Intervista Corazzata Valdemone
Testata: WELTANSCHAUUNG
Data:2 maggio 2013Tipologia: Intervista
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,ASMA-Archivio digitale RS,Welranschauung 2012-08-02
Torna alla Rassegna Stampa
2/05/2013
Corazzata Valdemone è il progetto del messinese Gabriele Fagnani. Nato nel 2003 come progetto parallelo dei Kannonau, Corazzata Valdemone se ne distaccò a livello compositivo e concettuale, per dedicarsi a sonorità più estreme, oltranziste e rumoriste.
In occasione dell’imminente live di settembre al Theatre di Milano in compagnia di Triarii abbiamo colto l’occasione per fare qualche domanda a Gabriele in merito alla sua proposta artistica.
Ciao Gabriele e benvenuto.
Partiamo da Initium del tuo ormai defunto progetto Kannonau. Un disco memorabile che gli amanti dell’underground non dimenticano. Come nacque Kannonau e quali sono le ragioni della sua fine prematura?
I Kannonau nacquero nel 2003 a Reggio Calabria quando incontrai Daniele Giustra dei The Well of Sadness, già all'epoca molto attivo con il suo progetto personale e si pensò di metter su una band che avesse un carattere più mediterraneo rispetto al suo main project che invece era molto freddo e marziale, e così nacquero i Kannonau.
A seguito dell'uscita del miniCD omonimo ci fu un grandissimo interesse nei confronti della band della quale non si sapeva praticamente nulla, le copie finirono immediatamente ed anche questo contribuì ad aumentare l'alone di mistero intorno a questa nuova creatura dell'underground.
Purtroppo da li a poco ci furono alcuni problemi interni alla band che causarono l'allontanamento di Mirella ed il conseguente fermo forzato della band. La fase di mixaggio finale risentì molto di questo momento burrascoso ed oggi risulta come uno dei limiti maggiori di quell'album, mentre a livello distributivo c'è da dire che l'album vide la luce quando la band era praticamente sciolta e non ebbe mai una vera e propria promozione da parte di noi membri della band, ma godette esclusivamente della pubblicità dell'etichetta che fece comunque un lavoro eccellente. Purtroppo una volta rotta l'alchimia di un tempo non riuscimmo mai a riprendere in mano il progetto nonostante l'intenzione di rimettere in piedi la band sia sempre viva.
Il tuo attuale progetto è denominato Corazzata Valdemone, ascoltando la proposta si rimane colpiti dal forte impatto futurista caratterizzato da inni marziali e campionamenti dalle enfasi nazionalistiche. Cosa cerchi di trasmettere con Corazzata Valdemone?
A livello artistico il Futurismo rappresenta sicuramente la maggiore fonte d'ispirazione del mio progetto: inni al fragore, schegge di rumore bianco e scatti in velocità sono mescolati a proclami di guerra in un tripudio rumoristico sempre alla ricerca del superamento dell'estremo. Russolo stesso diceva su "L'arte del Rumore" come con la nascita delle macchina fosse nato anche il rumore e quest'ultimo oggi trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini. Il messaggio che sta alla base delle composizioni della Corazzata Valdemone sposa in toto il Manifesto Futurista di Marinetti dove - tra le altre cose - si esalta il gesto distruttore, lo schiaffo ed il pugno. Oggi come allora l'arte ha bisogno di essere forte ed estrema e la Corazzata ha sempre navigato in questa direzione, noncurante delle burrasche incontrate sul proprio cammino.
I primi lavori rimangono tutt’ora scarsamente reperibili. Titoli espliciti, caratterizzati da un fortissimo humor nero ed un approccio in perfetto stile Blood Axis prima maniera devono averti creato non pochi problemi di censura preventiva…è così?
Non ho mai fatto mistero del mio pessimo fiuto per le labels e la conseguenza è stata un susseguirsi di album fantasma, lavori senza nessuna distribuzione, etichette che sparivano o - ancor peggio - episodi decisamente più gravi come un celebre suicidio.
Di pari passo al mio pessimo fiuto c'è da aggiungere anche che la maggior parte dei miei lavori aveva contenuti abbastanza scomodi, dissuadendo le etichette più grosse dal sobbarcarsi polemiche ed eventuali problemi, così come accadde all'etichetta che produsse l'ormai celebre "Il Quarto Reich" che ebbe mille problemi tra cui la chiusura dell'account paypal con la motivazione che avrebbero venduto "materiale di propaganda nazista". Le poche copie che riuscirono a spedire vennero confiscate alla dogana tedesca e materialmente ne furono messe in commercio non più di una ventina di copie.
