OTTO DI SETTEMBRE
Anno: 1996
Gruppo: MASSIMO MORSELLO
Testo e musica: Massimo Morsello |Menu
Notte di settembre che gli hai fatto al mio cuore
alle mie gambe di vent’anni, così sicure dove andare.
Otto di settembre che mi hai spento la luce
ci hai frugato nei sogni, ci hai spezzato la croce.
Dieci soldati armati ci fecero fermare
ci indicarono coi fucili il percorso da fare.
E la guerra come un’onda ci soffiava sulla schiena
una fiamma di metallo ci faceva da corona
voltando pagina alla storia come un libro scritto male
ci lasciava la memoria e una repubblica sociale.
Dieci generali stanchi già puntarono sul petto
medaglie di stoffa tra il nostro cuore e il colletto.
E l’Italia era una barca che se ne andava alla deriva
ed il futuro era in catene al legno marcio della stiva.
Ci ridaranno i nostri morti, ed i nostri pezzi di bandiera
stivali di cuoio duro ed una camicia nera.
Notte di settembre che gli hai fatto al mio cuore
alle mie gambe di vent’anni, che non sanno più scappare.
Otto di settembre e quelle canne di moschetto
ci hai infilato la morte e ci arriva sul petto.
Dieci briganti sporchi che si credevano soldati
premono il grilletto sui nostri sorrisi sudati.
alle mie gambe di vent’anni, così sicure dove andare.
Otto di settembre che mi hai spento la luce
ci hai frugato nei sogni, ci hai spezzato la croce.
Dieci soldati armati ci fecero fermare
ci indicarono coi fucili il percorso da fare.
E la guerra come un’onda ci soffiava sulla schiena
una fiamma di metallo ci faceva da corona
voltando pagina alla storia come un libro scritto male
ci lasciava la memoria e una repubblica sociale.
Dieci generali stanchi già puntarono sul petto
medaglie di stoffa tra il nostro cuore e il colletto.
E l’Italia era una barca che se ne andava alla deriva
ed il futuro era in catene al legno marcio della stiva.
Ci ridaranno i nostri morti, ed i nostri pezzi di bandiera
stivali di cuoio duro ed una camicia nera.
Notte di settembre che gli hai fatto al mio cuore
alle mie gambe di vent’anni, che non sanno più scappare.
Otto di settembre e quelle canne di moschetto
ci hai infilato la morte e ci arriva sul petto.
Dieci briganti sporchi che si credevano soldati
premono il grilletto sui nostri sorrisi sudati.