Rassegna Stampa

#diquinonsipassa: intervista a Lele, voce degli Hobbit

Testata: CANTI RIBELLI

Data:16 luglio 2015

Tipologia: Intervista

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Cantiribelli,Cantiribelli 2015-07-16

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Con grande piacere ospitiamo su Cantiribelli Emanuele, leader e storica voce degli Hobbit. Con noi oggi presenterà “Di qui non si passa”, ultimo album di uno dei gruppi più longevi nel panorama del rock identitario.

1) Ciao Lele e grazie per la tua disponibilità nel concederci questa intervista. Iniziamo subito: da poche settimane è disponibile “Di qui non si passa”. Cosa ha spinto gli Hobbit a tornare in sala di incisione?

Grazie a voi di Cantiribelli per questo spazio che ci concedete ma soprattutto per il ruolo ?di supporto e di divulgazione della musica alternativa e del rock identitario che da anni svolgete attraverso il vostro sito.
Veniamo al dunque: “Di qui non si passa”.
Sicuramente la situazione di pericolo che attraversa la nostra Patria ci ha imposto a prendere una posizione immediata. Tre governi non eletti dal popolo, lo smantellamento dello stato sociale, la svendita progressiva del bene pubblico, l’invasione allogena: questi sono i motivi principali che ci hanno spinto a stringere i tempi per cercare con la nostra musica di svegliare le coscienze di un popolo che attraversa una crisi morale ed etica prima ancora che economica. Anche se sono passati 5 anni dall’ultimo lavoro (L’Impero contrattacca) ci siamo dedicati a ciò che ci piace di più: suonare dal vivo. E’ attraverso l’entusiasmo che captiamo ai concerti che troviamo poi la forza di incidere sogni, speranze e inni di supporto alla lotta che ogni giorno portiamo avanti spesso tra l ‘indifferenza dell’uomo comune.

In Di qui non si passa ci sono canzoni (L‘alba verrà, Ardite schiere, Per la nazione su tutte) che toccano temi di stretta attualità e sono un invito esplicito alla reazione, una secchiata d’acqua in faccia a chi vive in uno stato catatonico ed a chi si è arreso alla ineluttabiltà del “triste destino” che da anni vogliono inculcare nella mente di un popolo che storicamente é invece abituato alla lotta.

2) Quale è la genesi del titolo e della copertina dell’album?

L intuizione nasce un giorno proprio sul monte Pasubio quando nel percorrere la cosiddetta via degli Eroi ci siamo imbattuti in questa targa. ?L’emozione provata mentre con l’affanno e con il cuore in gola leggevamo di questi nostri connazionali, che qui difesero i confini della Patria, ed il confronto impietoso con le generazioni di oggi che invece di ribellarsi ai delinquenti che ci governano pensano a come fare per avere più giga sull’ultimo Iphone oppure a cosa indossare per la sera in discoteca, ha fatto scaturire lo stato embrionale di questo lavoro.
Questo album nasce sulle vette delle montagne e credo che anche all’ascoltatore meno attento questa cosa salti alle orecchie. Non è un album partorito in pianura, è molto ambizioso, come le vette più ardite, granitico come le rocce delle Dolomiti. E’ sicuramente il più italiano dei 4 anche se non mancano i riferimenti al nostro vecchio continente.

3) In “Vieni con noi” è forte l’invito rivolto ai nostri giovani nell’abbandonare la schiavitù della droga. Secondo voi come si può affrontare questa piaga sociale?

