Canzoni

FUOCO E PAGLIA, PAGLIA E FUOCO

Anno:

Gruppo: GIPO FARASSINO

Autori: Alberto Gozzi | Gipo Farassino Nico Orengo Romano Farinatti

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Corre Maino,
corre per i prati
inseguito dai soldati:
lo vogliono ammazzar.
Scappa Maino,
scappa per i monti
lasciando due occhi
che brucian come lampi.

Fuoco e paglia, paglia e fuoco
in montagna non è un gioco,
in montagna non è un gioco, no.
Per dormire c'è un gran letto,
un bel campo o una valle
col mantello stretto sulle spalle

Com'è difficile trovare
qualche cosa da mangiare:
anche i grilli sono magri come spilli
e i serpenti si son fatti trasparenti.
Sono magri i contadini,
magri i polli e i tacchini,
anche il caldo è raffreddato,
in montagna tutto il mondo à raggelato

I due compagni,
magri come ragni
schiaffeggiano i fiumi
il bosco e la campagna.
Che brutta lagna,
si cerca una castagna,
lo stomaco gorgoglia,
vien buona anche una foglia

Fuoco e paglia, paglia e fuoco
in montagna non è un gioco,
in montagna non è un gioco, no.
Per dormire c'è un gran letto,
un bel campo o una valle
col mantello stretto sulle spalle

Di tanto in tanto la brigata
da una buona salassata
alle tasche permalose dei ricconi.
A qualche pollo
può saltare pure il collo,
ma son magri i contadini,
magri i polli e i tacchini
anche il caldo è raffreddato,
in montagna tutto il mondo è raggelato.

Note

Giuseppe Mayno della Spinetta, fu il più noto tra i guerriglieri antigiacobini del Piemonte. Più delle gesta di briganti antifrancesi come Barilot, Branda Lucioni, i fratelli di Narzole, Buffet, Buriet, i Cannatone,i Violetta, Dragon, Borgno, Sicarel, Vergine, Ragadin, Patpatè, Cangiaso il Sanguinario,
Ratanuia e tanti altri, quelle di Mayno furono geste leggendarie, tanto da farlo chiamare "Il Re di Marengo". Dal Colle di Tenda al Nizzardo, nel Canavese e nell'Astigiano, i briganti piemontesi segnarono la prima rivolta italiana contro l'invasione napoleonica. Mayno, nato nel 1780 da una
famiglia di contadini, fu ucciso dai francesi nel 1806.

Canzone dello spettacolo "Mantello, Stivali e coltello" di Alberto Gozzi e Nico Orengo, cantata da Gipo Farsssino.