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Orchestra diretta da Amedeo Tommasi

UNDICI DOMANDE A LEO VALERIANO
D. Lei viene solitamente considerato un cantante impegnato. Ritiene giusta questa definizione?
R. No. O almeno non in senso assoluto, lo cerco di evolvermi per trovare me stesso, affrontando diversi modi di espressione. Perciò, a seconda dei momenti sono im¬pegnato, sorridente, leggero, arrabbiato, ecc.
D. I temi delle Sue canzoni sono di fantasia?
R. No. Tutte le mie canzoni descrivono fatti realmente accaduti o rispecchiano emo¬zioni che ho provato.
D. Tra le canzoni da Lei composte quale preferisce?
R. Se dai retta alla gente.
D. Come è arrivato al mondo della canzone?
R. Ho cominciato a cantare, accompagnandomi con la chitarra, per pochi amici. Poi questi sono aumentati.
D. Lei ritiene che la canzone possa essere considerata un'arte a sé stante?
R. Si. Un'arte che ha radici antichissime, si pensi agli antichi trovatori. Purtroppo oggi si tende a considerare la canzone più un bene di consumo che un'opera d'arte.
D. Che valore ha l'amicizia, per Lei?
R. Grandissimo. Non ci sono limiti alle cose che posso fare per amicizia.
D. Nelle Sue canzoni non si parla quasi mai d'amore, se non indirettamente. Perché?
R. Penso che l'amore sia una cosa troppo grande per parlarne troppo spesso.
D. Quali sono i Suoi pregi e quali i Suoi difetti?
R. Non è una domanda facile! Tra i miei pregi metto la sincerità e l'onestà, tra i difetti l'orgoglio... ma potrebbe essere l'inverso.
D. Quali sono i Suoi hobby?
R. La pittura e l'enologia. Il vino è l'anima della mia terra, e poi da allegria : ci fa sentire ricchi anche se si è poverissimi.
D. Perché canta?
R. Perché mi diverte... perché amo il mondo. Quando compongo, quando scrivo lo faccio per me; ma quando canto, canto per gli altri.
D. Qual'è la cosa che ama di più, in assoluto?
R. La libertà.

UNA PRODUZIONE POAK UNIVERSAL

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