LO NERO METALLO NOSTRO
PRIMA EDIZIONE: 2017TIPO DI PRODUZIONE:Mini album-Dal vivo
Canzoni
1-BANDIERE AL VENTO2-CANZONE PER UN PRIGIONIERO POLITICO
1-VIVA L'EUROPA
Note
Il disco è stato stampato in 300 copie in vinile nero e in 100 in vinile azzurro.Quaranta anni sono ormai passati dal fatidico primo Campo Hobbit, e della proverbiale acqua sotto i ponti ne è passata tanta, tantissima... Cosa siano stati in effetti i Campi Hobbit è tuttora tema di dibattito infuocato, tra cui vede in quella sorta di movimento una manifestazione convulsa e potente dell'emergere di una gioventù, quella del MSI "e dintorni", il suo farsi largo all'interno di una situazione per alcuni versi di arroccamento da assedio e per altri di limbo, a reclamare un diritto ad un ruolo di attore principale, e chi ne vede piuttosto una sorta di tentativo di imbrigliare le energie giovanili, effettuato ora dai politicanti di turno ora da neo intellettuali con voglie di entrismo... Forse come spesso accade la verità sta in mezzo, come ovvero all'irrompere di un mondo giovanile sulle scene venuto a reclamare a se il diritto alla parola e al fare "qui ed ora", ai suoi tentativi di auto organizzarsi, non potesse non essere associato a dei tentativi non sempre cristallini interessati a dettarne le linee e le direzioni... Varrebbe bene al riguardo contestualizzare i 3 Campi Hobbit nella loro successione come tre momenti differenti, con differente senso e risultato. Una storia in tre tempi, di cui forse ci sarà occasione di parlare altrove. Quello che ci interessa in questa sede è invece il primo Campo, quello tenutosi l'11 ed il 12 giugno 1977 a Montesarchio (Benevento) che ebbe senza ombra di dubbio quel carattere di irruzione di forze, di passione pura e spontanea, di voglia di protagonismo generazionale, di concepirsi come comunità, che certamente ebbero quel sostanziale profumo di novità e quel sentore di uno spirito di rivoluzione che poi si sarebbero in parte perduti, annacquati o dispersi in mille storie, in parte sarebbero rimaste come radice profonda. Ma di Campo Hobbit 1 resta forte quella promessa di sfida alle stelle, di voglia di costruire, di rompere quelle gabbie che il sistema era andato costruendo ed imponendo così bene da portare molti a considerare l'esistenza delle gabbie stesse come un fatto se non naturale, quasi inevitabile. Rompere le gabbie, negare il ghetto, riprendersi la storia: questa fu innegabilmente la spinta rivoluzionaria del primo Campo Hobbit. Ed in tutto questo la musica fu elemento centrale, vitale elemento di unione, nuovo linguaggio. Ma tra quanti calcarono quel palco Janus fece una grande differenza, forse La differenza. Non tanto nella scelta dei testi quanto nell'adozione del linguaggio del rock. "Sembra che anche a destra la clessidra abbia preso a scorrere" ebbe a dire la Voce Della Fogna della nascente musica alternativa, ma fu certamente la scelta del rock degli Janus a dare un senso reale a questa frase. Rock grezzo, selvaggio, primordiale e potente, energia dionisiaca scardinante, musica ad alto potenziale rivoluzionario, che per molti dei presenti a Montesarchio venne catapultata addosso, sorpresa assoluta e scossa salutare... Ad un mondo rappreso dal gelo dell'isolamento il rock fu liberazione di energia... Liberazione, intendiamoci lo fu tutta la "musica alternativa", ma il rock aveva il senso della sortita dal fortino, dello scendere in strada, del rivendicare al mondo il proprio esserci. Il rock ne apriva le porte. Comunicazione, coscienza di se, realizzazione e negazione delle avversità. Irruzione nel Mondo e Conquista. E questo vinile, che cattura un frammento di quel fatidico concerto degli Janus a Campo Hobbit I, vuole essere documento e testimonianza di una sorta di atto di fondazione, suoni ruvidi e potenti rubati ad un vecchio nastro ma che hanno la natura di quella materia grezza che alchemicamente si sarebbe trasformata di li a qualche anno per tutto un mondo in un filone aurifero che tuttora dona energia e forza ad idee millenarie. Ed è sotto il segno del Dio degli Inizi, che quelle porte sono state aperte, alla conquista di tempo e spazio.
RTF, 21 Dicembre 2017 eV