Musica. Il Concerto per Carlo: “Il cuore oltre le stelle” di una comunità mai sconfitta
Testata: BARBADILLO
Data:17 dicembre 2013Autore: Augusto Grandi
Tipologia: Recensione
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Barbadillo,Barbadillo 2013-12-17
Torna alla Rassegna Stampa
Hanno lanciato “il cuore oltre le stelle” i mille che, ieri sera, hanno occupato la sala milanese per celebrare gli Amici del Vento a 30 anni dalla scomparsa di Carlo Venturino. Ed altre migliaia erano in collegamento in diretta streaming. Un appuntamento musicale? Certo, ma non solo. Soprattutto un appuntamento politico. Non a caso i cerebrolesi del politicamente corretto avrebbero voluto impedire l’incontro. Non a caso i vertici dei microraggruppamenti della destra hanno disertato la sala milanese. Perché i mille presenti e le migliaia in ascolto hanno dato quella dimostrazione politica che i microcefali non riescono a dare. Quanti partiti si spartiscono il voto di chi ha ascoltato i 14 gruppi che cantavano i brani degli Amici del Vento? 5? 10? E quanti non votano più? Eppure erano tutti insieme, cantando insieme contro chi ha tradito, contro chi, a Roma, litiga solo per spartirsi la grande torta del patrimonio di Alleanza Nazionale.
Gli ex ragazzi delle destre, quegli ex ragazzi che hanno lottato, sofferto, che hanno creato famiglie (magari più di una, perché è meglio abbondare), che hanno lavorato senza appoggi politici, che hanno dimostrato di avere cuore, cervello e dignità, erano a Milano o davanti ad uno schermo. Gli altri litigavano per conquistare il diritto al simbolo di un partito morto e sepolto. Gli ex ragazzi si abbracciavano nonostante dissapori famigliari, nonostante assenze troppo lunghe. Si ritrovavano dopo 10 anni ed era come se si fossero lasciati la sera prima. Si abbracciavano ed abbracciavano i ragazzi di oggi. Magari chi aveva amato le canzoni dei Venturino rimaneva spiazzato di fronte alle interpretazioni delle canzoni in chiave skin o rock. Ma andava bene così. Ed i rockettari fingevano di non annoiarsi ascoltando le versioni tradizionali. E se l’organizzatore si dilungava troppo non aveva importanza. E se il “Pippobaudo” delle destre ricompariva dopo troppo tempo, andava bene lo stesso. Qualcuno stonava? Manco un fischio, non si era lì per questo. Anzi, il problema nasceva ascoltando altri più bravi. Vertici meno microcefali si sarebbero accorti, negli anni di governo, che certi cantanti, certi gruppi, avrebbero potuto tranquillamente calcare le scene della Rai e di Mediaset. Tra la Compagnia dell’Anello ed alcuni dei pompatissimi eroi di Amici, la qualità è dalla parte del gruppo veneto. Tra Fabrizio Marzi ed alcuni dei penosi vincitori di XFactor, vince il cantante piacentino. E Skoll avrebbe avuto diritto a palcoscenici ben più vasti. Invece niente. Meglio litigare sulla proprietà di un simbolo e sulle ricchezze da spartirsi. Nella convinzione, errata, che basti poi presentarsi ad un’elezione qualunque per ritrovare le truppe. Peccato che i mille non siano una truppa. Ma siano persone pensanti. Che sanno stare insieme e cantare insieme anche quando non condividono il testo di una canzone. Ma che non si fanno più fregare dalle buffonate di chi indice concorsi per investire una piccola parte del tesoro di An e poi, invece di premiare i progetti politicamente intelligenti ed utili, spartisce i fondi tra i soliti amici degli amici. Ed allora è giusto che i microcefali non fossero presenti tra chi lanciava, ieri come sempre, il cuore oltre le stelle.
@barbadilloit
A cura di Augusto Grandi