vattani: Iannone (Casapound), felicitazioni a console, terzi si dimetta
Testata: AGENPARL
Data:30 novembre 2012Tipologia: Specifico
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Agenparl,Agenparl 2012-11-30
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(AGENPARL) - Roma, 30 nov - “Felicitazioni a Mario Vattani e alla sua famiglia, la cui onorabilità è stata ristabilita pienamente da una sentenza sacrosanta, che una volta tanto stabilisce che la verità vale più dell'ideologia. Per il ministro Terzi, invece, si tratta dell'ennesima figuraccia: se non si dimette ora cos'altro deve accadere per fargli lasciare la poltrona?”.
Così, in una nota, il leader di CasaPound Italia Gianluca Iannone commenta la sentenza n. 9877/2012 della I Sezione del Tar Lazio, che si è definitivamente pronunciata in merito al ricorso proposto dall'ex console a Osaka circa il suo immediato rientro al ministero disposto a suo tempo dal Mae.
“Il Tar – prosegue Iannone – ha stabilito chiaramente che il fatto di suonare a CasaPound non costituisce reato né motivo di scandalo. Il clamore mediatico sulla vicenda è invece da addebitare a una 'concertata campagna di stampa a contenuto denigratorio e alle apparizioni televisive del responsabile del dicastero': una bocciatura secca, definitiva, che in qualsiasi Stato degno di questo nome determinerebbe le dimissioni immediate di un ministro molto poco tecnico, capace di mostrare i muscoli solo nel caso Vattani, salvo farsi ridere dietro da mezzo mondo in casi ben più importanti come quello relativo ai due marò tuttora detenuti illegalmente in India”. Per il leader di Cpi, “desta anche scalpore il silenzio degli artefici di quella 'concertata campagna di stampa a contenuto denigratorio', ovvero gli organi di informazione che hanno fatto scoppiare il caso con articoli su articoli in cui l'intera vita di uno dei nostri migliori funzionari all'estero è stata passata ai raggi X, con tanto di scandalismo, illazioni, pettegolezzi e calunnie. Se a tale clamore mediatico corrisponde poi un'eco davvero flebile quando i giudici danno ragione a Vattani significa che già dall'inizio costoro erano mossi da finalità politiche ed extra-giornalistiche”.
Iannone conclude affermando che “questa sentenza dimostra che la libertà di pensiero vale ancora qualche cosa in questo paese e rende onore alla professionalità di Vattani, nonché alle sue qualità umane, dato che egli è uscito riabilitato da questa vicenda senza aver mai accettato il ricatto morale di chi pretendeva scuse, pentimenti, ravvedimenti. Una lezione di dignità impartita anche a chi, conoscendo le qualità professionali di Vattani, si è affrettato a far finta di non conoscerlo''.