CANI DEL RE
Anno: 1999
Gruppo: GABRIELE MARCONI
Testo e musica: Gabriele Marconi |Menu
Gela l'inverno il cuore dell'Impero,
corro nel bosco, via dalla città,
su dalle torri il fumo sale nero,
il sangue arrossa il lago di Telan
Cani nella mia casa bevono al nuovo re.
Conta i tre corvi nel cielo
guarda quel cervo nel bosco
ascolta in silenzio il richiamo
del settimo lupo sul monte.
Senza femarmi corro nella notte
piangendo piano giuro: "Tornerò"
stringo la spada e il cuore mi batte
giammai la pace ai barbari darò.
Sulle scogliere il vento spazza le nubi già.
Affila la spada tranquillo
ricordati i nove sentieri
aspetta sicuro il momento
e poi vagli incontro ridendo.
Lontano da qui, nel Regno d'Oltremare
sfidano ancora i servi di Satan
nel suo palazzo Arturo canta ancora
beve alla Coppa per il mondo che sarà
Devo trovarlo ora, non posso stare qua.
Nel rombo di un mare lontano
nel fumo di antiche battaglie
risalgono al cuore i ricordi
sepolti dal fiume del tempo,
Lontano da qui tra valli sconosciute
brillano ancora i fuochi di Beltane,
lontano da qui sognando un'altra estate
si amano forte nel bosco di Aelinbar
io voglio andarci ora, non voglio stare qua.
Comanda il timone leggero
seguendo la Cinta di Orione
e se il cielo nero la copre
affidati al dio delle onde.
Rompe una fiamma il buio della notte
la barca affonda piano dietro me
infine arrivo in vista delle porte
un corno squilla e sveglia il vecchio re
Spade di cavalieri brillano intorno a me.
Risplendono i sogni perduti
scintillano i calici al sole
l'estate riporta nel cuore
la gioia di un canto festoso.
La flotta infine salpa per l'Impero
poche le navi, grande la lealtà
come ho promesso torno per davvero
snudo la spada e vedo la città
Trema l'usurpatore
guardando il prode Artù.
Le spade lampeggiano ancora
schiantando gli scudi di ferro
un'aquila grigia nel cielo
saluta chi muore ridendo.
corro nel bosco, via dalla città,
su dalle torri il fumo sale nero,
il sangue arrossa il lago di Telan
Cani nella mia casa bevono al nuovo re.
Conta i tre corvi nel cielo
guarda quel cervo nel bosco
ascolta in silenzio il richiamo
del settimo lupo sul monte.
Senza femarmi corro nella notte
piangendo piano giuro: "Tornerò"
stringo la spada e il cuore mi batte
giammai la pace ai barbari darò.
Sulle scogliere il vento spazza le nubi già.
Affila la spada tranquillo
ricordati i nove sentieri
aspetta sicuro il momento
e poi vagli incontro ridendo.
Lontano da qui, nel Regno d'Oltremare
sfidano ancora i servi di Satan
nel suo palazzo Arturo canta ancora
beve alla Coppa per il mondo che sarà
Devo trovarlo ora, non posso stare qua.
Nel rombo di un mare lontano
nel fumo di antiche battaglie
risalgono al cuore i ricordi
sepolti dal fiume del tempo,
Lontano da qui tra valli sconosciute
brillano ancora i fuochi di Beltane,
lontano da qui sognando un'altra estate
si amano forte nel bosco di Aelinbar
io voglio andarci ora, non voglio stare qua.
Comanda il timone leggero
seguendo la Cinta di Orione
e se il cielo nero la copre
affidati al dio delle onde.
Rompe una fiamma il buio della notte
la barca affonda piano dietro me
infine arrivo in vista delle porte
un corno squilla e sveglia il vecchio re
Spade di cavalieri brillano intorno a me.
Risplendono i sogni perduti
scintillano i calici al sole
l'estate riporta nel cuore
la gioia di un canto festoso.
La flotta infine salpa per l'Impero
poche le navi, grande la lealtà
come ho promesso torno per davvero
snudo la spada e vedo la città
Trema l'usurpatore
guardando il prode Artù.
Le spade lampeggiano ancora
schiantando gli scudi di ferro
un'aquila grigia nel cielo
saluta chi muore ridendo.