ICARO
Anno: 2005
Gruppo: SKOLL
Testo e musica: Federico Goglio |Menu
Sarà dunque vero?
Appartengo, fin dal principio, al cielo? E se così non fosse, perché, ha deciso di fissarmi col suo sguardo azzurro e di attirarmi lassù!
Perché la brama di salire nel cielo è così simile, in sé, alla follia?
Nulla mi appaga, mi tedia qualsiasi novità terrestre.
Sotto di me, nella lontananza, villaggi e fiumi appaiono molto più tollerabili di quando sono vicini. Essi mi suggeriscono che da così lontano potrei amare, finalmente anche ciò che è umano.
Sedotto forse, dalla vertigine delle ali di cera?
E se, illuso, appartenessi in verità alla terra?
In fondo non è forse essa che provoca così rapidamente la mia caduta?
Ma perché la terra, solitamente così languida e morbida, mi accoglie con l’urto della lamina di acciaio?
Per mostrarmi, forse, che la caduta è molto più naturale ed umana del volo?
E se la caduta, fosse, invece, organizzata proprio dal cielo, per riuscire a colpirmi con la sua punizione?
Per punirmi della colpa di non credere che esista un io;
per punirmi della colpa di credere troppo nel mio io;
di voler conoscere a chi appartenga io;
di voler presumere di sapere tutto, io;
e di voler tentare il volo, comunque; verso l’ignoto o verso il conosciuto;
poco importa; di voler tentare il volo, comunque!!!
Appartengo, fin dal principio, al cielo? E se così non fosse, perché, ha deciso di fissarmi col suo sguardo azzurro e di attirarmi lassù!
Perché la brama di salire nel cielo è così simile, in sé, alla follia?
Nulla mi appaga, mi tedia qualsiasi novità terrestre.
Sotto di me, nella lontananza, villaggi e fiumi appaiono molto più tollerabili di quando sono vicini. Essi mi suggeriscono che da così lontano potrei amare, finalmente anche ciò che è umano.
Sedotto forse, dalla vertigine delle ali di cera?
E se, illuso, appartenessi in verità alla terra?
In fondo non è forse essa che provoca così rapidamente la mia caduta?
Ma perché la terra, solitamente così languida e morbida, mi accoglie con l’urto della lamina di acciaio?
Per mostrarmi, forse, che la caduta è molto più naturale ed umana del volo?
E se la caduta, fosse, invece, organizzata proprio dal cielo, per riuscire a colpirmi con la sua punizione?
Per punirmi della colpa di non credere che esista un io;
per punirmi della colpa di credere troppo nel mio io;
di voler conoscere a chi appartenga io;
di voler presumere di sapere tutto, io;
e di voler tentare il volo, comunque; verso l’ignoto o verso il conosciuto;
poco importa; di voler tentare il volo, comunque!!!