DORMO AL PARCO
Anno: 1977
Gruppo: MICHELE DI FIO'
Testo e musica: Michele Di Fiò |Menu
Mi son trovato su una panchina
a rinunciare ai miei pensieri
pensieri di oggi e di ieri
appuntati su fogli di carta.
E la carta si sa marcisce
e i pensieri sono tarlati
o giovani siate beati
c’è sempre tempo a diventar vecchi.
Così diceva il mio folle amico
quello che vive nella mia coscienza
ogni tanto ha bisogno di sfogarsi
e rompe le balle al prossimo.
Ma io che sono io,
che voglio dar consigli a te
ma io che voglio io,
capace di sentenziare
e un nuovo tribunale
assolve Robespierre
e un altro tribunale
condanna Topo Gigio!
E un altro giorno sulla panchina
passo la vita in rimembranze
sarebbe meglio una poltrona calda
che un tetto di stelle nel parco.
Voi ci credete io sono antico
vorrei vedervi a rinunciare
all’anello, alla sposa, all’altare
ed al trono di Re Artù.
Ma io, io sono quaggiù
quaggiù, guardate più in basso,
conosco Belzebù,
siam diventati amici
quanti brindisi felici
in omaggio alla mia anima
una di queste sere
invito pure qualcuno di voi:
"Se non ha paura!"
Spero vi siate dimenticati
di come inizia la mia avventura
non sono figlio della paura
ma neanche figlio di Frankenstein.
Conosco il mondo, le sue illusioni
le prepotenze e le delusioni
e mi son proprio rotto le scatole
di usare linguaggi borghesi.
Non basta sempre che da mattina a sera
io senta sempre la stessa roba
è comprensibile che poi alla fine
la mia coscienza faccia tilt.
L’alternativa non sono io
bensì qualcosa che è dentro me
quello che ho dentro non si può dire
sarei subito cacciato in galera
e tempo ventiquattr’ore
giustiziato senza pietà.
Ma la mente della gente
c’è qualcuno che la chiude
un qualcuno che sta in alto
e ha le chiavi dei pensieri.
a rinunciare ai miei pensieri
pensieri di oggi e di ieri
appuntati su fogli di carta.
E la carta si sa marcisce
e i pensieri sono tarlati
o giovani siate beati
c’è sempre tempo a diventar vecchi.
Così diceva il mio folle amico
quello che vive nella mia coscienza
ogni tanto ha bisogno di sfogarsi
e rompe le balle al prossimo.
Ma io che sono io,
che voglio dar consigli a te
ma io che voglio io,
capace di sentenziare
e un nuovo tribunale
assolve Robespierre
e un altro tribunale
condanna Topo Gigio!
E un altro giorno sulla panchina
passo la vita in rimembranze
sarebbe meglio una poltrona calda
che un tetto di stelle nel parco.
Voi ci credete io sono antico
vorrei vedervi a rinunciare
all’anello, alla sposa, all’altare
ed al trono di Re Artù.
Ma io, io sono quaggiù
quaggiù, guardate più in basso,
conosco Belzebù,
siam diventati amici
quanti brindisi felici
in omaggio alla mia anima
una di queste sere
invito pure qualcuno di voi:
"Se non ha paura!"
Spero vi siate dimenticati
di come inizia la mia avventura
non sono figlio della paura
ma neanche figlio di Frankenstein.
Conosco il mondo, le sue illusioni
le prepotenze e le delusioni
e mi son proprio rotto le scatole
di usare linguaggi borghesi.
Non basta sempre che da mattina a sera
io senta sempre la stessa roba
è comprensibile che poi alla fine
la mia coscienza faccia tilt.
L’alternativa non sono io
bensì qualcosa che è dentro me
quello che ho dentro non si può dire
sarei subito cacciato in galera
e tempo ventiquattr’ore
giustiziato senza pietà.
Ma la mente della gente
c’è qualcuno che la chiude
un qualcuno che sta in alto
e ha le chiavi dei pensieri.