LEON DEGRELLE
Anno: 1996
Gruppo: MASSIMO MORSELLO
Testo e musica: Massimo Morsello |Menu
Una sirena dietro il vento
taglia il cielo di Madrid
scende la pioggia ad aiutare il traffico
gente che sale e scende dai taxi
e un generale d’ottant’anni
con un passo forestiero
senza medaglie appese al petto
solo una croce tutta d’oro.
E qualcuno ha bussato alla porta
è il passato che lo viene a cercare
è una storia ch’è morta e sepolta
dal mare.
Ma è una storia da ricordare
come il Natale passati in casa
come una guerra persa per sempre
come una curva pericolosa.
La candela riflette la luce
sopra un foglio fitto di righe
è un leone attraversa la storia
e la penna che scrive.
Generale la tua spada è nel vento
e ha la lama che punta nel sole
e la notte da dietro al tramonto,
che sale.
E’ il vapore del caffè che fischia
come un amico che ti vuole
come una nave che gonfia le vele
come la vita e i suoi misteri
come la gente che non li vuole.
E i giornali sono già usciti
come volpi affacciate alla tana
come fabbriche rimesse in moto
dal profumo del caffè in cucina
e un generale di ottant’anni
due occhi accesi e appesi al vento
con la sua storia imprigionata
dietro una linea di combattimento.
Generale c’è una nave nel mare
taglia le onde e le ricopre di schiuma
c’è una donna affacciata al balcone,
che fuma
e c’è una striscia di terra, che forse
non vale neanche più la pena di
rivedere
più la pena di ricordare
e c’è una fascia di uomini
che si guardano un po’ meglio
dentro alle mani, e ci trovano lontani
la stessa razza di uomini
che accavallano le gambe a un tavolino
e un bicchiere di vino tra le mani
ma che destino è domani.
ma che destino è.
taglia il cielo di Madrid
scende la pioggia ad aiutare il traffico
gente che sale e scende dai taxi
e un generale d’ottant’anni
con un passo forestiero
senza medaglie appese al petto
solo una croce tutta d’oro.
E qualcuno ha bussato alla porta
è il passato che lo viene a cercare
è una storia ch’è morta e sepolta
dal mare.
Ma è una storia da ricordare
come il Natale passati in casa
come una guerra persa per sempre
come una curva pericolosa.
La candela riflette la luce
sopra un foglio fitto di righe
è un leone attraversa la storia
e la penna che scrive.
Generale la tua spada è nel vento
e ha la lama che punta nel sole
e la notte da dietro al tramonto,
che sale.
E’ il vapore del caffè che fischia
come un amico che ti vuole
come una nave che gonfia le vele
come la vita e i suoi misteri
come la gente che non li vuole.
E i giornali sono già usciti
come volpi affacciate alla tana
come fabbriche rimesse in moto
dal profumo del caffè in cucina
e un generale di ottant’anni
due occhi accesi e appesi al vento
con la sua storia imprigionata
dietro una linea di combattimento.
Generale c’è una nave nel mare
taglia le onde e le ricopre di schiuma
c’è una donna affacciata al balcone,
che fuma
e c’è una striscia di terra, che forse
non vale neanche più la pena di
rivedere
più la pena di ricordare
e c’è una fascia di uomini
che si guardano un po’ meglio
dentro alle mani, e ci trovano lontani
la stessa razza di uomini
che accavallano le gambe a un tavolino
e un bicchiere di vino tra le mani
ma che destino è domani.
ma che destino è.