BALLATA PER IVAN JILIC (II VERSIONE)
Anno:
Gruppo: Movimenti di ex di Europa Civiltà
Testo: Pino Tosca | Mario Polia Musica: Mario Polia |Menu
II VERSIONE
Nei tuoi occhi c’era un sole caldo
lo splendore di un nordico fiordo,
di un celeste e freddo smeraldo
che risplende sul tuo volto morto.
Le tue mani ora stringono un fiore
che la gente non può calpestare,
mentre un mitra che guarda nel sole
è rimasto il tuo ultimo altare.
Sei venuto dal nord e dal sud
la tua prosa è la tua primavera,
il tuo inno la tua gioventù
e l’amore la sol tua bandiera.
Per te canta ragazzo ammazzato,
la rivolta della poesia,
per te canta un amore sbocciato
nei tuoi occhi di malinconia.
Non sei morto in un soffice letto
non sei morto per la busta paga,
un po’ d’erba con qualche mughetto
soli ascoltan la tua triste saga.
Or che il sangue è il tuo ultimo dono
per l’Idea in cui tu hai vissuto,
le tue piaghe arrossate non sono
che una sfida ad un mondo venduto.
Non c’è mai un crisantemo né un salmo
per chi crepa con un arma in pugno
per chi sulle scogliere di marmo
guarda in faccia nel sole di Giugno.
Or che i vecchi ti guardan distratti
con terrore un anima pia,
solo il canto d’amor di due gatti
è la lirica per la tua follia.
Hai creduto nella primavera
di una Europa assonnata e delusa,
che per te non ha più una preghiera
ma per se sempre pronta una scusa,
che per te non ha più una preghiera
ma per lei sempre pronta una scusa.
Nei tuoi occhi c’era un sole caldo
lo splendore di un nordico fiordo,
di un celeste e freddo smeraldo
che risplende sul tuo volto morto.
Le tue mani ora stringono un fiore
che la gente non può calpestare,
mentre un mitra che guarda nel sole
è rimasto il tuo ultimo altare.
Sei venuto dal nord e dal sud
la tua prosa è la tua primavera,
il tuo inno la tua gioventù
e l’amore la sol tua bandiera.
Per te canta ragazzo ammazzato,
la rivolta della poesia,
per te canta un amore sbocciato
nei tuoi occhi di malinconia.
Non sei morto in un soffice letto
non sei morto per la busta paga,
un po’ d’erba con qualche mughetto
soli ascoltan la tua triste saga.
Or che il sangue è il tuo ultimo dono
per l’Idea in cui tu hai vissuto,
le tue piaghe arrossate non sono
che una sfida ad un mondo venduto.
Non c’è mai un crisantemo né un salmo
per chi crepa con un arma in pugno
per chi sulle scogliere di marmo
guarda in faccia nel sole di Giugno.
Or che i vecchi ti guardan distratti
con terrore un anima pia,
solo il canto d’amor di due gatti
è la lirica per la tua follia.
Hai creduto nella primavera
di una Europa assonnata e delusa,
che per te non ha più una preghiera
ma per se sempre pronta una scusa,
che per te non ha più una preghiera
ma per lei sempre pronta una scusa.