LA VIOLETTA
Anno:
Gruppo: Movimenti di ex di Europa Civiltà
Testo: Gabriello Chiabrera | Musica: (Anonimo) |Menu
La violetta,
che in sull'erbetta
s'apre al mattin novella,
di', non è cosa
tutta odorosa,
tutta leggiadra e bella?
Si certamente,
ché dolcemente
ella ne spira odori;
e n'empie il petto
di bel diletto
col bel de' suoi colori.
Vaga rosseggia,
vaga biancheggia
tra l'aure mattutine,
pregio d'aprile
via piu gentile;
ma che diviene al fine'
Ahi, che in brev'ora,
come l'aurora,
lunge da noi sen vola,
ecco languir,
ecco perire
la misera viola.
Tu, cui bellezza
.e giovinezza
oggi fan si superba;
soave pena,
dolce catena
di mia prigione acerba;
deh, con quel fiore,
consiglia il core
sulla tua fresca etate;
ché tanto dura
l'alta ventura
di questa tua beltate.
che in sull'erbetta
s'apre al mattin novella,
di', non è cosa
tutta odorosa,
tutta leggiadra e bella?
Si certamente,
ché dolcemente
ella ne spira odori;
e n'empie il petto
di bel diletto
col bel de' suoi colori.
Vaga rosseggia,
vaga biancheggia
tra l'aure mattutine,
pregio d'aprile
via piu gentile;
ma che diviene al fine'
Ahi, che in brev'ora,
come l'aurora,
lunge da noi sen vola,
ecco languir,
ecco perire
la misera viola.
Tu, cui bellezza
.e giovinezza
oggi fan si superba;
soave pena,
dolce catena
di mia prigione acerba;
deh, con quel fiore,
consiglia il core
sulla tua fresca etate;
ché tanto dura
l'alta ventura
di questa tua beltate.
Note
La canzonetta svolge il motivo antico della fugacità della bellezza,tuttavia lo fa con un tono galante e mondano, ben lontano
dal sentimento di profonda malinconia di alcuni analoghi
componimenti precedenti, come il Trionfo di Bacco e Arianna
di Lorenzo dei Medici (Quant’è bella giovinezza, che si fugge
tuttavia!)... o la Ballata delle rose (I’ mi trovai, fanciulle, un bel
mattino) di Angelo Poliziano.
Essa si basa sull’analogia tra la sorte che tocca alla bellezza
della violetta, descritta nelle prime quattro strofe, e quella che
toccherà alla bellezza della donna amata.
La violetta, che appena sbocciata (novella) si dischiude al mattino
sulla tenera erba, è tutta odorosa, graziosa e bella, e con lo
splendore dei suoi colori rossi e bianchi riempie di piacere chi la
contempla.
Ma la sua bellezza dura poco, tanto quanto l’aurora, perché
presto sfiorisce e muore.
Anche tu – conclude il poeta, rivolgendosi alla sua donna –
che vai superba della tua bellezza e della tua giovinezza, e sei per
me una pena soave, dolce catena della mia prigionia d’amore,
consiglia il tuo cuore, considerando la sorte toccata a quel fiore,
a riflettere sulla tua giovinezza, perché l’esaltante destino della
tua bellezza dura tanto quanto dura la bellezza della viola.