Canzoni

MILLENOVECENTOSESSANTASETTE

Anno: 1975

Gruppo: NEREO ZEPER

Testo e musica: Nereo Zeper |

Quelle sere di un tempo lontano
viventi nel nostro ricordo
come chiara presenza me le sento
alle soglie del nostro tormento,
alle soglie del nostro tormento.

E davanti ai miei occhi sta in volo
l’immagine mia di quel giorno
che piano condusse il mio cuore alle porte,
all’amore più bello e più forte,
all’amore più bello e più forte.

La ferita che aprimmo, coscienti,
a vicenda, nel cuore di ognuno,
fu quel vincolo saldo che alla fine
fece stretta la fede a ciascuno,
fece stretta la fede a ciascuno.

Ed il vento portò via le foglie
ed il tempo lenì quel rancore.
Chi scomparve obbedì ad orgoglio e paura,
chi nelle mani rinchiuse il dolore.
Così fu, giorni di luce apparirono più chiari
a noi sessi ed al cielo
dividendo fra noi un’identica sorte,
l’amore per la bella morte,
è l’amore per la bella morte.

E fu triste vederli partire
e partir le speranze con loro
ma la parte che in noi scomparve è lo sguardo,
fu coscienza e fu riso beffardo,
fu coscienza e fu riso beffardo.

Con lo sguardo rivolto all’aurora
accogliamo la luce del sole
ma quel segno rimane negli occhi d’ognuno,
ma quel segno ancora ci duole.

Camminiamo con libero passo
nelle mani stringendo i frammenti
di un gioiello non più come un dì posseduto,
di un gioiello che è andato perduto.

Note

La canzone è anche conosciuta col titolo "Alle soglie del nostro tormento"