CONTADINO
Anno: 1977
Gruppo: ROBERTO SCOCCO
Testo e musica: Roberto Scocco |Menu
E' ancora notte e tu già sei in piedi
il cane che abbaia e il gallo e le vacche
un tozzo di pane e vino e salsiccie
poi accendi il tuo sole e via ad arare.
E intanto tu pensi alla discussione
avuta al caffè la sera prima,
gli scandali, i preti le tasse, la pensione
parlavi anche tu voce della tradizione.
E discutevi pensando a tuo padre
di come ti insegnava severo a vivere
tu non rifiuti i giusti valori
ma si sono messi a ridere e ti hanno beffato.
Contadino duro e abbronzato
tu che conosci il profumo della terra
tu che capisci le cose della vita
uomo diprezzi la massa della città.
Lavori la terra con il tuo aratr
e getti il seme nel suo grembo ferito
unito alla terra e poi i vostri figli
rinnovi l'amore più intenso ogni anno.
E poi la sera ritorni a casa
e stanco guardi la tua famiglia
e insegni ai tuoi figli quello che ti hanno insegnato
ma loro non ti ascoltano e ti hanno abbandonato.
E vanno in città attratti da un'altra vita
che a loro sembra sia molto migliore
si vergognano di te e dove sono nati
e in bocca al grande mostro si sono gettati.
Contadino ormai solo e invecchiato
ricordi ancora il profumo della terra
tu sai cose che gli altri hanno dimenticato
tu e la tua tradizione vogliano che siate il passato.
Vecchio contadino non disperare
vedrai presto tornare il gallo a cantare
e la tua terra ormai con te avvizzita
risplenderà ancora in una nuova vita,
e la tua terra con te così avvizzita
risplenderà ancora in nuova vita.
il cane che abbaia e il gallo e le vacche
un tozzo di pane e vino e salsiccie
poi accendi il tuo sole e via ad arare.
E intanto tu pensi alla discussione
avuta al caffè la sera prima,
gli scandali, i preti le tasse, la pensione
parlavi anche tu voce della tradizione.
E discutevi pensando a tuo padre
di come ti insegnava severo a vivere
tu non rifiuti i giusti valori
ma si sono messi a ridere e ti hanno beffato.
Contadino duro e abbronzato
tu che conosci il profumo della terra
tu che capisci le cose della vita
uomo diprezzi la massa della città.
Lavori la terra con il tuo aratr
e getti il seme nel suo grembo ferito
unito alla terra e poi i vostri figli
rinnovi l'amore più intenso ogni anno.
E poi la sera ritorni a casa
e stanco guardi la tua famiglia
e insegni ai tuoi figli quello che ti hanno insegnato
ma loro non ti ascoltano e ti hanno abbandonato.
E vanno in città attratti da un'altra vita
che a loro sembra sia molto migliore
si vergognano di te e dove sono nati
e in bocca al grande mostro si sono gettati.
Contadino ormai solo e invecchiato
ricordi ancora il profumo della terra
tu sai cose che gli altri hanno dimenticato
tu e la tua tradizione vogliano che siate il passato.
Vecchio contadino non disperare
vedrai presto tornare il gallo a cantare
e la tua terra ormai con te avvizzita
risplenderà ancora in una nuova vita,
e la tua terra con te così avvizzita
risplenderà ancora in nuova vita.