Canzoni

CLARETTA E BEN

Anno: 1995

Gruppo: 270 BIS

Testo e musica: Marcello De Angelis |

Su svegliatevi,
riscuotetevi
vedo in cielo come una bandiera
come un'aquila
tra le nuvole
che riaffiora dalla memoria
forse è un inno,
o solo un sogno
il ricordo di una canzone
ma ora sale sai
come il ritmo
di una marcia dentro al mio cuore.

Han ballato sui loro corpi
han sputato sul loro nome
han nascosto le loro tombe
ma non li possono cancellare
puoi vederli sai
sono tutti qui
con le braccia levate al Sole
sono tutti qui
io li vedo
piovon fiori su piazzale Loreto.

E' una piazza piena di sogni
un'armata di cari amici
mille anime di caduti
ma nel ricordo non li hanno uccisi
sono i giovani di Acca Larentia (1)
ed i ragazzi in camicia nera
i fratelli di Primavalle (2)
ed i martiri dell'Emilia.

E ora sono qui
son sempre qui
son tornati a marciare ancora
dalle carceri
dalle foibe (3)
dagli scrigni della memoria
mille innanzi a me
mille dietro
ed altri mille per ogni lato
è difficile
ma ci credo
piovon fiori su piazzale Loreto.

E... io... ho il cuore nero
e tanta gente
mi vorrebbe al cimitero.

Ma... io... ho il cuore nero
e me ne frego e sputo
in faccia al mondo intero.

(1) Sono gli anni dell'antifascismo militante, la sinistra estrema, con la connivenza di quella "istituzionale" ormai radicalmente infiltrata in tutti i gangli dello Stato, mira all'egemonia territoriale dei quartieri popolari di Roma, con le armi. Il 7 gennaio, nella sezione del Msi di Via Acca Larentia, nel popoloso quartiere Appio, si svolge una riunione giovanile. All'uscita i ragazzi vengono accolti dal fuoco incrociato di armi automatiche. Cadono Franco Bigonzetti e Francescoo Ciavatta. La notizia dell'eccidio si sparge a macchia d'olio per la Capitale. Decine di militanti accorrono sul luogo dove trovano già schierati paparazzi e forza di polizia. Ci sono attimi di tensione, una macchina fotografica finisce a terra, c'è un parapiglio con la polizia. Dallo schieramento dei carabinieri emerge il capitano Edoardo Sivori, che scarica la sua pistola sui militanti di destra centrando in piena testa Stefano Recchioni, 19 anni. Seguono tre giorni di scontri ai quali partecipa pure la destra, giovane e matura, parlamentare ed extra. L'anno successivo, il 10 gennaio 1979, muore Alberto Giaquinto assassinato da un agente in borghese mentre fugge dopo una protesta improvvisata in ricordo della strage di Acca Larentia. Il poliziotto si inginocchia, prende la mira e lo abbatte con un colpo alla nuca. Testimoni oculari noteranno un altro uomo che immediatamente dopo si avvicinerà al corpo del ragazzo e gli metterà in mano una pistola, che servirà a salvare temporaneamente il poliziotto dall'accusa di omicidio. La perizia balistica dimostrerà che il ragazzo era disarmato e di spalle. L'agente non verrà comunque perseguitato.

(2) A Roma si consuma una delle tragedie che rimarranno scolpite nell'immaginario di molte generazioni: viene dato fuoco all'abitazione del segretario della sezione Msi di Primavalle, Mario Mattei; nel rogo perdono la vita due dei suoi figli, Virgilio e Stefano.

(3) Foibe, una parola che evoca orrori e violenza, un genocidio programmato, l'eliminazione fisica degli italiani dall'Istria, dalla Dalmazia, dalla Venezia Giulia e la "pulizia politica" di quella zona del Friuli, sino al Tagliamento, che doveva divenire la settima Repubblica federativa di Jugoslavia, nel disegno comunista-internazionalista perseguito non solo dai partigiani slavi di Tito ma anche dai partigiani italiani garibaldini, "collaborazionisti" che avevano aderito, armi e bagagli, nel IX Corpus sloveno.
Le foibe furono "aperte" per gli italiani subito dopo l'8 settembre del 1943 - torme di partigiani slavo-comunisti si accanirono, specie nei paesi dell'interno dell'Istria e nelle coste ed isole della Dalmazia, contro inermi uomini e donne. Le violenze furono inaudite: ragazze come Norma Cossetto, inchiodate su tavoli e porte per essere violentate da decine di bruti prima di avere la morte liberatoria, precipitate, nella foiba; a donne che attendevano un figlio fu squarciato il ventre ed i feti infilzati sulle picche come ai tempi di Attila. Agli uomini fu riservata una sorte ugualmente tragica.
L'orgia continuò con maggiore violenza e programmazione sino al 1947. Durante la guerra, infatti, gli zelanti partigiani italiani collaborazionisti avevano preparato le liste di proscrizione che contenevano i nomi degli "eliminandi".
Non vi erano solo fascisti o militari della Rsi nelle liste, ma tutti coloro che potenzialmente potevano rappresentare un pericolo per il progetto di annessione di quella parte di Italia alla Jugoslavia.
Tra il 1943 ed il 1945 poi, durante la guerra, tra delazioni ai tedeschi e brutali eliminazioni, come Porzus (il cui responsabile tale Mario Toffanin vive con la pensione italiana), furono tolti di mezzo tutti o quasi i comandanti o ideologi partigiani anticomunisti del Nordest.

Note

Ci sono delle canzoni che scendono giù direttamente dal cielo. Si conosce la mano che le ha scritte ma onestamente non si può dire chi sia il vero autore: ci si sveglia una mattina e la canzone è lì, bella e pronta. Noi siamo solo gli interpreti.
(270 bis)