Leo Valeriano C'era una volta il cabaret
Testata: AREA
Data: gennaio 1997Autore: Gianfranco De Turris
Tipologia: Recensione
Locazione in archivio
Stato:Smontato originaleLocazione: ASMA,RS2-0001,19
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Noi come ho avuto occasione di scrivere altre volte, non ce ne andavamo la sera a Via Ventero come i vecchi azionisti o i giovani radical chic, a parte i soldi non ne avevamo la mentalità e lo spirito. Noi di destra, reazionari, conservatori, tradizionalisti, fascisti, come ci chiamavano o ci chiamavano, la sera ce ne andavamo nelle pizzerie o nelle birrerie, intavolando (termine lessicalmente esatto) interminabili discussino e tremende recriminazioni su cosa si doveva e poteva fare, su cosa non si riusciva a fare. Poi dal '65 vi fu un nuovo posto di aggregazione in uno scantinato di vicolo sella Campanella di fronte a Castel Sant'Angelo. Si scendeva una tortuosa e ripida scaletta e si occupava lo spazio semibuio e alquanto fumoso del Bagaglino dove finalmente si poteva respirare un'arioa che pur essendo inquinata spiritualmente non era quella dell'opprimente regime cattocomunista della metà degli anni Sessanta. Se lo può ricordare soltanto chi oggi ha 45-50 anni. Ragazzi che roba che era! Non avevamo mai ascoltato né gli altri avevano mai ascoltato, certe battute, certe scenette, certi dialoghi e soprattutto certe canzoni. Per di pià in un'atmosfera che sentivi tua in cui si pigliavano altri ragazzi e ragazze che non conoscevi ma che la pensavano come te, in cui potevi dar libero sfogo non tanto alle tue idee ma alle tue sensazioni, al tuo stato d'animo, che altrove dovevi comprimere e reprimere. Il Bagaglino era insomma una specie di Altro Mondo e Altro Tempo svincolato dall'esterno, una specie di Altra Realtà dove vivevi almeno per un po' un'Altra Vita. Poi riemergevi alla superficie nell'aria fresca del Lungotevere, rinfrancato, ritemprato. C'era infine qualcuno che la pensava come te, che per te esternava le tue idee in forma di parole, ma soprattutto in forma di canzoni. Le canzoni di Leo Valeriano naturalmente. Tutto questo e ancora altro mi è venuto in mente leggendo C'era una volta il Cabaret proprio di Leo Valeriano e ascoltando le due musicassette alòlegate che ne sono parte integrante: non per nulla il sottotitolo è "Un disco da leggere".
Ventidue brani che mi hanno fatto fare un salto nel tempo mentre sulle pagine, scorrevano fatti e nomi, eventi storici e la cronaca del cabaret di destra in Italia, amici, anceh se di un'altra generazione, dispersi o prematuramente scomparsi, come l'indimenticabile Luciano Cirri. Con lui crearono il Bagaglino, Piero Palumbo, Mario Castellacci e Pierfrancesco Pingitore. Ricordano nulla questi ultimi due nomi? E poi quelli di Oreste Lionello, Pino Caruso, Gianfranco Funari, Pippo Franco? Dopo venne Il giardino dei Supplizi e poi L'Oratorio e poi La Porta Infame e così via. Una stagione durata quasi vent'anni, fino al 1983, l'anno della morte di Cirri ad qppena 52 anni, data in cui la rievocazione di Valeriano si ferma. Un lavoro meritorio il suo, indispensabile per aver ricostruito e per non far disperdere un pezzo della nostra storia. "Mentre i nostri leader si impongono il compito di svegliare le menti dei nostri concittadini, noi uomini del sogno sentiamo il dovere di riscaldare i cuori" scrive coerentemente Valeriano, "E se è vero che con gli ideali non si mangia, è altrettanto vero che senza ideali si muore" Bravo Leo!
Gruppi citati
LEO VALERIANODiscografie:
UN DISCO DA LEGGERE VOLUME 1UN DISCO DA LEGGERE VOLUME 2
Bibliografia:
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