Sulle ali di uno “Zero”, Skoll vola ancora in alto
Testata: IL GIORNALE D'ITALIA (online) WEB
Data:26 maggio 2014Autore: Cristina Di Giorgi
Tipologia: Recensione
Locazione in archivio
Stato:Solo testoLocazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Il Giornale d'Italia (on line) Web,Il Giornale d'Italia (on line) Web 2014-01-26
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La svolta musicale ed artistica di un protagonista della musica identitaria italiana riassunta in dieci brani
L'ultimo disco del cantautore milanese, uscito poche settimane fa, è un mosaico di ritratti ed emozioni
“Zero”. Ovvero il punto di svolta, il momento da cui partire per costruire qualcosa di particolare. Il cambiamento, il rinnovamento, la sintesi del percorso fatto e l’indicazione della direzione verso la quale andare. Il nuovo cd di Federico Goglio, in arte Skoll, è un po’ tutto questo. Uscito il 10 maggio per Rupe Tarpea, “Zero” (questo il titolo del disco) è composto da dieci brani che costituiscono un mosaico estremamente particolare di emozioni, episodi ed immagini, con la qualità musicale ed artistica alla quale il cantautore milanese ha da tempo abituato i suoi innumerevoli ammiratori.
Come i due cd precedenti, anche quest’ultimo lavoro è stato preceduto dalla pubblicazione, in anteprima assoluta su Canti ribelli (il portale che si occupa di diffondere informazioni e notizie sulla musica identitaria), di uno dei pezzi del disco: il prescelto questa volta è stato proprio il brano che dà il titolo all’album. E dal numero di utenti ed appassionati che hanno scaricato gratuitamente e legalmente l’mp3, il successo si preannuncia notevole.
Dieci pezzi dunque, il primo dei quali si intitola “Stati Uniti d’America” ed ha un testo estremamente critico nei confronti di coloro che prendono come oro colato tutto ciò che è targato a stelle e strisce, condizionati da un pensiero unico che non ammette apertura (mentale e di cuore) verso chi vi si oppone. Segue quella che lo stesso autore in un’intervista ha definito come una delle canzoni d’amore più importanti da lui scritta, “Questa è primavera”: un quadro di atmosfere calde e intense, che tra fiori e lacrime fanno rivivere una passione forse finita ma conservata comunque in fondo all'anima. Insieme a questa piccola gemma, a parlare di sentimenti ci sono altre tre ballate, tutte molto dirette e coinvolgenti: “Il veleno nel sangue”, “Cieli indivisibili” e “Sotto la pelle”, una canzone già edita ma qui riproposta in una nuova veste musicale.
Piuttosto particolare è poi “La vendetta del Toro”, un pezzo dall’arrangiamento musicale spagnoleggiante che, oltre ad un’evidente spirito animalista, propone anche una non troppo velata metafora politica di ribellione e anticomunismo. Si fa inoltre notare (ed apprezzare) anche la già citata “Zero”, dedicata ai caccia dell’aviazione giapponese della Seconda guerra mondiale e agli uomini che li hanno pilotati, creando un mito fatto di tecnica, onore e cuore.
Ad arricchire il quadro, un bellissimo omaggio a due grandi donne: Clelia Pizzigoni Calvi e Anita Ramelli. Alla prima, madre di quattro ragazzi che durante la Prima Guerra mondiale hanno dato prova di grande eroismo ed amore per il loro Paese, è dedicata una canzone ("Clelia") che ripercorre la storia della “mamma d'Italia”, che ha tramandato la memoria del sacrificio dei suoi ragazzi in nome di una Patria il cui passato non regge il confronto con un presente privo di figure esemplari come quelli dei fratelli Calvi. La seconda, anch'essa Mamma, è vissuta nel ricordo di un figlio ucciso da vigliacchi verso cui, nonostante tutto, lei non ha mai speso parole di odio. E' la signora Anita, presente fino alla fine tra i ragazzi che ogni anno ricordano il suo Sergio. “Veniva a ringraziarci e salutarci tutti – ricorda Skoll – stringendoci uno per uno in un abbraccio collettivo”. Un'emozione che, non solo per chi ha avuto la fortuna e l'onore di viverla, è perfettamente evocata dalle parole e note del brano a lei dedicato ("Anita").
Ed infine, a chiudere un disco per il quale l'autore ed interprete si è avvalso dell'ormai tradizionale collaborazione dei musicisti Davide Picone e Fabio Constantinescu, una traccia tra le più intense ed emozionanti della già cospicua produzione di Skoll: “Campi Elisi”. Un “atomo di luce” e musica che regala a chi lo ascolta il sogno di un paradiso forse lontano ma che, anche grazie a questo pezzo, sembra ancora possibile.
Cristina Di Giorgi