Mille altri problemi li ho avuti anche in occasione di "Adunate", che uscì per l'etichetta tedesca Castellum Stoufenburc mentre, paradossalmente, da "Sex Nazis & Noise & Roll" ad oggi, la provocazione è diventata talmente evidente che nessuno ha più nulla da protestare e finalmente si è iniziato a capire qual'è lo spirito con cui mi approccio a questi tipo di tematiche.
La gente si allarma facilmente non appena si prospetta con questo tipo di immaginario, ma in pochi si soffermano realmente ad approfondire se questa sia effettivamente propaganda o qualcosa di diverso.
Madre Patria del 2008 è stato prodotto dalla Skull Line, attualmente una delle etichette più valide nel settore. Il tuo è stato un approccio altamente goliardico caratterizzato da estremismo sonoro. Si può dire che nel tuo piccolo è stato il disco della “consacrazione”? Come mai è cessata la collaborazione con SkullLine?
Non parlerei proprio di consacrazione anche se ammetto che quell'album rappresenti ufficialmente il mio ingresso in società, visto che il debutto "Heil Darkness" ebbe una distribuzione veramente oscena. "Madre Patria" uscì in edizione limitata a sole 50 copie ed andò immediatamente sold-out, tanto che l'etichetta non ebbe bisogno di fare nessuna pubblicità. Questo apparente successo (50 copie le vendono tutti) si rivelò una sorta di boomerang, in quanto non essendoci pubblicità non ci fu molta visibilità per questo lavoro che, brutalità a parte, racchiude in se alcune delle mie tracce preferite tra tutta la mia discografia.
Sfortunatamente dopo la realizzazione dell'album continuai a peregrinare tra un'etichetta e l'altra senza accasarmi da nessuna parte, questo mi permise di entrare in contatto con moltissima gente (anche pessima) e di fare molte esperienze. Ciò non toglie che si possa sempre parlare di una nuova release targata Skull Line...
L’attuazione di un’ incessante distorsione di suoni legata ad un estetica totalitarista diviene anche una fotografia della subdola repressione americana al vecchio continente europeo. Ad esempio in “Manipulations” notiamo la prima traccia intitolata “Brainwashing”, è questa un’ulteriore chiave di lettura per i tuoi lavori?
"Manipulations" fu realizzato a 4 mani con Fabrizio De Bon aka Fukte e per l'occasione abbandonai l'immaginario guerresco/futurista per realizzare un concept album sulla dominazione delle masse, lavaggio del cervello e temi di manipolazione delle menti. Non ci sono palesi riferimenti all'opera di oppressione perpetrata dagli USA sulla cara vecchia Europa nè ad altre dittature in particolare, non era nostra intenzione fare un album di denuncia sociale come fanno in molti ma semplicemente affrontare questi temi da un punto di vista più subdolo.
Ultimamente hai collaborato con diversi artisti, con quali in futuro ti piacerebbe cooperare?
L'argomento delle collaborazioni è sempre stato un tasto dolente in quanto, se la sfortuna per le labels mi ha sempre assistito, per quel che riguarda i collaboratori, la situazione è ancor peggiore. Avrei da fare un lunghissimo elenco di persone che sono sparite nel nulla, gente colpita dalle disgrazie più disparate, psicolabili e qualcuno che addirittura è diventato un senzatetto. L'unica persona che mi è rimasta sempre vicino ed al quale mi sento di dover rivolgere un caloroso ringraziamento è il mio caro amico Nerio degli Art Inferno, che mi ha sempre aiutato e sostenuto in tutti questi anni.
Oltre lui ho avuto la fortuna di incontrare diverse altre persone veramente interessanti con le quali ho instaurato rapporti che durano ormai da anni. Mi riferisco in particolar modo a Volgar dei Deviate Damaen, con il quale collaborai per la prima volta per l'opener di "Adunate" e con cui da poco abbiamo realizzato un brano dedicato a Costantino XI che uscirà sul suo prossimo album d'imminente realizzazione. Altri ottimi artisti con i quali ho il piacere di collaborare sono TSIDMZ, L'Effet C'est Moi, Siegfried e Waffenruhe mentre mi piacerebbe molto collaborare anche con Frangar, Varunna e Spreu & Weizen. Per il momento continuo a considerarmi un loro grande fan ma confido nel futuro.
