APPROCCIO
Anno: 1980
Gruppo: MESSAGGERI DEL SOLE
Testo e musica: Claudio Annino |Menu
Il cielo era celeste, la giornata era serena
ed io verso la scuola me ne andavo con gran pena,
sarebbe stato bello stare fuori a passeggiare
e invece andavo a apprendere l’arte del sapere.
D’un tratto io mi accorsi, non avevo l’orologio
e accanto a me di spalle v’era un giovane un po’ mogio,
notai che in una mano gli fumava uno spinello
e al pari di un fucile aveva in spalla un grande ombrello,
gli chiedo: "Giovanotto, mi potresti dire l’ora ?"
ma lui non fa una piega, io glielo ripeto ancora,
quell’essere si volta poi mi squadra con disprezzo,
mi dice: "Brutto maschio, sono femmina e non ragazzo.
Io resto un po’ interdetto, non so proprio cosa dire,
farfuglio: "Scusa tanto" ma lei sfoga le sue ire
e con finezza degna di uno scaricator di porto
mi dice: "Brutto porco, fila via oppur sei morto.
Volevi violentarmi ma io non starò al tuo gioco,
giustizia proletaria ai quattro venti adesso invoco"
Brandisce quell’ombrello come sciabola un sultano
e colpi sulla testa mi elargisce a piena mano.
Adesso ho mal di crapa ma qualcosa l’ho ottenuto,
non sono andato a scuola anche grazie a quel partito
e resto a meditare con il ghiaccio sui bergnocchi
che in fondo quella tipa non aveva brutti occhi.
ed io verso la scuola me ne andavo con gran pena,
sarebbe stato bello stare fuori a passeggiare
e invece andavo a apprendere l’arte del sapere.
D’un tratto io mi accorsi, non avevo l’orologio
e accanto a me di spalle v’era un giovane un po’ mogio,
notai che in una mano gli fumava uno spinello
e al pari di un fucile aveva in spalla un grande ombrello,
gli chiedo: "Giovanotto, mi potresti dire l’ora ?"
ma lui non fa una piega, io glielo ripeto ancora,
quell’essere si volta poi mi squadra con disprezzo,
mi dice: "Brutto maschio, sono femmina e non ragazzo.
Io resto un po’ interdetto, non so proprio cosa dire,
farfuglio: "Scusa tanto" ma lei sfoga le sue ire
e con finezza degna di uno scaricator di porto
mi dice: "Brutto porco, fila via oppur sei morto.
Volevi violentarmi ma io non starò al tuo gioco,
giustizia proletaria ai quattro venti adesso invoco"
Brandisce quell’ombrello come sciabola un sultano
e colpi sulla testa mi elargisce a piena mano.
Adesso ho mal di crapa ma qualcosa l’ho ottenuto,
non sono andato a scuola anche grazie a quel partito
e resto a meditare con il ghiaccio sui bergnocchi
che in fondo quella tipa non aveva brutti occhi.