LETTERA AL PAPA
Anno: 2002
Gruppo: NON NOBIS DOMINE
Testo e musica: Non Nobis Domine |Menu
Santità vorrei che in uno dei tuoi viaggi
Quando annunci all’uomo un verbo di letizia
Caso mai tu ti trovassi nei paraggi
Venissi a Basovizza
A portare una parola di conforto
E una lacrima che le ferite lavi
Di color che ancora piangono chi è morto
Per mano degli slavi
Santità questa è una storia di dolore
Di chi affrontò il martirio come un dono
Il ricordo che portiamo dentro al cuore
Non consente perdono
Dalle foibe del Carso s’alza di notte
Lento e triste un canto che pervade l’aria
La voce di chi patì orrore e morte
Per amore d’Italia
Santità nel mio cuore c’è rabbia e dolore
La mia terra soffre sotto l’invasore
Da Pirano a Ragusa da Spalato a Pola
Nelle notti stellate la mia anima vola
Ecco rivedo Zara, Fiume e Promontore
Sfiorando la costa con gli occhi del cuore
Carso pallido e nera selva di Tarnova
L’Isonzo ceruleo l’amore e il dolore rinnova…
Santità a Fiume, Zara ed a Ragusa
Hai pregato e benedetto quello gente
Ma della voce dei morti che li accusa
Non te ne importa niente
Mai un accenno in tutti quei discorsi vani
A tanti poveri cristi massacrati
Ma erano soltanto semplici Italiani
Uccisi dai croati
Sono certo che è politica prudente
Civettare coi cattolici croati
L’Europa cristiana vergogna non sente
Di quei morti dimenticati
Dell’Europa, Santità, m’importa poco
Delle sue pretese radici cristiane
nel mio cuore ho le radici impresse a fuoco
E sono italiane
Santità nel mio cuore c’è rabbia e dolore
La mia terra soffre sotto l’invasore
Da Pirano a Ragusa da Spalato a Pola
Nelle notti stellate la mia anima vola
Ecco rivedo Zara, Fiume e Promontore
Sfiorando la costa con gli occhi del cuore
Carso pallido e nera selva di Tarnova
L’Isonzo ceruleo l’amore e il dolore rinnova…
Quando annunci all’uomo un verbo di letizia
Caso mai tu ti trovassi nei paraggi
Venissi a Basovizza
A portare una parola di conforto
E una lacrima che le ferite lavi
Di color che ancora piangono chi è morto
Per mano degli slavi
Santità questa è una storia di dolore
Di chi affrontò il martirio come un dono
Il ricordo che portiamo dentro al cuore
Non consente perdono
Dalle foibe del Carso s’alza di notte
Lento e triste un canto che pervade l’aria
La voce di chi patì orrore e morte
Per amore d’Italia
Santità nel mio cuore c’è rabbia e dolore
La mia terra soffre sotto l’invasore
Da Pirano a Ragusa da Spalato a Pola
Nelle notti stellate la mia anima vola
Ecco rivedo Zara, Fiume e Promontore
Sfiorando la costa con gli occhi del cuore
Carso pallido e nera selva di Tarnova
L’Isonzo ceruleo l’amore e il dolore rinnova…
Santità a Fiume, Zara ed a Ragusa
Hai pregato e benedetto quello gente
Ma della voce dei morti che li accusa
Non te ne importa niente
Mai un accenno in tutti quei discorsi vani
A tanti poveri cristi massacrati
Ma erano soltanto semplici Italiani
Uccisi dai croati
Sono certo che è politica prudente
Civettare coi cattolici croati
L’Europa cristiana vergogna non sente
Di quei morti dimenticati
Dell’Europa, Santità, m’importa poco
Delle sue pretese radici cristiane
nel mio cuore ho le radici impresse a fuoco
E sono italiane
Santità nel mio cuore c’è rabbia e dolore
La mia terra soffre sotto l’invasore
Da Pirano a Ragusa da Spalato a Pola
Nelle notti stellate la mia anima vola
Ecco rivedo Zara, Fiume e Promontore
Sfiorando la costa con gli occhi del cuore
Carso pallido e nera selva di Tarnova
L’Isonzo ceruleo l’amore e il dolore rinnova…