La lotta alla droga è da sempre un nostro cavallo di battaglia. Siamo fortemente convinti che la droga sia l’arma attraverso cui si rendono imbelli le generazioni di giovani che invece da sempre hanno fatto le rivoluzioni.
Chi si droga si arrende al Sistema scrivevamo sui muri negli anni 90 ed é proprio così. Disinnescando la gioventù, i delinquenti al potere possono garantirsi anni di impunità. La droga è funzionale ad un Sistema che ci vuole tutti rincoglioniti. Pensate se davanti alle stazioni invece di spacciatori che vendono bustine di droga ci fossero camerati che regalano croci celtiche ai passanti. Dopo poche ore lo Stato mostrerebbe la sua efficienza smantellando questa rete pericolosa ed il Parlamento sarebbe pronto a varare, all’unanimità, un nuovo decreto, mentre in televisione si sprecherebbero le trasmissioni per condannare l’accaduto. Sta tutto qui, nella volontà o meno di reprime e risolvere certe situazioni. Per lo Stato il giovane pericoloso da reprimere è quello che pensa non quello che si arrende con una siringa di eroina nel braccio o con uno spinello nella mano.

“Ancora qui” invece sembra la continuazione di HL78. Stessa tensione ideale, stessa carica emotiva. Durante la presentazione a Milano hai sostenuto che gli Hobbit “hanno impiegato vent’anni per completare una canzone del genere”. Ce ne spieghi il motivo?

?E’ una canzone che mi portavo dentro da anni, ma non è mai facile quando si parla di martiri, di giovani che hanno pagato con la vita il loro amore per la Patria.?

5) Tragico è poi il confronto tra gli Esempi di “Ancora qui” e la nullità descritta in “Uomo seriale”. La tecnologia, i social, le mode e lo sfrenato materialismo hanno portato l’essere umano a ridursi a semplice consumatore. C’è speranza in un repentino cambio di rotta?

Come già con Saf e Donna alla moda qui abbiamo messo a confronto coloro che han hanno scelto la via dell’Onore per servire la propria Patria donandole la vita e chi la vita la vive in uno stato vegetale, senza slanci ideali, come in un Grande Fratello con il codice a barre sulla schiena. Figli di Maria Paquinelli contro i figli di Maria de Filippi.

6) “A.T.A. – Alto Tasso alcolico” è invece un brano spiritoso ed irriverente. Ci racconti l’aneddoto del “Campari caldo” che fa da intro al brano?

Come la maggior parte delle cose divertenti tutto è frutto del caso. Mi trovavo con dei camerati ad una festa insieme e così dopo alcune perle di saggezza di un noto consumatore di verdi e Campari é bastato un schiacciare il testo “registra” sul mio cellulare per immortalare, a sua insaputa, questa perla di saggezza ed inserirla come intro di questa canzone che si propone come la nuova Nera come noi.

7) Il nono brano, “Ardite schiere”, si fa notare per le sonorità utilizzate e l’ambientazione folk/rock. Quanto duro lavoro musicale c’è dietro a questo ultimo lavoro discografico?
?
In questo Cd si sente anche un cambio di rotta per quanto riguarda le sonorità.
Dopo 3 Cd di cui siamo comunque molto soddisfatti avevamo però intenzione di portare sul supporto digitale l’energia e la carica che esprimiamo durante i nostri concerti. Così abbiamo cambiato sala di registrazione e ci siamo posti l’obbligo morale di mettere in avanti tutto il nostro spontaneismo sonoro: il sound risulta meno cristallino, ma più vero, sin dal pezzo eponimo, tremendamente vero, impastato – se mi concedi la metafora – con le schegge delle esplosioni che nei nostri spiriti amplificano la risonanza tragica dei colpi di artiglieria scambiati dai nostri soldati sul Pasubio, sul Monte Nero, sul Fàiti, sul Cengio, e sulle altre montagne sacre della Grande Guerra. In proposito, ispirazione non secondaria è stata per noi l’annotazione di un bersagliere che il 18 ottobre 1915 scriveva nel suo Diario di guerra, dalla linea del fuoco:
“Lo scoppio di un 305 italiano fa tremare la montagna. Se l’artiglieria nemica deprime, l’artiglieria nostra solleva. Quando i nostri cannoni sono in funzione, i bersaglieri si danno alla pazza gioia. Girano da riparo a riparo, fischiano, cantano”.
Questo bersagliere si chiamava Benito Mussolini.

