SOLITUDINE
Anno: 1998
Gruppo: ALCAZAR
Testo e musica: Emanuele Baciocchi |Menu
Un vecchio sulla soglia di un fiume calmo
se ne stava tutto solo una mattina a pescare
era rotto il suo volto e calloso il suo palmo
ma aveva spalle forti e larghe come il mare,
spalle forti e larghe come il mare.
C'era un fiume, una storia, una lenza e un vecchio
e nell'acqua le pinne di trota danzare
c'eran tanti pesci vivi dentro ad un secchio
fino a quando il sole caldo cominciò a tramontare,
fino a quando cominciò a tramontare.
Questo vecchio alla larga dalla grande città
con un cane, la sua lenza, la sua serenità
dove non arrivavano scarichi industriali
a distanza degli echi dei telegiornali,
dagli echi dei telegiornali.
C'era un padre un po' severo nella sua lunga storia
venne ucciso in una piazza sull'altrui vittoria
quando cento e più banditi senza onore nè divisa
ricevettero uno sputo in faccia invece della resa
uno sputo in faccia invece della resa.
Da quel giorno il suo fiume, la sua lenza ed una grotta
furon la sua vita e la quotidiana lotta
e nel solco di quel taglio, di quel giorno che svaniva
ogni tanto una lacrima scorreva,
ogni tanto una lacrima scorreva.
Nel ricordo rimaneva il volto dei criminali
eran diventati tutti direttori di giornali
c'era quel sentimento cos'era no, non lo sapeva
ma sapeva di sicuro che qualcosa l'aspettava
lui sapeva che qualcosa lo aspettava.
Non ne seppi più niente come poi andò a finire
non so dirti se quel vecchio avesse un fucile
ma la gente di quel posto te lo dico di sicuro
ancora una volta parlerà di quel muro,
ancora parlerà di quel muro.
Di quel muro grigio scuro, di quella chiazza un po' rossastra
del rumore di chi tace serrando una finestra
di quel vecchio pescatore con il viso un po' scavato
di quel padre che quel giorno non è più ritornato,
di quel padre che non è più ritornato.
Di quel padre che non è più ritornato.
se ne stava tutto solo una mattina a pescare
era rotto il suo volto e calloso il suo palmo
ma aveva spalle forti e larghe come il mare,
spalle forti e larghe come il mare.
C'era un fiume, una storia, una lenza e un vecchio
e nell'acqua le pinne di trota danzare
c'eran tanti pesci vivi dentro ad un secchio
fino a quando il sole caldo cominciò a tramontare,
fino a quando cominciò a tramontare.
Questo vecchio alla larga dalla grande città
con un cane, la sua lenza, la sua serenità
dove non arrivavano scarichi industriali
a distanza degli echi dei telegiornali,
dagli echi dei telegiornali.
C'era un padre un po' severo nella sua lunga storia
venne ucciso in una piazza sull'altrui vittoria
quando cento e più banditi senza onore nè divisa
ricevettero uno sputo in faccia invece della resa
uno sputo in faccia invece della resa.
Da quel giorno il suo fiume, la sua lenza ed una grotta
furon la sua vita e la quotidiana lotta
e nel solco di quel taglio, di quel giorno che svaniva
ogni tanto una lacrima scorreva,
ogni tanto una lacrima scorreva.
Nel ricordo rimaneva il volto dei criminali
eran diventati tutti direttori di giornali
c'era quel sentimento cos'era no, non lo sapeva
ma sapeva di sicuro che qualcosa l'aspettava
lui sapeva che qualcosa lo aspettava.
Non ne seppi più niente come poi andò a finire
non so dirti se quel vecchio avesse un fucile
ma la gente di quel posto te lo dico di sicuro
ancora una volta parlerà di quel muro,
ancora parlerà di quel muro.
Di quel muro grigio scuro, di quella chiazza un po' rossastra
del rumore di chi tace serrando una finestra
di quel vecchio pescatore con il viso un po' scavato
di quel padre che quel giorno non è più ritornato,
di quel padre che non è più ritornato.
Di quel padre che non è più ritornato.