DALLA PARTE SBAGLIATA
Anno: 2009
Gruppo: GIULIO LORANI
Testo: Giulio Martinetti | Musica: Paolo Poddighe |Menu
La primavera non era ancora cominciata
nascevo io già dalla parte sbagliata
figlio di un padre molto fedele alla Fiamma
e forse un po’ meno alla mia giovane mamma
era un’Italia non ancora a colori
quella degli autobus verdi e di Ernesto Calindri
che beveva tranquillo senza scomporsi per niente
il suo amaro al carciofo in mezzo a traffico e gente.
Pantaloni corti e il berretto a visiera
la tv in bianco e nero che diceva ogni sera
chi erano i buoni e chi i cattivi
che avevano il torto di essere ancora vivi
ma per un bambino nato dalla parte sbagliata
da un padre che chiamava, gli amici camerata
non era facile giocare agli indiani
e di stare poi dalla loro parte, non con i cowboy.
Scoppia una bomba a Milano e hai solo otto anni
ti fa sentire colpevole, ma hai solo otto anni
e poi un grande film sulla resistenza
che pesa come un macigno sulla tua incoscienza
e cominci a sentire che odore ha la colla
a sentirti perduto in mezzo alla folla
che grida il suo odio per la tua parte sbagliata
non puoi fare a meno di una vita incazzata.
E quando sei ragazzo fai fatica a capire
perché a sedici anni si può anche morire
per mano di chi non l’ha mai accettata
la scelta di stare, dalla parte sbagliata
sono colpi nel cuore, tua madre che arriva a scuola
e in un momento si sente sempre più sola
mentre si volta e legge scritto s’un muro
che a suo figlio vogliono negare il futuro.
Poi senza volerlo cominci a diventar grande
e con l’età aumentano anche le domande
ad alcune però non sai dare risposta
e allora metti la mente in divieto di sosta
nel presente ruffiano che vedi in tv
che leggi sui giornali, tu non ne puoi più
vorresti abbassare il volume per non ascoltare
quello che le loro bocche fanno vomitare.
Non rimpiangi il passato ma nemmeno rinneghi
di questo pensiero unico tu te ne freghi
ed a testa alta continui a pensare
che chi ha amato un’idea non la può tradire
capisci invece che l’hanno ingannata
la tua scelta di stare dalla parte sbagliata
quindi ti senti più solo, ma non puoi rinunciare
al tuo diritto di continuare a sbagliare.
nascevo io già dalla parte sbagliata
figlio di un padre molto fedele alla Fiamma
e forse un po’ meno alla mia giovane mamma
era un’Italia non ancora a colori
quella degli autobus verdi e di Ernesto Calindri
che beveva tranquillo senza scomporsi per niente
il suo amaro al carciofo in mezzo a traffico e gente.
Pantaloni corti e il berretto a visiera
la tv in bianco e nero che diceva ogni sera
chi erano i buoni e chi i cattivi
che avevano il torto di essere ancora vivi
ma per un bambino nato dalla parte sbagliata
da un padre che chiamava, gli amici camerata
non era facile giocare agli indiani
e di stare poi dalla loro parte, non con i cowboy.
Scoppia una bomba a Milano e hai solo otto anni
ti fa sentire colpevole, ma hai solo otto anni
e poi un grande film sulla resistenza
che pesa come un macigno sulla tua incoscienza
e cominci a sentire che odore ha la colla
a sentirti perduto in mezzo alla folla
che grida il suo odio per la tua parte sbagliata
non puoi fare a meno di una vita incazzata.
E quando sei ragazzo fai fatica a capire
perché a sedici anni si può anche morire
per mano di chi non l’ha mai accettata
la scelta di stare, dalla parte sbagliata
sono colpi nel cuore, tua madre che arriva a scuola
e in un momento si sente sempre più sola
mentre si volta e legge scritto s’un muro
che a suo figlio vogliono negare il futuro.
Poi senza volerlo cominci a diventar grande
e con l’età aumentano anche le domande
ad alcune però non sai dare risposta
e allora metti la mente in divieto di sosta
nel presente ruffiano che vedi in tv
che leggi sui giornali, tu non ne puoi più
vorresti abbassare il volume per non ascoltare
quello che le loro bocche fanno vomitare.
Non rimpiangi il passato ma nemmeno rinneghi
di questo pensiero unico tu te ne freghi
ed a testa alta continui a pensare
che chi ha amato un’idea non la può tradire
capisci invece che l’hanno ingannata
la tua scelta di stare dalla parte sbagliata
quindi ti senti più solo, ma non puoi rinunciare
al tuo diritto di continuare a sbagliare.