Rassegna Stampa

I Due Stendardi

Testata: SETTIMO SIGILLO

Data:2016 febbraio 2016

Tipologia: Specifico

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Settimo Sigillo,Settimo Sigillo 2016-02-02_05

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Questo brano trae ispirazione esplicita, fin dal titolo, dalla meditazione chiamata appunto dei Due stendardi cheSant’Ignazio di Loyola pone alla fine della seconda settimana dei suoi celeberrimiEsercizi Spirituali.
In questa meditazione Ignazio suggerisce di riflettere sullo scontro epocale che contrappone, sul piano soprannaturale non meno che su quello della storia, la Verità e la Menzogna, Dio e il Demonio, la Virtù ed il Vizio.
Questa riflessione ha luogo immaginando due pianure, quella di Gerusalemme e quella di Babilonia, sulle quali si schierano due grandi e variegati eserciti, quello del Re buono e vero e quello del Diavolo padre della menzogna.
Il brano musicale è ambientato sulla piana di Gerusalemme, tra le schiere del Re Buono.
Così scrive Ignazio descrivendo l’oggetto della meditazione:
«Meditazione dei due stendardi, l’uno di Cristo, sommo capitano e Signore nostro, l’altro di Lucifero, mortale nemico della natura umana.
«137 «Il primo preambolo è il fatto storico della meditazione. Qui sarà da una parte come Gesù Cristo chiama e vuole tutti gli uomini sotto il suo stendardo, e dall’altra Lucifero che li vuole sotto il suo.
«138 «Il secondo, composizione di luogo, Sarà qui vedere una vasta pianura nei dintorni di Gerusalemme al centro della quale è Cristo nostro Signore, capo supremo di tutti gli uomini buoni; e un altro campo, nella regione di Babilonia, dove Lucifero è il caporione dei nemici.
«139 «Il terzo, domandare ciò che voglio ottenere. Sarà qui chiedere conoscenza degli inganni del malvagio caporione e aiuto a guardarmi da essi, conoscenza della vera vita indicata dal capo supremo e legittimo, e le grazie per imitarlo».
[140] Primo punto. Immagino nel vasto campo di Babilonia il capo degli avversari, che siede su un grande seggio di fuoco e di fumo, orribile e spaventoso nell’aspetto.
[141] Secondo punto. Considero che egli chiama a raccolta innumerevoli demoni e poi li sparge, chi in una città chi in un’altra, per tutto il mondo, senza tralasciare alcuna regione o luogo o stato di vita, né alcuna persona in particolare.
[142] Terzo punto. Considero il discorso che egli rivolge loro, incitandoli a gettare agli uomini reti e catene; come di solito avviene, cominceranno ad attirarli con l’avidità delle ricchezze; così essi giungeranno più facilmente alla ricerca del vano onore del mondo, e infine a un’immensa superbia. Vi sono perciò tre scalini: il primo è la ricchezza, il secondo il vano onore, il terzo la superbia; da questi tre scalini egli spinge gli uomini a tutti gli altri vizi.
[143] Tutto al contrario si deve immaginare il sommo e vero capitano che è Cristo nostro Signore.
[144] Primo punto. Considero Cristo nostro Signore, in un vasto campo nella regione di Gerusalemme, in luogo umile, bello e gradevole.
[145] Secondo punto. Considero il Signore di tutto il mondo, che sceglie tante persone apostoli, discepoli ed altri e le invia in tutto il mondo per diffondere la sua santa dottrina tra gli uomini di ogni stato e condizione.
[146] Terzo punto. Considero il discorso che Cristo nostro Signore rivolge a tutti i suoi servi e amici, che invia a questa missione, raccomandando loro che cerchino di aiutare tutti gli uomini: li condurranno anzitutto a una somma povertà spirituale e, se la divina Maestà così vorrà e intenderà sceglierli, anche alla povertà materiale; poi al desiderio di ricevere umiliazioni e disprezzi, perché da questi nasce l’umiltà. Vi sono perciò tre scalini: il primo è la povertà opposta alla ricchezza, il secondo l’umiliazione e il disprezzo opposti al vano onore del mondo, il terzo l’umiltà opposta alla superbia; da questi tre scalini li guideranno a tutte le altre virtù.»


Gruppi citati

ANDREA ARNALDI

Canzoni citate:

I DUE STENDARDI