Discografie

Note

Innanzi tutto grazie. Grazie veramente dal più profondo del cuore per essere qui, numerosissimi, a ricordare mio fratello Carlo e le sue, le nostre, canzoni.
Essere qui, dopo tanti anni che non hanno per nulla sopito l’ostilità di un mondo che mal tollera la nostra stessa esistenza - e non mi riferisco solo al patetico abbaiare di organi di pseudo informazione che, se non fossero intrisi di violenza, sarebbero fin divertenti nel loro essere rottami di un tempo trascorso - non mi pare cosa da poco.
Invece, noi siamo ancora qui, dopo trent’anni. È bello. Bello ma difficile.
Difficile, non solo perché le commemorazioni, i ricordi, l’affiorare di memorie toccano tasti sensibili risvegliando dolore, rimpianti e nostalgie, ma perché trenta anni sono tanti:
cambia tutto. Non solo cambiamo noi, inesorabilmente legati alle bizze del destino e alla decadenza biologica, ma è proprio cambiato il mondo. Quel mondo.
Il mondo in cui sono nate le nostre canzoni. Un mondo diverso sia nello scenario mondiale: il comunismo è ormai un evento relegato alle pagine della storia, l’Europa finanziaria ha preso il posto dell’Europa delle Nazioni, la globalizzazione ha innalzato muri e nel contempo abbattuto differenze creando una melassa dove non si capisce più quali siano le ragioni o i torti, le prevaricazioni o l’autodeterminazione dei popoli.
Ma, soprattutto, diverso nel microscenario di casa nostra, dove il palcoscenico politico si è talmente mischiato e deteriorato che credo chiunque faccia fatica a riconoscersi in qualsivoglia partito, movimento od organizzazione; a dirsi di destra o di sinistra, nonché a confidare in qualunque istituzione che non sia la propria coscienza.
Gli anni Settanta, anni in cui è nata la nostra musica, sono quindi inesorabilmente passati. Dunque anche le canzoni sono sottoposte all’impietoso giudizio del tempo: ci sono strofe addirittura profetiche, altre ancora attualissime, altre un po’ meno; molte condivisibili anche oggi, qualcuna addirittura sbagliata. Ma nessuno poteva avere in mano, allora, una sfera che svelava il futuro.
In tutta questa musica, però, c’è la passione, il tentativo di un’idea, il pulsare di cuori che si sono trovati per un istante a battere all’unisono.
Ed è questo che vogliamo far rivivere questa sera e che ci sentiamo in dovere di farvene dono.
Come diceva il grande Giorgio Gaber nel suo spettacolo dal titolo ancora molto preciso per la odierna sinistra: “anche per oggi non si vola”... dallo spettacolo ognuno prenda il pezzetto che vuole, quello che più gli è consono, quello che più gli è vicino al cuore.
Ed è per questo motivo che, assieme a Guido Giraudo, abbiamo pensato di far cantare le canzoni degli “Amici del Vento” a vari artisti: affinchè ognuno interpreti
a modo suo la voce di quella stagione trascorsa e,
se vuole, se può, se riesce, se pensa che ne valga la pena, ne conservi un qualcosa per il suo domani.
Ma se il tempo trascorre e le cose cambiano,
resta sempre la buona memoria e la memoria
- la buona memoria - è fatta di persone.
Tante persone che nel nostro percorso abbiamo incontrato e che ancora rimangono legate a noi
da un filo invisibile ma tenace. Grazie a tutti.
(Marco Venturino)


I NUMERI DEL “CONCERTO PER CARLO 2013”
992 persone presenti in sala
14 i solisti o gruppi che si sono esibiti
49 artisti saliti sul palco
31 canzoni eseguite
150 minuti di spettacolo
15 tecnici dei 3 service: audio, video e streaming
12 volontari di 3 associazioni non profit presenti
54 responsabili organizzativi (felpa rossa)
più di 50 gli altri volontari impegnati
4 siti collegati in diretta streaming
quasi 3.000 persone connesse via web

RINGRAZIAMENTI
Excalibur srl. per il supporto organizzativo
Johnny Pieraccini - web master
Alex Mignogna (Cantiribelli), Cristina Di Giorgi (Giornale d’Italia), Anna Maria Gravino (Secolo d’Italia) Marco Petrelli (Agenzia Stampa Italia), Francesco Filippazzi e Michele de Feudis (Barbadillo) per gli articoli pubblicati

Il Concerto si è tenuto il 16 dicembre 2013 a Milano, presso il locale “Madison”

Il doppio cd è stato realizzato in due edizioni. La prima stampa riportava un imprecisione nell'interno dell'inlay card che è stato corretto nella seconda edizione.

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