INNO DI ORDINE NUOVO
Anno: 1973
Gruppo: Ordine Nuovo
Testo: Pino Tosca | Clemente Graziani Musica: Yves Prim |Menu
Freme la folla ed urla al sangue che colora
l’insegna Ordinovista che avanza nella storia
per cancellare i falsi miti col fuoco dell’onore
per riscattare la vecchia europa col ferro degli eroi
Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri, nella notte noi andiamo
e il vento freddo del terrore non ci potrà fermar.
L’oro che noi rubiamo con onore dentro i nostri cuor risplende,
è come un simbolo d’amore che al fato ci legò.
Spade della Vandea, falci della boscaglia,
baroni e contadini, ci attende la battaglia
per vendicare i camerati uccisi dalla plebaglia
per riabbracciare il sole d’Europa sulle nostra colline.
Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri, nella notte noi andiamo
e il vento freddo del terrore non ci potrà fermar.
L’oro che noi rubiamo con onore dentro i nostri cuor risplende,
è come un simbolo d’amore che al fato ci legò.
Nei cieli devastati da giudici plebei,
dall’odio dei tribuni, dal pianto degli Dei,
sulla barbarie sacro s’innalza il canto dei guerrieri,
canto d’onore e di furore contro la borghesia.
Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri, nella notte noi andiamo
e il vento freddo del terrore non ci potrà fermar.
Se un rosso fiore spunta in petto a noi è sangue di chi crede ancora,
di chi combatte i vincitori di uomini d’onor
l’insegna Ordinovista che avanza nella storia
per cancellare i falsi miti col fuoco dell’onore
per riscattare la vecchia europa col ferro degli eroi
Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri, nella notte noi andiamo
e il vento freddo del terrore non ci potrà fermar.
L’oro che noi rubiamo con onore dentro i nostri cuor risplende,
è come un simbolo d’amore che al fato ci legò.
Spade della Vandea, falci della boscaglia,
baroni e contadini, ci attende la battaglia
per vendicare i camerati uccisi dalla plebaglia
per riabbracciare il sole d’Europa sulle nostra colline.
Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri, nella notte noi andiamo
e il vento freddo del terrore non ci potrà fermar.
L’oro che noi rubiamo con onore dentro i nostri cuor risplende,
è come un simbolo d’amore che al fato ci legò.
Nei cieli devastati da giudici plebei,
dall’odio dei tribuni, dal pianto degli Dei,
sulla barbarie sacro s’innalza il canto dei guerrieri,
canto d’onore e di furore contro la borghesia.
Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri, nella notte noi andiamo
e il vento freddo del terrore non ci potrà fermar.
Se un rosso fiore spunta in petto a noi è sangue di chi crede ancora,
di chi combatte i vincitori di uomini d’onor