In merito l’aspetto musicale, nel tempo la tua continua ricerca rumorista dei suoni sta proseguendo, si sta sviluppando e si può osservare da Adunate una certa maturazione. Il tuo approccio pare star divenendo sempre più atmosferico, epico e meno aggressivo, cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi lavori?
Si assolutamente, negli anni ho affinato le mie conoscenza e la capacità di gestire la materia sonora ma contestualmente sto facendo una sorta di restyling del suono, dirigendo la Corazzata su lidi più atmosferici e musicali. Su "Adunate" è possibile apprezzare l'evoluzione stilistica in chiave martial, mentre con "Sex Nazis & Noise und Roll" e "Super Soap" - che sono due collaborazioni con artisti noise - il suono era tornato ad essere nuovamente molto aggressivo, ma dal prossimo lavoro riprenderò nuovamente ad esplorare sonorità marziali, senza però abbandonare del tutto la mia matrice iniziale. Buona parte dei brani che compariranno sul prossimo lavoro sono già composti e necessitano solamente di essere completati, mentre per quanto riguarda i nuovissimi brani che sono già in lavorazione, sto facendo degli esperimenti molto interessanti con chitarre e percussioni vere, ma per il momento non ti anticipo altro...
Nonostante l’approccio provocatorio e nonostante Corazzata Valdemone non abbia finalità politiche, le tue posizioni lasciano poco spazio ad interpretazioni. Il periodo storico che oggi è visto come il male assoluto fu fondamentale per la tua città Messina., E’ noto difatti come la grande ricostruzione di Messina dopo il terremoto catastrofico del 1908 fu portata avanti con forza da Mussolini che promise “Messina deve completamente risorgere e tornerà bella, grande e prospera com’era una volta. Non è soltanto un interesse messinese o siciliano; è un interesse di ordine squisitamente nazionale” e realizzò quanto detto. Come vedi questo goffo tentativo degli storici ufficiali di non riconoscere alcun merito, da nessun punto di vista, al periodo fascista?
Messina risorse bellissima, così come l'aveva prevista il Duce, ma ebbe la sfortuna che da lì a poco sarebbe stata nuovamente distrutta dai bombardamenti alleati. La "strategia" americana dello sbarco in sicilia del 1943 era quella di bombardare pesantemente i centri abitati per demoralizzare la popolazione ed aumentare il malcontento comune nei confronti della guerra, ma pare che gli storici ufficiali siano più interessati a descrivere le miserie italiane più che i crimini perpetrati dai cosiddetti liberatori.
Purtroppo la gente ha la memoria corta e nessuna riconoscenza nei confronti di colui il quale prese per mano un paese allo sbando, e costruì strade, ponti, chiese, monumenti, città, creò leggi e ritemprò un popolo educandolo al lavoro ed al sacrificio.
Il testo di Freiwilligen Korps, tratta da "Corazzata Valdemone ha sempre ragione", parla proprio del tentativo della storia di fare damnatio memoriae sul Fascismo. Un passaggio del testo recita che "il mondo ricorderà di noi per il male che ci ha voluto" e penso che in questa semplice affermazione siano racchiuse tante verità.
A settembre prenderai parte alla serata live “Sine Armistitio” a Milano con Triarii headliner. Cosa ti aspetti da una serata simile? Come valuti Triarii e gli altri progetti italiani presenti?
Sono orgoglioso di partecipare a questo evento che vede per la prima volta i Triarii dal vivo in Italia accompagnati da altre ottime bands. L'organizzazione è molto professionale, il locale decisamente all'altezza e le bands coinvolte le ritengo tra le migliori realtà della scena nazionale, dunque ci sono tutti i presupposti affinchè venga fuori una serata come non si assisteva da parecchio tempo.
La mia opinione su Triarii non può che essere condivisa con quella della maggior parte delle persone che seguono la scena: una icona del martial Industrial. Riguardo al resto dei partecipanti all'evento posso dire che conosco personalmente TSIDMZ da diversi anni, ho già avuto modo di dividere il palco con lui 2 anni fa in occasione del "Post Atomic Youth Festival" ed avrò il piacere di essere suo ospite su un brano insieme ad Emanuele Buresta dei L'effet C'est Moi.
Penso che collaborare con 2 degli artisti che stimo maggiormente sia la più grande soddisfazione per un musicante come me.
Grazie Gabriele per la chiacchierata, good luck!
Grazie a voi per la bella intervista e per il supporto, ci si vede a Milano!