Zundapp – intervista
Testata: CANTI RIBELLI
Data:13 maggio 2013Tipologia: Intervista
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Cantiribelli,Cantiribelli 2013-05-13
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Un nuovo gruppo sta per affacciarsi sulla scena musicale alterntiva: sono gli Zundapp, che noi di Canti ribelli abbiamo intervistato per ascoltare direttamente da loro chi sono e come nasce la loro avventura.
Ciao a tutti ragazzi!! Cominciamo questa intervista dal nome del gruppo. Che significa esattamente e perché l’avete scelto?
Non c’è un motivo fondamentale, è venuto in mente ad uno dei componenti del gruppo un giorno che, sovrappensiero, il marasma del traffico romano cercava di attanagliarlo. Gli è balzato così in mente. Per non dimenticarlo se l’è quindi segnato sul telefonino.
Il nome è azzeccato: la Zündapp era la moto in dotazione alla Wehrmacht. La moto: da sempre evoca libertà, goliardia, leggerezza. La moto della Wehrmacht; così come Zündapp rappresenta l’elemento libero, goliardico e leggero, ma non superficiale, della nostra militanza. Oltretutto originariamente la Zündapp produceva meccanismi d’accensione per proiettili: così delle nostre canzoni vogliamo fare proiettili da scagliare contro tutti i cancri della modernità.
Presentatevi e illustrate a chi non vi conosce il vostro progetto, musicale e non solo.
Zünder und Apparatebau è molto più di un gruppo musicale. Comunità, militanza ed appartenenza ad una visione del mondo sono i cardini della nostra azione, musicale e non: non un gruppo fine a se stesso, ma un progetto politico e meta-politico come strumento per fare di idea e azione una cosa sola, anche nel campo artistico-musicale. Mandare un messaggio, testimoniare uno stile è la nostra finalità e per questo è costante la tensione ad essere esempio.
Per il resto siamo cinque giovani militanti romani, nulla di particolare: Alessandro, voce e basso, Dario, la chitarra solista, è anche soprannominato “il maestro” per la sua indiscussa capacità tecnica, il valore aggiunto del gruppo, Andrea, al quale diamo spesso del “matto” per la spensieratezza e l’allegria con cui affronta ogni sessione di prova, appassionato metallaro, è la chitarra ritmica; c’è poi Orazio, il più giovane, alle tastiere, che ben presto diventerà un elemento caratterizzante per il colore che riesce ad imprimere a tutti i nostri brani e infine Matteo alla batteria, il cuore delle nostre canzoni, che col suo battito scandisce il tempo.
Che senso ha per voi iniziare oggi un’avventura musicale “alternativa”?
È una responsabilità. Chi è come noi sa bene cosa vuol dire non appartenere al mondo moderno, ma soprattutto che porsi come valida alternativa ad esso è la scelta guerriera di chi non vuole rifugiarsi lontano dalla battaglia ma si mette sempre in discussione. Quindi alternativi nella vita, che è milizia, perciò anche nella musica; cercando sempre di assumere uno stile sobrio e impersonale; in quanto il messaggio che mandiamo non è nostro, ma dell’Idea di cui ci mettiamo al servizio.
Mandare un messaggio può generare tante cose: la continuità di una trasmissione, l’accendere, o il riaccendere, una fiamma, lo scaldare i cuori o semplicemente una bella serata – in bene -; ma – in male – un messaggio che arriva in maniera distorta e incompleta può generare anche incomprensioni. I messaggi devono essere chiari, perché ciò che è Vero è sempre chiaro e semplice. Questo è il senso primario della nostra avventura: mandare un messaggio, testimoniare qualcosa, oggi in particolare, ove non ci sono più punti di riferimento e le insidie del mondo moderno si fanno ogni giorno più anestetizzanti.
La musica ci ha dato e ci da molto nel nostro percorso militante, è quindi giusto che questo dono, che abbiamo ricevuto, possiamo a nostra volta noi consegnarlo ad altri. Come Tradizione insegna.