8) I brani “European Brotherhood” e “Per la Nazione” rappresentano il vostro canto d’amore verso il “Vecchio continente”. Alla luce anche di quanto sta succedendo in Grecia, quanto è lunga la strada che porta all’Europa dei

Popoli? Quale è inoltre il vostro legame con la comunità spagnola?
L’Europa, non ovviamente quella di Draghi e della Merkel, non quella asservita agli USA, resta il nostro più grande sogno. Quello che sta accadendo in Grecia ci riempie di orgoglio anche se siamo convinti che non sarà Tsipras il condottiero in quanto l’ideologia da cui é stato partorito ha da sempre tradito le istanze del popolo ed userà il referendum solo per ottenere un posto più ambito tra i potenti. Ormai é chiaro a chiunque che l’Unione Europea è gestita da politici che non sono nemmeno degni della qualifica poundiana di camerieri dei banchieri essendo scaduti, anzi, a sguatteri dei banchieri: i paesi europei devono ritrovare la sovranità monetaria, è assurdo che una banca centrale presti soldi a costo zero alle banche private che poi li prestano a tassi più alti (altissimi e usurai nei confronti dei paesi mediterranei) ai vari paesi europei. Noi ci sentiamo europei non per lo spread, ma grazie alla tradizione, grazie cioé a ciò che i nostri Padri ci hannotràdito, tramandato, affidato, lungo una storia gloriosa, impastata di sangue, passata per Sparta, per Roma, per Carlo Magno, per il Sacro Romano Impero Germanico, per Lepanto, per Fiume, per i camerati che venuti da tutta Europa difesero Berlino. Per questo, quando suoniamo in Europa, ci sentiamo a casa nostra. Cià è vero, poiché ce lo chiedi, soprattutto per la Spagna, con la cui comunità abbiamo un legame forte e radicato nel tempo.

9) E’ già stabilita la presentazione del nuovo disco a Roma per il 17 Ottobre. Quali sono gli altri prossimi impegni degli Hobbit? Dove vi porterà questa tournée di presentazione dell’album?

Abbiamo presentato il Cd con una doppia tappa Verona, Milano. A Verona in un locale storico, molto simbolico, in una delle porte d’ingresso della città, una location davvero unica che resterà impressa in ognuno di noi e credo anche in tutti coloro che hanno partecipato alla serata. Questo concerto dimostra ancora di più come, in certe città, l’impegno continuo e concreto nelle strade si trasformi poi anche nella possibilità di suonare ed occupare posti di prestigio in quanto proprio per l’azione coerente negli anni sei automaticamente riconosciuto parte integrante della collettività ed anche le pressioni delle “istituzioni”nulla possono di fronte al riconoscimento popolare della tua azione quotidiana e disinteressata.
Come seconda tappa a Milano, al Presidio, dove ha sede una foltissima schiera dell’Hobbit Klan, oltre a dirigenti dell’Hobbit Klan Italia, per cui e’stato un omaggio all’affetto con cui da quelle parti da sempre ci supportano.
Prossima tappa sarà Ravenna il 18 luglio mentre non poteva mancare Roma e poiché vogliamo fare le cose in grande stile considerata la folta schiera di seguaci che abbiamo da quelle parti abbiamo bloccato la data e stiamo studiando delle soprese per rendere davvero unica ed imperdibile la serata.

10) Grazie Lele per la disponibilità e per aver presentato con noi “#diquinonsipassa”. Abbiamo potuto notare nell’album diversi versi forti, veri e propri shock per l’ascoltatore. Con quale vorresti salutare tutti i lettori di Cantiribelli ?

“Non tutto é totalmente perduto,il vincolo sacro del Klan,la Tradizione,il tuo sangue,il tuo orgoglio ed il tuo onore: é per la Nazione”.
Ancora un grazie a Lele e a tutto il gruppo Hobbit per la voglia di condividere con noi la presentazione di questo nuovo lavoro. E’ possibile acquistare l’album “Di qui non si passa” scrivendo una mail all’indirizzo gruppohobbit@gmail.com. Sostieni con noi la Musica Alternativa con l’acquisto di prodotti originali!


Gruppi citati

HOBBIT

Discografie:

MON CLAN ET LES MIENS