PER CHI VISSE D'AMORE
Anno: 1981
Gruppo: NEREO ZEPER
Testo e musica: Nereo Zeper |Menu
Le nostre son storie di un attimo solo
che durano tutta un’eternità
e chi ancor le rammenta,
chi ancor le racconta
si veli del nostro pudore
che abbiamo lasciato laggiù
e si passi una mano sul viso
poiché per gli eroi
qui non c’è paradiso,
poiché per gli eroi
qui non c’è paradiso.
Avvezzi non fummo
alla morte e alla guerra,
avvezzi non fummo
a fuggire la vita,
eppure ci colse
la fredda sorella,
sembrò ci guardasse negli occhi
e per noi si facesse più mesta
mettendo una mano sul cuore,
poiché per gli eroi
qui non c’è che dolore,
poiché per gli eroi
qui non c’è che dolore.
Morire nell’ombra di vicoli scuri
fu quel che ci spiacque, alla fine di tutto:
il sogno che in fondo
avevamo nutrito
era quello di giungere
all’ultima ora in battaglia,
era il sogno più bello
di una vita intera
di giungervi un giorno
di primavera,
di giungervi un giorno
di primavera.
La vampa di fuoco
ci colse nel petto,
che importa la mano
e chi fu l’assassino!
Noi senza tristezza
lasciammo la terra,
alla vita volgemmo le spalle
e senza rimpianto partimmo
che tutto sommato morire di maggio
non ci vuole poi
proprio tanto coraggio,
non ci vuole poi
proprio tanto coraggio. (1)
Le lacrime, i pianti,
i lamenti, i sospiri,
le belle parole
lasciamole agli altri,
un gesto ci basta,
ci basta un ricordo,
ci basta che un giorno si insegni
a chi prenderà il nostro posto
che alta sta sopra gli affanni
la morte che, bella,
ti giunge a vent’anni,
la morte che, bella,
ti giunge a vent’anni.
Fratelli l’amore
vi faccia più saldi
e l’odio vi stringa
più forte al nemico!
Il tempo che passa
cancella le tracce
di tutti gli eventi,
di tutte le storie,
di tutti i rancori!
Chi l’odio non porta nel cuore
può dire che mai
è vissuto d’amore,
può dire che mai
è vissuto d’amore.
che durano tutta un’eternità
e chi ancor le rammenta,
chi ancor le racconta
si veli del nostro pudore
che abbiamo lasciato laggiù
e si passi una mano sul viso
poiché per gli eroi
qui non c’è paradiso,
poiché per gli eroi
qui non c’è paradiso.
Avvezzi non fummo
alla morte e alla guerra,
avvezzi non fummo
a fuggire la vita,
eppure ci colse
la fredda sorella,
sembrò ci guardasse negli occhi
e per noi si facesse più mesta
mettendo una mano sul cuore,
poiché per gli eroi
qui non c’è che dolore,
poiché per gli eroi
qui non c’è che dolore.
Morire nell’ombra di vicoli scuri
fu quel che ci spiacque, alla fine di tutto:
il sogno che in fondo
avevamo nutrito
era quello di giungere
all’ultima ora in battaglia,
era il sogno più bello
di una vita intera
di giungervi un giorno
di primavera,
di giungervi un giorno
di primavera.
La vampa di fuoco
ci colse nel petto,
che importa la mano
e chi fu l’assassino!
Noi senza tristezza
lasciammo la terra,
alla vita volgemmo le spalle
e senza rimpianto partimmo
che tutto sommato morire di maggio
non ci vuole poi
proprio tanto coraggio,
non ci vuole poi
proprio tanto coraggio. (1)
Le lacrime, i pianti,
i lamenti, i sospiri,
le belle parole
lasciamole agli altri,
un gesto ci basta,
ci basta un ricordo,
ci basta che un giorno si insegni
a chi prenderà il nostro posto
che alta sta sopra gli affanni
la morte che, bella,
ti giunge a vent’anni,
la morte che, bella,
ti giunge a vent’anni.
Fratelli l’amore
vi faccia più saldi
e l’odio vi stringa
più forte al nemico!
Il tempo che passa
cancella le tracce
di tutti gli eventi,
di tutte le storie,
di tutti i rancori!
Chi l’odio non porta nel cuore
può dire che mai
è vissuto d’amore,
può dire che mai
è vissuto d’amore.
Note
Note:(1) “morire di maggio non ci vuole poi proprio tanto coraggio”, fa riferimento alla canzone la “Guerra di Piero” di Fabrizio De Andrè che, in particolare, nel finale recita” Ninetta mia crepare di maggio, ci vuole tanto troppo coraggio”