C’è qualcuno, in particolare, a cui vi ispirate, musicalmente e per quanto riguarda i testi?
Prima di ringraziare chi ci ha ispirati è necessario ringraziare chi ha creduto concretamente in noi; in questo un ringraziamento particolare va quindi a Baldo bassista de “La Vecchia Sezione” e già degli “Imperium”, con i quali, un giorno, ci piacerebbe poter vantare una continuità.
Per quanto riguarda le fonti di ispirazione il Centro e il Riferimento di ogni cosa che compiamo, e quindi dei testi che scriviamo, è la Tradizione. Tutti condividiamo una visione tradizionale e le canzoni, prima di nascere sulla carta, sgorgano dal cuore. Sono chiare infatti le parole di Codreanu nei riguardi di chi “non ha più” la capicità di cantare.
Tutti noi abbiamo poi una grande passione per la musica in generale, dalla classica al metal (ma in particolare per l’hard rock e il prog), con tutto quel che ne consegue. Come produzione testuale hanno influito su di noi i grandi cantautori italiani: all’interno dell’ambiente tra i primi i Diapason e Massimo Morsello (che ambedue omaggiamo con, per ora, due cover); all’esterno Franco Battiato, meno che i suoi ultimi 10 anni. Anche la poesia è per noi un riferimento. Tutto ciò però in linea di massima: sia i nostri testi che la nostra musica si presentano infatti molto più duri rispetto a quella di questi ultimi. Perché duro e tagliente è il messaggio che oggi è necessario mandare.
Siamo comunque quasi tutti alle prime armi musicali, e questo ben si sposa alla sana semplicità del nostro stile.
In attesa di ascoltarvi…ci regalate qualche piccola anticipazione sulle vostre canzoni?
Molti brani sono ancora in cantiere e quelli stessi che definiamo “pronti” sono in fase di continuo sviluppo. Come genere non possiamo che definirci rock, proprio perché le nostre canzoni si collocano attraverso le innumerevoli sfumature che questo macro-genere conosce.
Ai nostri concerti potrete ascoltare “La tua scelta”, un brano rock leggero che tratta della scelta del militante a 360 gradi con tutte le sue piccole rinunce, ma anche le enormi gioie e le speranze che regala. Abbiamo poi “Il Velo di Maya”, un brano la cui sonorità, avvalendosi di tutte le distorsioni del caso, diviene volutamente incisiva per potersi sposare al meglio col tema della canzone: la condizione di perenne e schiavizzante passività in cui si trova soggiogato l’uomo moderno e l’invito a squarciare questo velo, prigione della sua anima. Non poteva poi mancare “Roma”, un rock più brillante e allegro della canzone precedente, tributo alla gloria di quella che noi assumiamo come esempio vivente, idea che si fa carne e azione formatrice: Roma, appunto. In una frase: Roma prima di tutto, in modo che il Velo di Maya non ci inganni e che la nostra Intolleranza sia una freccia nel cielo, senza dimenticarci del Giappone e dell’Irlanda, ma soprattutto della nostra Scelta. Non vorremo rovinarvi l’effetto sorpresa.
A quando e dove l’esordio sul palco?
Sabato 18 maggio suoneremo, nella nostra prima esibizione dal vivo, da Raido, aprendo la serata agli “Adunata Sediziosa”, formazione acustica composta da Mario e Lele degli Hobbit. La nostra esibizione sarà in questa occasione “semi-acustica”, come ci piace definirla, dovendo accontentarci di una semplice batteria elettrica. E dovendo fare i conti con il vicinato.
Esordiremo invece poco dopo completamente in elettrico: a Comunitaria, il 15 giugno. Cogliamo anzi l’occasione per ringraziare le comunità che, arrivate al terzo anno nell’organizzare l’evento, ci offrono la loro fiducia; che faremo di tutto per ricambiare.
Grazie mille per la vostra disponibilità ragazzi! Restiamo in curiosa attesa! Nel frattempo…in bocca al lupo di cuore per il vostro progetto, che noi di Canti ribelli terremo sicuramente d’occhio da vicino!!!